LA FAVOLA DELLE REGIE TRAZZERE DI SICILIA – CAPITOLO XI-PARTE VI – ALCAMO –  CONTRADA SCAMPATI.

Di ANTONINO MESSANA

La contrada Scampati è attraversata dalla Regia Trazzera 409 denominata Bivio Magazzinazzi-Alcamo che in contrada Timpi Rossi attraversa la contrada  Gammara, arriva alla Madonna delle Grazie e si allaccia non si sa come alla Regia Trazzera 486

Le antiche carte topografiche a partire dal ‘700 dimostrano che la trazzera 409, che attraversa la contrada Scampati, non esiste e peraltro  documenti prelevati dall’Archivio di Stato di Trapani – fondo Intendenza – la trazzera del SS. Salvatore è stata oggetto di usurpazione. Quindi ambedue le trazzere sono pura invenzione. E’ stato accertato e raccontato l’assenza assoluta di antichi documenti “con valore legale” che dimostrano la larghezza di canne 18 e palmi 2 di tutte le decretate trazzere armentizie della Sicilia.  Tutto ciò per segnalare che il Demanio Trazzerale sbroglia e imbroglia mappe, catasto e strade a sua convenienza. In altre parole le Regie Trazzere – dichiarate “inutilmente dai Decreti Assessoriali demaniali” –  sono “cani randagi” che camminano dove vogliono e senza alcun riferimento storico dei percorsi e senza alcuna regola.

CONTRADA “DELLI” SCAMPATI

La contrada Scampati è antichissima e  l’amico Carlo Cataldo scrive che il toponimo “scampati” dal significato “liberati” deriva dalla liberazione della schiavitù turchesca. Il feudo Scampati per ammassare ed esportare il grano ha due comode possibilità: i Magazzini limitrofi alla contrada e il caricatore di Castellammare.

Adesso la contrada la ritroviamo nella carta topografica IGM del 1852 che riporto in basso.

Osservando la carta (prego il lettore di attenzionare la mappa), la contrada è attraversata da una strada proveniente da Alcamo che all’ingresso della contrada Scampati si biforca e fa bivio: a destra arriva alla odierna stazione ferroviaria di Castellammare nelle vicinanze della Tonnara Magazzinazzi ed a sinistra si dirige a Castellammare. Da evidenziare che anticamente non esisteva ponte nei pressi della foce del fiume San Bartolomeo (spiaggia Plaia).

Osserviamo adesso la carta catastale foglio 4 di Alcamo del 1938 che riporto in basso. A colpo d’occhio ci accorgiamo che la contrada Magazzinazzi e la contrada Scampati sono attaccate, però  la via Vicinale Scampati non entra e neppure attraversa la contrada Magazzinazzi.  Osserviamo pure che quella via vicinale si ferma nell’esatto punto della stazione ferroviaria. All’ingresso della stazione troviamo oggi la S.S. 187  ben lontana dai magazzini della tonnara.

Ecco la carta Catastale

Vedremo tra poco che per l’Ufficio Trazzere  la “Via  Vicinale Scampati” è una Regia Trazzera denominata “Bivio Tonnara Magazzinazzi-Alcamo numero 409”. L’amico professore Carlo Cataldo così ci fa conoscere la contrada Magazzinazzi e Tonnara. Ecco uno stralcio del suo ultimo libro.

Sicuramente gli armenti e le percore non trasportano frumento e cereali e neanche tonni; Anche la “Statistica” che la campagna della contrada coltiva frumento. Anticipo subito che la strada in parola non termina alla “tonnara”, ma incrocia altra originale trazzera Regia (poiché  nuovissima scoperta da registrare alla Societa’ Italiana degli autori ed Editori), esattamente la numero 554 Castellammare-Isola delle Femmine.

Ecco il quadro unico dell’Ufficio Trazzere

Già come principio di questa “tiritera” iniziare il discorso delle erronee e false Regie trazzere 409 e 554 non mi appassiona, ma mi disgusta, tuttavia per dovere civico mi preme evidenziare che sono facilmente confutabili  da numerose carte antiche (Agatino Daidone 1717, Schmettau 1720, Smith 1826, IGM 1852, ecc.).

Riporto in basso la carta Schmettau 1720. Notiamo benissimo che da Isola delle Femmine parte una sola strada e arriva a Partinico. Nessuna strada litorale da Castellammare ad Isola delle Femmine.

Carta IGM 1852 ho evidenziato con tratti di colore rosso la Isola delle Femmine Partinico. Nessuna strada da Castellammare Isola delle Femmine.

Altra bella mappa IGM lo stesso tracciato Isola delle Femmine-Partinico. Nessuna strada da Castellammare ad Isola delle Femmine.

Infine come fonte storica “ineccepibile” (che non ammette eccezioni o censure di sorta) che nega l’esistenza di una strada che collega Castellammare con Isola delle Femmine la troviamo nel libro di Ruggero – Viaggio in Sicilia di Idrisi (Vedi capitolo II-parte II-i Normanni, pubblicato il 9 gennaio 2016).

