Lo scenario è internazionale

Il racconto di Nicola Quagliata

Lo scenario è internazionale. Internazionale la scena, e l’abbiamo tutti presente, miliardi di donne e di uomini, in Europa, in Asia, in Australia, in Russia, in USA.

Si svolge ad Ankara, in Turchia, presso la sede del governo. La scena è questa: due signori seduti ciascuno sulla sua sedia, uno è Erdogan presidente turco, l’altro è Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo, ed una donna elegante, magra e ben vestita con pantaloni, bella acconciatura castano chiara, in piedi. Si tratta della signora von der Leyen Presidente della Commissione Europea; poi la stessa scena coi due potenti l’uno seduto vicino all’altro, e la signora, anch’essa seduta, ma in disparte, in un cantuccio, sopra un enorme sofà, segno che il personale del cerimoniale non si è per nulla scomodato a trovarle una terza sedia da collocare vicino agli altri due. Erdogan e il presidente del Consiglio Europeo hanno trovato normale questa situazione, questo scenario culturale. La donna è stata tenuta al posto suo, in un cantuccio.

Opinionisti italiani, con ipocrisia e poca intelligenza delle cose, sostengono che si sia trattato di una gaffe. Ha invece tutto il carattere di una operazione politica e di comunicazione di Erdogan verso il popolo turco. Erdogan ha voluto rassicurare il popolo turco che le donne lui le mantiene al loro posto in condizione di sottomissione e di esclusione, lui così tratta le donne. Erdogan ha voluto rassicurare il popolo che lo ha eletto. Ma inquietante e scandaloso continua ad essere il comportamento di Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo. Ad Ankara lo vediamo seduto di fronte ad Erdogan, diplomaticamente dialogante ed indifferente della sorte della signora von der Leyen Presidente della Commissione Europea, ora di ritorno in patria questo Charles Michel chiede scusa e si rammarica della sua cialtroneria ad Ankara, ma non si dimette. Se non si dimette è segno che non ritiene incompatibile quel suo comportamento in presenza del presidente turco Erdogan e continua a ritenerlo compatibile con la carica di Presidente del Consiglio Europeo, e nessuno gliene chiede ragione. Le sue dimissioni, con disonore, sarebbero un atto politico ed un messaggio chiaro dei valori europei al femminile, un messaggio forte per tutte le donne vittime del potere maschile e tenute in schiavitù e ridotte a cose.

Ma come siamo messi noi italiani davanti a questi scenari? Mario Draghi, Presidente del Consiglio Italiano, quindi capo del governo italiano, esprime parole di timore per la democrazia nei confronti di Erdogan. La Turchia risponde: Erdogan è stato eletto dal popolo, Draghi è stato nominato dai poteri economici internazionali, non può dare lezioni di democrazia.

(NICOLA QUAGLIATA)

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