Petralia il 17 dicembre presso il carcere di Trapani

LA UIL:”ABBIAMO LE IDEE CHIARE E SIAMO PRONTI A FARE LA NOSTRA PARTE PER IL BENE DELLA POLIZIA PENITENZIARIA”

“E’ un onore avere il Presidente Dino Petralia Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, unitamente al Capo del Personale e al Provveditore Regionale della Sicilia al carcere Pietro Cerulli di Trapani”.

Questa è la dichiarazione della Segreteria Regionale della Sicilia e Provinciale di Trapani, alla notizia della visita al carcere Pietro Cerulli di Trapani, giorno 17 dicembre p.v, del Capo della Polizia Penitenziaria, Presidente Bernardo Petralia, unitamente al Direttore Generale del Personale dott. Massimo Parisi e del Provveditore Regionale d.ssa Cinzia Calandrino

“Siamo certi – commentano dalla Segreteria Regionale e Provinciale – che non sarà la solita passerella che molte volte abbiamo assistito, perché stiamo imparando a conoscere il pragmatismo del Presidente Petralia, che unito al piglio operativo del dott. Parisi, e all’esperienza della d.ssa Calandrino, ragion per cui siamo certi che avere questa possibilità del confronto direttamente dalla trincea penitenziaria trapanese è una occasione da sfruttare”.

“Siamo pronti – chiosano i sindacalisti – a dire la nostra al vertice dell’amministrazione penitenziaria, forti di una esperienza lavorativa e sindacale tutta in prima linea, quindi, in primis chiederemo di avere un direttore in pianta stabile, fermo restando la grande capacità dell’attuale Direttore Fabio Prestopino, che però deve dividersi con l’incarico effettivo di Palermo-Ucciardone”.

“Noi – concludono i leader della Uil di categoria- pretenderemo maggiori risorse non solo in termini di organico, tra cui il Comandante del Nucleo Operativo Traduzioni e Piantonamenti, ma anche una profonda manutenzione del fabbricato e dei posti di servizio, non ci lasceremo sfuggire questa opportunità, denunciando la non più’ rinviabile azione vera di contrasto contro le aggressioni che ogni giorno i nostri colleghi subiscono, come è basilare una opera di ripristino dell’autorevolezza dello Stato dentro le carceri, in questi ultimi tempi demolita, grazie alle insopportabili azioni denigratori di tanti che il carcere lo conoscono dalla fotografie.”.

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