Ecco la mappa redatta dall’architetto Luigi Santagati.

Sciacca-Marsala (18 miglia da Mazara)-Trapani (23 miglia da Marsala)-Erice (10 miglia da Trapani)-Bagni Segestani (20 miglia da Erice)-Al Madarig (Castellammare porto, 3 miglia da Bagni Segestani)-Calatubo (10 miglia dai Bagni Segestani)-Partinico (12 miglia da Calatubo)-Cinisi (distanza non citata; mia stima 10 miglia)-Carini (8 miglia da Cinisi). Miglia 114.

Isola delle Femmine non è neppure presa in considerazione, ma la strada da Trapani (Erice), terme Segestani, Alcamo fino a Palermo è la Via Valeria.

Infine abbiamo il Decreto Prefettizio del 2 giugno 1880 che ha espropriato i terreni in contrada Canalotti per la costruzione della ferrovia  per Castelvetrano  e Marsala.

Ecco il progetto con i nomi dei proprietari. Il progetto indica la strada ferrata, non indica alcuna strada che l’affianca, ma indica le particelle da espropriare. La Regia trazzera indicata in mappa è la trazzera Palmeri.

Altro tassello che nega una Regia Trazzera 554 Castellammare-Isola delle Femmine larga m. 38 approssimate. Buone notizie per i proprietari delle costruzioni lungo la strada ferrata che copre un percorso di almeno tre kilometri.

Un’ultima notizia fresca del 30 ottobre scorso è la seguente: un innocente usurpatore che da alcuni anni si batte con il Comune per l’approvazione di un progetto in Via Kennedy (peraltro in passato approvato e scaduto), mi ha consegnato il certificato di demanialità rilasciato dall’Ufficio Demanio Trazzerale. Poiché sono in possesso di alcune certificazioni di questo tipo ritengo opportuno per vari motivi, cosciente di dissertare dall’argomento “Scampati”, mostrare ai cari lettori l’evoluzione subita nel descrivere queste false attestazioni di proprietà come Regie trazzere armentizie. L’argomento che sommariamente ho trattato in passato adesso sicuramente è più interessante. A tal proposito inizio molto indietro a quaranta anni fa.

Anno 1981

Nel tratto di penna di colore rosso leggiamo “Appartiene al DEMANIO PUBBLICO ARMENTIZIO” della area catastale segnato in giallo fa parte della R.T. Alcamo-Castellammare del Golfo dem.(forse vuole significare demanio) 390. 16 aprile 1981. Firmato geom. Giampiero Cinquemani-delegato alla reintegra. Ecco lo stralcio del certificato.

Anno  1993

Adesso propongo una certificazione di un mio caro lettore di Ragusa per la Regia Trazzera n.383 Ispica-Pachino del tutto inesistente neanche segnata nelle carte antiche IGM. A dimostrazione della inesistente trazzera in parola, mi sono procurato il fogio IGM N. 175 Spaccaforno (oggi )Ispica che propongo in basso per gli amici del luogo. La carta evidenzia un collegamento diretto Scicli-Spaccaforno-Rosolino, ma la strada segnata con linea di colore rosso termina nei feudi arrivando al mare.

Anche la strada che da Pachino cammina nel verso di Ispica muore nei Feudi.

Ripeto sono strade che non si collegano con le città in parola, ma terminano nei feudi due territori di Ispica e Pachino. Nella carta stradale moderna le due città sono collegate.

Torniamo alla certificazione. Nell’attestazione leggiamo quanto appresso: “Proprietà” (non più appartenenza) del demanio pubblico armentizio (mentre abbiamo visto che non c’è alcuna strada che da Spaccaforno raggiunge Pachino  e manca la prova della larghezza di quasi m. 38)… della R.T. Piano di Gesù (Ispica)-Pachino “riconosciuta” appartenente al demanio con decreto N° 230/383 del 2/2/1954”.

Proseguiamo infine con il certificato di demanialità rilasciato dal Demanio Trazzerale arriviamo oggi anno 2020.

Anno 2020

Adesso mostro l’ultima edizione della certificazione di demanialità datata 30 ottobre 2020. La formula è del tutto innovativa e del tutto cambiata ed abbreviata: non leggiamo più che la parte colorata in giallo risulta essere di proprietà del demanio pubblico armentizio; leggeremo semplicemente che “la zona colorata in giallo…del foglio di mappa 53 del territorio di Alcamo (TP), fa parte della consistenza originaria (canne 18 e palmi 2 – a m. 37,68) della Regia Trazzera 488 Bivio Rosignolo Alcamo la cui demanialità è stata rinosciuta con decreto assessoriale n.366/488 del 07/12/1955.

Osserviamo che hanno camuffato la “proprietà del demanio pubblico armentizio con la “Regia Trazzeracosì si evidenzia con inganno che la Regia Trazzera invece di essere una “Regalia” cioè una strada di proprietà del Re è sottinteso che è una trazzera armentizia larga quasi m. 38. Per i decreti del 1923 e 1927 occorre un titolo, una carta, una traccia che prova non la strada Regia, ma la strada armentizia. Allora ripeto ancora una volta, che le strade di uso pubblico erano le “Regalie” ed appartenevano al Re larghe appena m. 4 (il passaggio di due carri in senso opposto), cosicchè si denominavano  strade Regie diverse dalle trazzere armentizie per la loro larghezza (passaggio di mille armenti nei sensi opposti).

