Ma che “sanità” è? VIDEO

Il caso Marsala: la conferenza stampa di Fava e Gucciardi mentre si tenta di fare un ospedale smantellando tutti gli altri

La sanità trapanese? Un coro di disastri. Non c’è dubbio. L’esplosione del Covid nel nostro Paese ha messo in luce tante impreparazioni in tutti i settori. Sono venute fuori i macigni di errori perpetuati da anni da tutti i Governi in tutte le direzioni. Guai che non potevano che acutizzarsi nelle Regioni più povere e meno attrezzate come la nostra Sicilia. Nella prima fase dello spandersi della pandemia c’è finita bene, restando quasi immuni. E però è accaduto quello che era facile immaginarsi potesse accadere per la nota poco propensione al lavoro dei nostri politici e magnifici burocrati regionali. Nella convinzione, suffragata dal nulla, che il virus in Sicilia non avrebbe conosciuto diffusione anche nella seconda fase , tanti si sono cullati sugli allori. Come è finita, per farla breve, lo sappiamo, siamo stati ad un passo della zona rossa, tante le città che comunque hanno conosciuto le chiusure, e i morti, sebbene uno zelante assessore regionale sostenuto da un altrettanto dirigente della Regione, abbiano tentato di nasconderli e “spalmarli”, ci sono stati. Tanti, troppi. Come correre ai ripari, mentre decine e decine di famiglie vedevano i loro cari finire dietro le porte, subito loro sbarrate, di terapie intensive, non rivedendoli più nemmeno composti per il funerale, le idee partorite da mestieranti incapaci è stato quello di prendere un reparto da un ospedale, un altro reparto da altro ospedale, tentando di fare un unico ospedale. Esperimento non riuscito. Guardando alla nostra provincia è il caos, rispetto al quale l’Asp, sotto ogni gestione, ha tentato la strada per la quale manager e dirigenti hanno provata capacità: nascondere le inefficienze facendo roboanti comunicati di incomprensibili successi. Una sanità crollata sotto i colpi del Covid e delle incapacità. Non c’era da aspettarsi altro da una sanità pubblica che per decenni è stata in mano a spregiudicati professionisti della politica e degli affari, circostanze raccontate da tantissime inchieste, da quelle che hanno visto Cosa nostra adombrarsi, come è accaduto per le inchieste che hanno riguardato l’ex deputato Giammarinaro e il suo clan fino ad arrivare a “Sorella Sanità” del manager Fabio Damiani che ha saputo solo fare illuminare con i colori del tricolore la sede degli uffici di via Mazzini. Un tricolore colmo di vergogna alla notizia di quel manager che intascava mazzette senza mai fine e come si usa in burocratese senza soluzione di continuità per dire di una cosa che è continua e interminabile, non interrotta da niente. L’ultimo atto è stata l’inchiesta della Procura di Trapani sui morti da spalmare. E oggi come se niente fosse il presidente Musumeci pensa di riprendersi in Giunta di Governo quell’assessore che dovrebbe avere , ma non lo avrà, il ritegno di rifiutare l’invito a tornare. Sono tantissime le storie che in questi mesi abbiamo raccolto, sfoghi di chi dinanzi al Covid si è visto anche negare il ricovero in ospedale o di chi dovendo fare i conti con altre patologie si è visto rifiutare il ricovero e l’assistenza dovuta. Già era cosa difficile ottenere in tempi normali la prestazione pubblica per accertamenti diagnostici particolari, difficoltà in tempi di Covid diventate impossibilità. Ora chi ha potuto si è rivolto ai privati, ma chi non ha potuto ha potuto aggrapparsi a flebili speranze di poter guarire, senza avere medici ospedalieri a disposizione. Ma che sanità è la nostra? Qualcuno ci risponda e ci dica finalmente la verità. Ma sappiamo che solo in pochi risponderanno e pochissimi tra chi risponderà quelli che ci diranno la verità. A meno che non parliamo con il personale che sta nelle corsie. Sappiamo che tanti sono quelli rimasti in ospedale senza mai andare a casa, sfidando i contagi pur di riuscire a garantire assistenza ai ricoverati. Personale che ha messo mano anche alle proprie tasche per comprare ciò che la struttura non riusciva a garantire. Ma davvero nessuno ha dignità di dispiacersi? Ieri a Marsala gli onorevoli Claudio Fava e Baldo Gucciardi hanno messo la loro firma in calce ad una storia che conoscevamo. La storia di un ospedale che come ospedale per davvero non ha mai funzionato e che oggi non funziona perchè destinato all’emergenza Covid. La storia di una struttura destinata al Covid che deve essere costruita per accogliere i reparti Covid, e il cui progetto presentato in pompa magna non è nemmeno esecutivo. Un reparto che di questi giorni secondo gli annunci doveva essere già pronto e invece..è un cantiere con più ombra che luci. Un vero disastro. Chi ci governa non dovrebbe dimettersi e lasciare la politica non perchè voleva spalmare i morti e i feriti di questa pandemia, ma perchè ha fatto della sanità un vero e proprio deserto dal quale si ascolta solo un coro di disgrazie.

Duro è stato Claudio Fava, presidente della commissione regionale antimafia, potete ascoltarlo nel video che qui vi proponiamo, ma altrettanto duro è stato Baldo Guicciardi che ha svelato un vizio dei nostri governanti, quello di non rispondere quando a loro vengono fatte le domande.

“Ho presentato a febbraio scorso – ha detto Gucciardi – una interrogazione per capire bene il tutto, ma non ho ricevuto risposta dal governo della Regione. Il consiglio comunale di Marsala fa bene a prendere iniziative di protesta però, vista l’appartenenza della maggior parte dei consiglieri di liste e partiti di centro destra, farebbero bene a rivolgersi ai loro deputati regionali di riferimento”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.