Epigrafe, dal greco ἐπιγραϕή, scrivere sopra per ricordare qualcuno.
“Nobile gesto del podestà Giulio Giambartolomei, nel corso dell’anno 5° del regime fascista, alsecolo 1927, quello di affidare a G. Tortorici il compito di incidere, su apposita lapide collocata sul portale della facciata Est della Torre dell’orologio, la seguente scritta: “i nostri caduti per la quarta guerra di redenzione”. Questo l’incipit di un comunicato dell’Archeo Club Campobello Cave di Cusa, che però non si esaurisce qui e continua per arrivare alla fine dare spiegazione di questo post:
“Ma di ricordo c’è solamente un marmo bianco e non si capisce al momento quale sia la sua
funzione, poiché non si riesce a leggerne alcun nome. Si mettono in evidenza solamente i sostegni bronzei con il simbolo dei fasci littori, che reggono tale testimonianza.
Forse si vuol dimenticare ciò che è storia? O è incuria e trascuratezza nei riguardi dei nostri nonni che, morendo durante la IV guerra d’Indipendenza (Prima guerra mondiale), hanno scritto una gloriosa pagina di storia italiana?
Rendiamo leggibili i nomi di questi eroici cittadini, onoriamoli, commemoriamoli.
Due anni dopo, il 24 maggio 1929, anno 7° dell’era fascista, all’epoca del commissario prefettizio Monti Giuseppe è stato eretto, al centro della Villa comunale, difronte la Chiesa Madre, il Monumento ai caduti di forma quadrangolare, sormontato da statua di bronzo, ai cui lati su lastre in pietra sono riportati i nomi dei nostri eroi immolati durante la guerra del
1915/1918 e del 1939/1945, per l’unità d’Italia e per donarci la democrazia, di cui oggi godiamo.
Con questo post la sede dell’Archeoclub Campobello Cave di Cusa vuole sensibilizzare l’amministrazione comunale affinché possa provvedere al doveroso ripristino delle opere descritte.
P.S. Ad onor del vero si dà nota che a memoria d’uomo nessuna amministrazione precedentemente governante ha sentito la necessità di intervenire per rendere, così, leggibili i nomi dei nostri patriot”i.