Ecco il certificato.

Riprendo la contrada Scampati attraversata dalla Regia Trazzera Bivio Magazzinazzi-Alcamo n. 409. Ripropongo a tal proposito la carta catastale foglio n. 3 del territorio di Alcamo per ricordare che la Via Vicinale Scampati dal 1954 è il primo tratto della trazzera Regia 409 che assurdamente fa bivio con la Tonnara Magazzinazzi. Nella mappa del Catasto del 1938 sotto riportata mostra che la strada vicinale Scampati incrocia la SS. 187.

Ecco la carta del catasto

Col quadro unico disegnato dall’Ufficio Trazzere ci accorgeremo che la trazzera in parola incrocia altra inventata Regia Trazzera 554 Castellammare del Golfo-Isola delle Femmine e non mai un bivio che conduce ai Magazzinazzi.

Riporto brevemente la pianta del litorale di Alcamo Marina ove sono rappresentate la linea ferroviaria e le abitazioni sotto e sopra la strada ferrata per significare che tutte le costruzioni adiacenti alla strada ferrata cadono nella Regia Trazzera 554. La carta evidenzia con chiarezza che le abitazioni coprono almeno 4 kilometri di strada con inizio dalla stazione di Castellammare del Golfo alla contrada Calatubo che confina con il territorio di Balestrate. Una vera grazia di Dio per il Demanio Trazzerale ed una disgrazia per i proprietari. Sono pure in possesso di un documento che Mussolini nel progettare la linea ferroviaria ha fatto espropriare tutti i terreni relativi alla linea da costruire.

Infine con cerchio di colore rosso ho segnato la “Tonnara” ben lontana dalla Via Scampati. Quindi la Regia Trazzera non fa assolutamente  bivio e non conduce alla Tonnara Magazzinazzi.

Faccio fatica ad andare avanti perché per natura non sono un’azzeccagarbugli. L’impegno e la forza di arrivare alla fine la ricevo dai miei cari lettori, dalle persone che mi hanno contattato e da ultimo dal mio carissimo professore Silvio Mazzarese che amiamo tutti la Sicilia senza pregiudizi.

Adesso propongo un piccolo stralcio della mappa redatta dall’ex Ufficio Trazzere presumo nel 1952. A colpo d’occhio osserviamo che non è una carta stradale, ma uno schizzo di mappa solo irreale, illusorio e inesistente. Non occorrono particolari competenze per capire la mappa.

Inizio dal bivio Tonnara Magazzinazzi scritto a carattere cubitali: 1) la Trazzera Scampati si incontra a destra (cioè lato Est) con una strada rotabile per Balestrate (Sicciara dal Borbone); 2) a sinistra (cioè lato Ovest) questa volta per Trapani non per Castellammare che attraversa il fiume S. Bartolomeo la cui foce finisce in spiaggia Plaia ad alcuni centinaia di metri di distanza); 3) di fronte il bivio con le due strade di Balestrate e Trapani leggiamo Tonnara Magazzinazzi che confina con la foce del fiume S. Bartoloneo.

Ecco lo stralcio della mappa

Allora il bivio segnato con cerchietto indica falsamente l’ingresso allaTonnara Magazzinazzi. La sottostante carta cittadina di Alcamo Marina che abbiamo osservato sopra la ripropongo  per comodità di lettura. Osserviamo che la Via Scampati è ben lontana dalla Tonnara.

Per quale motivo non hanno indicato come bivio la Regia Trazzera 554 Castellammare-Isola delle Femmine? Forse non era più coerente e realistico riportare la Regia trazzera 554 che ripropongo in basso?

Già fin dalla partenza della Regia Trazzera 409 lo stralcio della mappa disegnata da quell’Ufficio non è carta stradale probatoria. E’ solo una carta simulatoria e ingannatoria delle leggi che stabiliscono di accertare la consistenza così da assettare definitamente i tratturi di Puglia e le trazzere di Sicilia.

Ad abbundatiam propongo la carta aerea degli anni 1990, senza ripetermi in commenti,  che nega per antonomasia lo schizzo fantasioso e da sogno redatto dall’ex Ufficio trazzere in raggiro alle leggi regolatrici delle trazzere e spillare denaro a innocenti usurpatori.

Il disegno della carta che indica la Regia Trazzera 409 che abbiamo visto non solo parte con un piede sbagliato, ma termina con un arrivo abissale e sconfinato. La trazzera in discorso, salendo verso Alcamo, supera la contrada Scampati, attraversa la contrada Bosco d’Alcamo, la contrada Piano della Rena (o Rina), la contrada Timpi Rossi e arriva allo spiazzo di Gammara; da qui arriva (non si sa come) allo spiazzo Balatelle e sale in montagna per la via monte Bonifato fino ad arrivare alla cima. Ecco la mappa.

