Surdi, l’attuale sindaco di Alcamo, al Collegio dei Gesuiti per la sua prima da candidato a Sindaco per la prossima tornata elettorale. “Nuovo progetto” il concetto più volte ribadito
Il sindaco di Alcamo Domenico Surdi ieri sera, presso il Collegio dei Gesuiti, alla sua prima uscita in pubblico da candidato per riconfermarsi Sindaco, ha sottolineato sia la necessità di continuare le opere iniziate nei primi cinque anni di mandato, sia di proseguire sul “nuovo metodo” portato avanti sino ad ora. Nel realizzare ciò, ha ribadito più volte, si deve parlare di “nuovo progetto”, anche in riferimento ai compagni di viaggio in questa tornata elettorale, dove spicca Alcamo Bene Comune, che fa parte delle tre liste che appoggiano Surdi Sindaco, le altre due sono Movimento 5 Stelle e Avanti con Surdi Sindaco.
Un intervento quello di sindaco nel quale non ha risparmiato critiche ad alcuni avversari come a coloro che stanno “presentando 10 liste, un’accozzaglia di persone, di idee. Per poi giocarsela ai tavoli a Palermo, quando ci saranno le regionali? A noi non interessa questo, perché il mio partito è Alcamo e gli alcamesi” così Surdi. Poi ha ribadito che “il progetto iniziato nel 2016 non è finito” ed oggi ha “una marcia in più, le liste che lo sostengono”, tra queste ABC con cui c’era stato un contatto nelle scorse elezioni, ma il regolamento del M5S non permetteva alleanze.
Un intervento da sprint finale, mancano circa 30 giorni e la linea di Surdi è “convincere e spiegare che è la strada giusta. La marcia in più è la maturità, l’esperienza”.
Di seguito Surdi ha spiegato il perché riproporsi dopo 5 anni: “perché vogliamo cambiare il mondo cominciando da Alcamo, con l’umiltà di coloro che nel mondo hanno scritto pagine di storia, avendo una visione dell’Alcamo del futuro” continuando con “un metodo che funziona, non per un Surdi bis, ma plus, cioè Surdi con una squadra affianco, infatti non basta votare solo il sindaco”.
Infine un passaggio dell’intervento del Sindaco è stato dedicato a errori commessi e a cosa significa vittoria: “la vittoria non è il giorno delle elezioni, la vittoria è lavorare ogni giorno per i risultati e lavorare con mani libere dal punto di vista politico, anche lasciando, certe volte, delusi i propri compagni di viaggio. Gli errori sono avvenuti in buona fede”.