“I disabili non possono salire sulle navi”

Messina, la Procura chiede quattro rinvii a giudizio contro Caronte & Tourist

Si avvia verso l’udienza preliminare il procedimento “Alto mare”, che nel gennaio del 2020 portò al sequestro di tre traghetti della compagnia Caronte& Tourist Isole Minori spa, impiegate sulla rotta Trapani/Isole Egadi e su altre tratte, dopo l’aggiudicazione dell’appalto bandito dalla Regione Siciliana nel 2015. Tre navi – “Pace”, “Ulisse” e “Caronte” -, che secondo l’accusa nonostante le ripetute segnalazioni degli organi di controllo non sarebbero mai state “messe a norma” in relazione alle dotazioni e alle infrastrutture per l’accesso dei disabili. Le navi a suo tempo vennero impiegate nei collegamenti La Maddalena/Palau, Trapani/Isole Egadi e Palermo/Ustica. Nell’ambito dell’inchiesta – come scrive Anselmo su Gazzetta del Sud – i sostituti procuratori Antonio Carchietti e Roberto Conte hanno infatti formalizzato in questi giorni al gip quattro richieste di rinvio a giudizio nei confronti degli indagati iniziali. Si tratta dell’imprenditore Sergio La Cava, come amministratore della N.G.I. spa – incorporata nel 2017 dalla Caronte&Tourist Isole Minori spa -, di Luigi Genghi, consigliere e amministratore della N.G.I. spa, di Edoardo Bonanno, ad di Caronte & Tourist Isole Minori spa, e infine dell’ing. Vincenzo Franza, nella qualità di presidente di Caronte&Tourist Isole Minori spa. I reati ipotizzati – anche dopo la fase dedicata alle difese post avviso di chiusura delle indagini preliminari -, sono sempre la truffa per il conseguimento di pubbliche erogazioni, la falsità ideologica e la frode nelle pubbliche forniture ai danni della Regione Siciliana. Nel procedimento è coinvolta come persona giuridica anche la società di navigazione.

L’indagine è nata dall’esposto dell’imprenditore Francesco Fontana, legale rappresentante della Traghetti delle Isole spa, società concorrente di Caronte&Tourist Isole Minori spa nella gara d’appalto per l’aggiudicazione del servizio di collegamento Trapani-Isole Egadi. La vicenda ha avuto inizio nel 2015, quando la N.G.I. spa si era aggiudicato il lotto II (Trapani-Isole Egadi) del bando di gara dell’assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, per il servizio di collegamento marittimo, per cinque anni, tra la Sicilia e le sue isole minori. Il valore del lotto II era di circa 15.9 milioni di euro, con aggiudicazione, tramite un notevole ribasso, a 5.3 milioni di euro. Per partecipare e aggiudicarsi la gara ciascuno dei concorrenti aveva individuato una nave-traghetto (la N.G.I. spa aveva designato la “Pace”), che però doveva essere dotata di particolari caratteristiche strutturali, per consentire la navigazione in piena sicurezza anche alle persone a mobilità ridotta, come anziani, disabili, individui con disturbi sensoriali o che impiegano sedie a rotelle, gestanti. Gli approfondimenti investigativi furono svolti dalla Guardia di Finanza, che accertò che il traghetto “Pace” aveva invece «gravi carenze tecniche e strutturali», e quindi a bordo non era «assolutamente possibile trasportare in sicurezza persone a mobilità ridotta».
Le dichiarazioni del com. Laganà.

Agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazioni rilasciate ai magistrati dall’allora comandante della Capitaneria di Porto, Nazzareno Laganà: «Per ciò che concerne il settore P.M.R., per ottemperare ci volevano modifiche strutturali importanti, non risolvibili nell’immediato periodo. Per questo motivo, in data 25 marzo 2016, ho comunicato l’impossibilità al trasporto di P.M.R. al Ministero dei Trasporti che in data 21 giugno ha avallato le mie considerazioni. Il 27 novembre dello scorso anno sono stato convocato presso il Ministero dei Trasporti. In quella sede vi è stata una forte opposizione del Rina che sosteneva che da un punto di vista strutturale i locali della motonave Pace, adibiti alle P.M.R., fossero assolutamente idonei».

fonte stampalibera.it

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