Domanda! Ma questa è una mappa stradale o uno schizzo adattato ed inventato? Come si collega la trazzera 409 con la trazzera 486? Osservando la carta la trazzera 409 deve fare un salto per arrivare allo spiazzale Balatelle. La prova è data dalla carta cittadina e dalla schizzifrenica mappa della trazzera 486 che riporto in basso.

Disgrazia volle che l’Archivio di Stato di Trapani al fondo Intendenza mi ha fatto ritrovare il sottostante documento che attesta che la trazzera del Salvatore è stata verbalizzata per usurpazione. Che ne pensa l’Ufficio Demanio Trazzerale ? Io penso che la via che conduce al monte Bonifato non solo è stata verbalizzata, ma anche riscattata.

Non faccio altri commenti perché mi riservo, Dio volendo, di studiare bene il documento; voglio aggiungere solamente che l’attuale Via Monte Bonifato che inizia dallo spiazzo Balatelle e arriva a Palazzetto (conosciuta da me e dai vecchi Alcamesi come “acchianata di Firraredda” meglio salita di Ferrarella) non è trazzera Regia. La sola ed unica trazzera, certamente a questo punto una “Regalia” è la Via SS. Salvatore (Vedi capitolo capitolo X-parte I, pubblicato il l’8 giugno 2019).

Taglio corto per affermare che ciò che ci ha mostrato l’ex Ufficio Trazzere non è per niente “Favole” e neanche barzellette, ma sono fandonie, bugie, millanterie, burle, cantonate. Non so cosa aggiungere altro. Ripeto ancora una volta che almeno mille pecore e armenti carichi di grano, cereali e tonni, viaggiavano dal mare in cima alla montagna attraversando le Vie e Viuzze cittadine. Bene!

Osserviamo adesso lo stralcio della carta Schmettau del 1720 ove riscontreremo le antiche arterie viarie che ho segnato con tratti di penna colorate. A Est la Trapani-Palermo; a Sud nessuna strada che da Alcamo sale sul Monte Bonifato; a Nord-Ovest leggiamo Magazzinazzi senza alcuna strada che si collega con Alcamo; spostando a Ovest  dai Magazzinazzi abbiamo la strada che dal fiume S. Bartolomeo conduce alla spiaggia Plaia anch’essa Regia Trazzera n. 487 Foce fiume S. Bartolomeo-Bivio Cavaseno (Alcamo); segue Regia Trazzera Castellammare-Alcamo 390 che arriva allo spiazzo della contrada Gammara. Evidenzio che non è segnata alcuna Strada San Leonardo; segue la Regia Trazzera Trapani-Palermo n.452; infine l’Alcamo-Calatafimi (Regia Trazzera Bivio Rosignolo-Alcamo 488). Il caso vuole che siano indicate le sole Regie Trazzere che si riscontrano correttamente nella carta Catastale e che l’ex Ufficio Trazzere li trasfigura trazzere armentizie larghe quasi metri 38. Allora il generale e illustre cartografo del secolo XVIII ha dimenticato di indicare ben 15 Regie trazzere del territorio Alcamo. Nel caso in esame ha dimenticato i seguenti: Bivio Magazzinazzi-Alcamo; Litorale tratto Castellammare-Isola delle Femmine. E’ inutile precisare che quest’ultime Regie trazzere sono ingegnose creazioni dell’ex Ufficio Trazzere. Ecco la bellissima mappa Schmettau.

Adesso osserviamo la carta Smith 1826. La carta rappresenta solo due strade: Alcamo- Castellammare che iniziando dalle periferie Nord-Ovest di Alcamo attraversa il fiume San Bartolomeo e si congiunge con Segesta e con Castellammare. E’ segnata anche una ben marcata arteria strada Alcamo-Calatafimi che corrisponde alla deviazione della Consolare Via Valeria-braccio Hiccara (oggi Carini)-Lilibeo (oggi Marsala).  Non sono rappresentate altre strade.

Concludo affermando a chiare lettere che le Regie Trazzere 409 e 454 non esistevano o se per caso esistevano erano strade private di comodo ai feudi. Non esistono altre carte più antiche che possono smentire le carte in argomento.

Per una completa trattazione riporterò e commenterò la “Relazione di Demanialità” della trazzera 409 e in chiusura mostrerò che la “Statistica” ha accertato che nella contrada Scampati figurano usurpazioni.

 Per raccontare un fatto nuovo ed inedito, di recente mi è stata data l’occasione di scartabellare vecchi documenti della mia parente che nel lontano anno 2004 in contrada S. Leonardo ha dovuto cedere un tratto di terreno per allargare la strada della Via San Leonardo. Per una puntuale documentazione riporto in basso una lettera raccomandata del Servizio Demanio Trazzerale datata 21 luglio 2004  protocollo 3157. La lettera invitava la mia parente a presenziare alle operazioni di accertamento per occupazioni abusive di suoli trazzeriali di Alcamo.

Ecco la raccomandata

Abbiamo letto che la particella incriminata è la 289 del foglio catastale 33 di Alcamo attraversata dalla Regia Trazzera 452 Trapani-Palermo. Inverosimile ! Abbrevio per affermare che nel 2004 la particella 289 era già frazionata con due vecchi atti notarili e la particella oggetto di aggiornamento era esattamente la 1290 sempre del foglio 33 che ricade nella ex Via San Leonardo oggi Via Vivaldi. Infine la falsa e inventata Regia Trazzera della contrada interessata non è la 452 Trapani-Palermo, ma la 390 Castellammare-Alcamo in beffa alla carta Catastale del 1938. La piena dimostrazione la troviamo nelle seguenti carte: In primo luogo occorre osservare lo stralcio della sottostante carta Catastale che indica la Via S. Leonardo e le Particelle catastali 288 e 289 che ripeto all’epoca della sopra riportata raccomandata era stata frazionata.

In basso abbiamo il quadro unico Catastale che indica la Via S. Leonardo e una via vicinale senza alcuna denominazione che si collega con uno spiazzo rettangolare denominato “Orto Ballo”.

Infine la chiarissima carta IGM che mostra a chiare lettere che tra le due vie S. Leonardo e Via Eremita esce un bivio con una viuzza che lambisce il Convento dei Cappuccini e si collega con la Via Milazzo e svoltando a destra arriva allo spiazzo Spirito Santo attraversando Orto Ballo ed a sinistra con la Via Ugo Foscolo.

La medesima rappresentazione è raffigurata nel sottostante quadro unico dell’Ufficio Trazzere.

Riporto in basso lo stralcio del foglio 33 del Catasto di Alcamo elaborata dall’Ufficio Trazzere. La carta indica la Via San Leonardo (oggi Via Vivaldi), all’estremità opposta della Via vediamo la particella 288 trapezoidale e al di sopra la particella delimitata da una circonferenza e da un tratto di penna di coloro rosso. Quest’ultima è stata la particella incriminata del foglio 33 che nega geometricamente che la Regia Trazzera non è nel cammino della Regia trazzera 452 Trapani-Palermo, ma nella improvvisata Regia Trazzera 390 Alcamo-Castellammare.

Tutto ciò per segnalare che il Demanio Trazzerale sbroglia e imbroglia mappe, catasto e strade a suo piacimento. Tanto è vero che abitanti della Via Ugo Foscolo hanno dovuto legittimare e pagare il suolo come trazzera armentizia 390 Alcamo-Castellammare ove qualche secolo addietro è stata edificata la propria abitazione del tutto inventata senza alcuna ragione.

La foto Google Heart sottostante mostra che la particella in parola si trova nella Via Vivaldi.

Quest’altra foto sempre Google Heart mostra il prolungamento della Via Vivaldi con la Via S. Leonardo.

Riporto il certicato del 1981 che già conosciamo e che attesta che la particella in parola segnata con un tratto di penna di colore giallo fa parte della trazzera Regia Alcamo-Castellammare n. 390 (percorso pure studiato a tavolino e istituzionalizzato. Tutto ciò per segnalare, ripeto, che il Demanio Trazzerale sbroglia e imbroglia mappe, catasto e strade a sua convenienza. Tanto è vero che abitanti della Via Ugo Foscolo hanno dovuto legittimare e pagare il suolo come trazzera armentizia 390 Alcamo-Castellammare ove qualche secolo addietro è stata edificata la propria abitazio del tutto inventata senza alcuna ragione.

Infine altro fatto eclatante da evidenziare è il seguente: la certificazione che ho sopra riportato comprese quelle storiche che ho mostrato all’inizio non sono affatto certificati di proprietà perché le singole particelle sono iscritte al Catasto sotto il nome del proprietario. Secondo le nostre leggi in vigore tutte le partite del Catasto appartengono ai singoli proprietari volturati e non alla Regione Siciliana. Allora il Demanio Trazzerale per dimostrare la proprietà deve tracciare e sovrapporre sulle carte Catastali di ogni foglio dei singoli Comuni le mappe delle antiche vie armentizie che peraltro non esistono. In questo caso le linee rette  dei tracciati delle millenarie trazzere armentizie non possono né diventare curve e neanche cerchi circocentrici o addirittura trapezi come capita per la trazzera 486

Ho appositamente riportato il titolo originale della trazzera 486 per evidenziare che non esiste e non è mai esistita una strada che unisce la Madonna delle Grazie con la Via SS. Salvatore.  Quindi questa strada come già abbiamo visto fa il giravolta, curve e trapezi attraverso le Vie cittadine.

Invece, la sovrapposizione di due carte topografiche non ammette errori o imbrogli. Infatti anche la via Ugo Foscolo senza girare o rigirare per le vie cittadine non può collegarsi con Castellammare. Pure la Via Vicinale Nuccio Scio, la trazzera 390 Alcamo-Castellammare, la Via Kennedy, il Corso dei Mille, ecc.  non sono affatto in linea né con le antiche mappe (in particolare con la carta Schmettau 1720, Smith 1826, catasto Mortillaro 1832 e Catasto del 1938). Peraltro non esistono altre carte più antiche che possono smentire ciò che è scritto. In altre parole, le Regie Trazzere dichiarate “inconcludentemente demaniali” sono “cani randagi” che camminano dove vogliono senza alcun riferimento storico e senza alcuna regola .

 La ritrovata raccomandata del 2004 dopo ben sedici anni mi ha fatto pure ricordare che la mia parente mi ha invitato caldamente ha presenziare al sopralluogo. Il funzionario incaricato geometra Andrea Aricò con il quale in seguito e per alcuni anni (2008-2012) ho avuto numerosi incontri e corrispondenze epistolari, puntuale all’appuntamento ha chiesto, preteso e valutato i titoli di proprietà del terreno di cui trattasi. La parente ha mostrato un atto notarile della propria mamma. Dopo la lettura dell’atto il funzionario ci ha spiegato che si doveva cedere una piccola porzione di terreno per allargare la strada, invitando l’interessata a firmare il documento di cessione. A questo punto prendo la parola e chiedo al delegato funzionario i loro titoli di proprietà. Il funzionario mi ha invitato in Ufficio per mostrarmi una copia di un antico decreto che stabiliva anche la larghezza delle Regie Trazzere.  Il giorno dopo di buon mattino mi reco in quell’Ufficio incontro il Geometra che mi fa visitare l’archivio e dopo un’affannosa ricerca non trova alcun decreto che fissava la larghezza delle Regie trazzere. Rammaricato comunico alla mia parente di non firmare alcun atto perché non mi hanno esibito alcun titolo che stabiliva la larghezza della trazzera. Dopo alcuni anni ho saputo che la mia parente ha firmato il documento perché gli hanno promesso il pagamento di una somma di denaro che non mai ha avuto. Successivamente la mia parente mi ha incaricato di seguire la legittimazione dell’intera particella al fine di ottenere dal Comune di Alcamo l’autorizzazione per costruire un muro di cinta confinante con la particella 288.

Questo fantasioso racconto che potrebbe ritenersi una lungaggine noiosa, tuttavia è fondamentale perché da qui iniziano i miei studi e ricerche nel corso dei quali sulla base di documenti man mano acquisiti e con riflessioni maturate minuto per minuto ho trovato la piena conferma che l’Ufficio Trazzere non mi poteva esibire alcun titolo in particolare un decreto normativo che fissasse la larghezza delle trazzere perché ho scoperto,con miei annosi studi e ricerche, che erano inesistente.

La storia, ripeto, frutto delle mie annose ricerche per gli innumerevoli antichi documenti e carte topografiche ritrovate – tutte pubblicate in questa mia rubrica – c’è  la fornisce essenzialmente il Maestro Segreto marchese Buglio a partire dal 1787 terminata nel 1806. (invito il lettore a rivedere l’intero capitolo V).

Il discorso è molto lungo ed è plasmato nei capitoli V, VI, VII e VIII che abbraccia più di 120 anni volti ad una ricerca assillante ed affannosa delle trazzere e relative usurpazioni (dal reclamo del marchese Moleti 1721- alla Statistica delle usurpazioni 1845). Abbrevio molto e mi limito a ripetere alcuni fatti rilevanti che dimostrano l’assenza assoluta di antichi documenti “con valore legale” che dimostrano la larghezza di canne 18 e palmi 2 di tutte le trazzere armentizie della Sicilia. Infatti i 690 decreti che dichiarano 690 Regie Trazzere senza nominare un documento normativo per esempio un decreto che stabilisce che le Regie Trazzere sono in tutto il territorio delle Sicilia larghe canne 18 e palmi 2 sono altro che “bidonate”. Infatti le “Regie Trazzere” come le “strade Regie” non sono altro che vie di proprietà del Re o della Corona che sono state chiamate nove secoli addietro “Regalie” e che  sono larghe appena m. 4 corrispondenti al passaggio di due carri in senso opposto. Questa misura ricorre, come ricordo, dalle strade costruite dai Romani, facevano eccezioni le strade “Consolari” larghe metri 10,32 cioè palmi 40. Allora le 690 Relazioni di Demanialità scritte dall’Ufficio Trazzere per non raccontare per dir poco le “barzellete sulla demanialità” (termine coniato dai Normanni riguardante le strade e tutti i beni pubblici) dovevano iniziare con un documento che stabiliva e confermava le larghezze canoniche delle Regie Trazzere armentizie (del resto richieste dalle anacronistiche leggi del 1923 e 1927).

Per dimostrare la mancanza di un titolo di larghezza della trazzera comincio  in ordine di data ed inizio: 1) con la Consulta del Maestro Segreto del 1° febbraio 1788; 2) una lettera del Maestro Segreto diretta al Re del 30 agosto 1788; 3) le Istruzioni del 1806 diramate sempre dal Maestro Segreto; 3) la Statistica del 1845. A tal proposito riporto alcuni brani con qualche commento di poche righe.

Evidenzio quanto appresso: Licata, Troina e Mistretta erano città demaniali, ciò significava che appartenevano al Re compreso l’intero territorio e necessariamente anche le trazzere erano “Regie”. Solo Capizzi non era città demaniale. Per altro verso tra le attività economiche prevalenti delle quattro città in discorso c’era la pastorizia e quindi era necessario un forte intervento della mano pubblica come avvenne con le Costituzioni di Re Federico (una specie di COSTITUZIONE DEGLI ANIMALI DA AFFIDARE AI PASCOLI solo per quelle regioni). Infine leggiamo per la prima e unica volta la larghezza delle Regie trazzere nei bandi di quelle citate città che dovevano essere canne 18 circa. Vedremo a breve che il Maestro Segreto di un piccolo fascio di erba ne ricava una miriade di covoni plasmati in tutta la Sicilia. Andiamo avanti con la lettura del brano.

Qui ricaviamo che la trazzera è accoppiata con tutte le vie pubbliche.

Evidenzio in questo brano che la larghezza delle trazzere varia secondo i luoghi dove c’è abbondanza di greggi e armenti. Spetta al Re uniformare la larghezza per tutto il Regno. Quindi stabilire la larghezza delle trazzere in tutta la Sicilia è una decisione autonoma del Re. Evidenzio che il Re con le guerre ha conquistato le terre pertanto rimane il padrone assoluto. La regione Siciliana istituita nel 1948 che cosa ha conquistato? Chi erano i proprietari delle terre? Chiaramente solo quelli iscritti al Catasto.

Qui abbiamo letto che le vie pubbliche sono larghe appena metri 4. Vedi capitolo V-parte III, pubblicato il 1° luglio 2017. Andiamo avanti a leggere altra lettera.

Lettera del Maestro Segreto diretta al Re del 30 agosto 1788

(Vedi capitolo V-parte VII, pubblicato il 23 dicembre 2017)

…Riguardo poi a quanto V.E. mi ordina di riferire qual dovrebbe essere la larghezza delle Trazzere e Strade ci…dalle leggi sono a rassegnarle, che in questo mio Officio non esistono istruzioni  generali, che la prescrissero, per tutto il Regno che è stato il motivo che si sono ricercate da tutte le rispettive Università. Soltanto fatte le più esatte diligenze si sono ritrovate nel mio officio le istruzioni di Licata del 1505; e li bandi pubblicati nelle Regie Secrezie di Troina, Capizzi, e Mistretta del 1568. E’ quanto son venuto a riferire… Ecco il documento originale scritto di pugno del Maestro Segreto. Più chiaro di così si muore!

Archivio di Stato (Catena) di Palermo Maestro Segreto busta 275

Riporto in basso il più antico Bando originale di Licata del 1505. Devo evidenziare che dal porto di Licata si esportavano le carni pecorine, caprine e formaggi a Malta raccontato da Patrick Brydon (1770) il pioniere dei viaggiatori stranieri in Sicilia del  ‘700 (Vedi capitolo IV-parte I, pubblicato il 30 aprile 2016).

Li trazzeri divunu essiri di la larghizza una corda e mezza a caricare…

si prescrive dover essere la larghezza delle Trazzere di una corda e mezza a caricare, corrispondendo a canne 18 e palmi 2 secondo la comune prasse,

Non occorrono altre spiegazioni per capire che l’ex Ufficio Trazzere non ha trovato alcun documento antico che riconosceva la larghezza delle 690 Regie Trazzere; non esistevano l’abbiamo letto col pugno del Maestro Segreto Marchese Buglio, fatta eccezione dei bandi delle quattro città e con vocazione pastorale. Tuttavia voglio continuare il discorso con il seguito dei provvedimenti del Maestro Segreto e così arrivo alle Istruzioni del 1806 (Vedi capitolo VIII-parte III, pubblicato il 22 dicembre 2018).

            Riporto in basso alcuni stralci del documento originale che ho prelevato presso la Biblioteca Comunale di Naro (provincia di Agrigento). Vedremo succintamente che complessivamente non sono altro che ordini impartiti dal Maestro Segreto ai collaboratori ausiliari per la custodia e conservazione originaria delle trazzere, vie pubbliche e supreme Regalie. Sono norme regolatrici interne e hanno valore esterno cioè valide per la collettività.

Affrontiamo adesso il capitolo quarto riguardante la larghezza delle Regie Trazzere e Vie pubbliche.

Leggeremo in basso la medesima filastrocca (che già conosciamo) delle città che hanno subito il bando che ne stabilisce la larghezza di canne 18 e palmi 2 delle trazzere, come Licata, Troina (provincia di Enna), Mistretta e Capizzi ( entrambi provincia di Messina) alle quali si aggiungono le Istruzioni di Sciacca (provincia di Agrigento) del 1633 comunicate dalla locale Secrezia. E’ scritto a chiare lettere che la larghezza di una corda e mezza a caricare  non è estesa in tutto il territorio Siciliano ma in alcune parti. A causa della riduzione degli allevamenti e degli spostamenti di pecore e armenti attraverso le trazzere, si osserva che dette trazzere si sono ristrette in tutte le parti del Regno. Allora occorre evitare maggiori usurpazioni e mantenere la larghezza dello stato naturale (meglio originario) per antiche usurpazioni commessi da vetusti possessori di fondi limitrofi.

Come ultima battuta abbastanza pregnante è la seguente: le ragioni del fisco  sono protette dalle usurpazioni commesse dai “dieci anni a noi vicino”.  Le usurpazioni inseguite negli ultimi 10 anni, non è forse una lezione, un ammonimento o meglio una lavata di capo per il Demanio Trazzerale? Tenuto fermo l’anno 1954 di pubblicazione dei Decreti Assessoriali quanti secoli sono trascorsi inosservati a tutela del demanio trazzerale usurpato? Se teniamo fermo l’anno 1845 della Statistica sono trascorsi ben 175 anni e ancora si inseguono le usurpazioni di Regie Trazzere “anonime”. Il termine “anonimo” è corretto perché l’Ufficio Demanio Trazzerale  conosce bene 11.500 Km di Regie Trazzere, il comune cittadino siciliano non ne conosce nessuna; conosce da pochi anni solo una trazzera, se il Comune di residenza non concede un’autorizzazione ad edificare perché l’edificio da costruire o da restaurare cade nella Regia Trazzera. A tal proposito riporto in basso il titolo dell’articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia il 5 giugno 2019 ( Vedi capitolo X- parte II,III e IV).

Infine con la Statistica del 1845 si sono placati gli animi della secolare ricerca affannosa delle trazzere e vie pubbliche. Ecco la foto del grande volune custodito dall’Archivio di Stato (Gancia) di Palermo.

Con la seconda pagina del suddetto libro abbiamo un Indice Collettivo che riepiloga le quantità di terreni usurpate dalle Regie Trazzere delle infrascritte Province.

Le Province sono sei anzichè sette, manca la provincia di Agrigento. A mio giudizio la provincia di Agrigento doveva essere presa in considerazione scartando le due città demaniali di Licata e Naro a seguito dei bandi subiti. Infatti, come già ho osservato sopra, queste città erano demaniali ed appartevano al Re. Allora il Re ha usurpato le sue terre? Certamente no! Ritengo che per questa ragione la Provincia di Agrigento è  stata scartata. Però alla città di Licata l’ex Ufficio Trazzere ha disegnato ben 42 Regie Trazzere che doveva pagare il Re.

Concludo il racconto. In assenza di altri documenti che provano la larghezza di metri 37,68 delle 11.500 kilometri di trazzere armentizie, le usurpazioni restano solamente tutte quelle descritte nella Statistica che il Re ha fatto pagare con denari e con censi. La certezza la ricaviamo dalle leggi sul contenzioso del 1817 (Vedi capitolo XI-parte I, pubblicato il 23 febbraio 2019) che affida la materia alle Intendenze e ai Sindaci di recuperare le somme e reintegrare le terre usurpate. L’Archivio Storico di Erice è pieno di processi in materia di usurpazione.  Anche gli Archivi di Stato della Sicilia il fondo archivistico Intendenza è pieno di fascicoli sulle usurpazioni di tutti i comuni. Ecco alcuni sottostanti documenti esemplari.

Credo fermamente su tutto ciò che ho raccontato con documenti alla mano e di avere correttamente informato il lettore degli “atti osceni” che ho ritrovato anche in questa puntata frutto di lunghi anni di studio maturati giorno per giorno. Mi auguro di non avere tediato il lettore in questa mia sofferente occasione che mi ha creato stanchezza e riprovevole disagio lavorando sulle trazzere minate di Alcamo. Allora chiudo la puntata con dispiacere perché devo continuare ancora a scrivere per chiudere le usurpazioni di Alcamo che ho prelevato nella “Statistica”.

La prossima puntata verrà pubblicata sabato 23 gennaio 2021 continuando il commento della Regia Trazzera 409 Bivio Magazzinazzi-Alcamo e aggiungo la Regia Trazzera 390 Alcamo-Castellammare che riguardano entrambi le usurpazioni accertate dalla Statistica nelle contrade Scampati, Tempi Rossi, Pile, Fontana Pietra e Gammara come ultime contrade da pubblicare, se non mi dilungerò troppo.

Antonino Messana

 

BIBLIOGRAFIA

-Cataldo  Carlo – Magazzinazzi  Storia di Alcamo – Territorio, archeologia, eventi e personaggi – Volume I pagina 71.

-Cataldo  Carlo – Scampati  Storia di Alcamo – Territorio, archeologia, eventi e personaggi – Volume I pagina 80.

-Santagati Luigi (a cura di) – La Sicilia di al-Idrisi ne Il Libro di Ruggero, Salvatore Sciascia Editore-Caltanissetta-Roma 2010.

-Al-Idrisi-Il Libro di Ruggero, tradotto e annotato da Umberto Rizzitano. S. F. Flaccovio Editore-Palermo 1968. Custodito dalla Biblioteca Civica di Alcamo, collocazione 945.8.04.IDRI.

-Maestro Segreto – Archivio di Stato (Catena) Palermo busta 275.

–Via del Salvatore Alcamo – Archivio di Stato di Trapani fondo Intendenza

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