La Regione dalla parte della cultura, ma pensando a far cassa

La storia di un artista di Favignana che volendo contribuire a far conoscere con le proprie opere lo Stabilimento Florio di Favignana si è visto chiedere 30 mila euro

La cultura e l’arte hanno un costo. Non solo quello che decine e decine di artisti affrontano ogni giorno per realizzare le proprie opere, ma anche quello che bisogna sostenere per dare ristoro alle casse della nostra Regione, in questo caso. Nella nostra terra si fa un gran parlare di cultura, di arte, e questo per rendere anche interessante il territorio e però quando alla Regione si offrono le possibilità, può accadere che l’interessato si veda richiedere cifre esose, troppo esose. Così da far pensare che la nostra Regione, inteso come ente pubblico e istituzionale, Regione Siciliana, con la cultura e l’arte pensa solo a far cassa. Sarà interessante sapere cosa ne pensa l’assessore regionale alla cultura e all’identità siciliana Alberto Samonà. La storia è questa.
L’artista favignanese Gaspare Bertolini all’avvio della stagione estiva ha avuto l’idea di far conoscere le proprie opere con una esposizione all’interno dell’ex Stabilimento dei Florio di Favignana. Badate bene, una esposizione che non prevedeva la possibilità che il pubblico potesse acquistare le opere. Bertolini non ci avrebbe guadagnato nulla. La sua idea quella più di far vedere le sue realizzazioni artistiche proporre una serie di immagini attinenti il luogo dove dovevano essere esposto. Lo Stabilimento Florio per più di un secolo fu vita pulsante dell’isola, divenendo emblema con la tonnara della presenza dei Florio a Favignana. In questo stabilimento dal 1859 si cominciarono a lavorare i tonni pescati poco più al largo, con le reti calate tra Favignana e la dirimpettaia isola di Levanzo. Oggi lo Stabilimento, diventato di proprietà della Regione, restaurato con una spesa di 14 milioni di euro, è uno dei principali musei di archeologia industriale del nostro Paese. Simbolo di quello che una volta l’opera dell’uomo riusciva a fare. E però via via anche la parabola di questo luogo è ripresa a scendere, addirittura per questa estate l’apertura è stata incerta e non per causa Covid. Una parabola in discesa così come era stato per l’originario stabilimento che a cavallo tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80 non fu più operativo. 

Anche perché nel frattempo la tradizionale pesca del tonno, la mattanza, restò senza gli aiuti dovuti. Oggi restano un paio di tonnaroti, rimasti senza il loro raid Gioacchino Cataldo, a ripercorrere con i loro ricordi quella che fu una vera e propria epopea, per chi ha avuto modo di assistere alle “mattanze” si è trovato dinanzi uomini eroici. Ecco le opere che Gaspare Bertolini voleva portare in uno degli spazi ricavati dentro lo Stabilimento Florio, volevano riproporre al visitatore ciò che un tempo accadeva. La pesca del tonno, il volto carico di sforzo dei tonnaroti, quei colori dell’isola, è tutto attorno lo stabilimento che virtualmente tornava a vivere, così da far sentire là odore del pesce, il calore delle antiche fornaci. Le opere scelte dall’artista accuratamente e che dovevano diventare con lo stabilimento un’unica cosa. Eppure ciò non è potuto accadere. La proposta e la relativa richiesta da parte di Bertolini di uso di una minima parte dei circa 20 mila metri quadrati dello Stabilimento, ha ricevuto dal direttore del Polo Museale di Trapani, dott. Roberto Garufi, una risposta positiva ma a precise condizioni economiche. Certamente la risposta del dirigente dei Beni Culturali non è dipesa da una volontà dello stesso, capiamo che ha applicato direttive del suo assessorato. In soldoni Bertolini per esporre le sue opere, solo per concorrere a abbellire e rendere vivo lo Stabilimento, avrebbe dovuto pagare 10 mila euro (per il solo uso per un mese dello spazio), procurarsi una fideiussione da 20 mila euro e occuparsi della quotidiana sanificazione e pulizia del luogo. E questo nonostante due cose: la Regione avrebbe incamerato i guadagni dalla vendita dei biglietti di ingresso (per accedere all’impianto muse Ale si paga sei euro a persona) e poi esiste una convenzione tra Regione e Comune di Favignana, una intesa che consente all’amministrazione comunale di avere a disposizione propri spazi, da poterli liberamente cedere. Il privato, Bertolini, si era messo a disposizione dell’ente pubblico, anziché eventualmente essere lui pagato per l’iniziativa, cosa che comunque mai è stata chiesta, lui avrebbe dovuto pagare e non pochi spiccioli di euro. La richiesta era stata inviata da Bertolini ai primi di luglio anche al sindaco dell’isola, che però, vogliamo pensare, per i guai giudiziari subiti non ha avuto il tempo di rispondere. Un’altra cosa la vogliamo raccontare. Il protagonista di questa vicenda non è certo l’ultimo degli artisti siciliani. E’ da oltre 30 anni che si dedica all’arte, ha avuto consensi da numerosi artisti, attori, finanche dal sindaco di Palermo con la concessione della medaglia d’argento della città. Ha ereditato dal padre, Gustavo, il saper far arte, appartengono a Gustavo Bertolini alcune tele per esempio della mappa di Trapani, realizzate con la china. Gaspare Bertolini ha iniziato il suo viaggio pittorico con la china poi l’acquerello, l’acrilico, l’olio prima su tela poi su tavola sia a pennello che a spatola ed infine la pittura digitale. Le tecniche con cui realizza le sue opere sono di alto livello e denotano sicuramente le sue doti artistiche. Sapiente è l’utilizzo dei colori e dei chiaro scuro che danno ai dipinti una grande profondità e trasferiscono una gioiosa vitalità regalando sensazioni molto particolari. Fra i suoi estimatori l’attore Luigi Lo Cascio, l’attore Gianluca Guidi, l’attore Vespertino, il comico Friscia l’attrice Sabina Guzzanti, e tanti altri. Le sue opere si trovano in collezioni private in Italia e all’estero. Negli ultimi anni ha posto il suo focus artistico sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico storico e architettonico delle isole Egadi. Tutto questo è stato anche scritto alla direzione museale, nell’eventualità che fosse distratta sulle qualità dell’artista al quale concedere uno spazio appena sufficiente ad esporre una ventina di sue opere. Lui e la sua arte insomma rappresentano, così pensiamo, una risorsa e giammai una opportunità per incassare denaro. Non può essere in questo modo che con la cultura si possa ricavare qualcosa. Siamo poi sicuri che quanto successo non sia accaduto solo a Gaspare Bertolini, ed è forse l’ora, caro assessore Samonà, di rivedere un po’ le regole, se vogliamo incentivare l’arte e attrarre attenzione anche internazionale. Noi per farvelo conoscere vi offriamo in visione le foto di alcune sue realizzazioni. Una di queste ritrae l’indimenticato rais per antonomasia, che si fece conoscere al pubblico internazionale, Gioacchino Cataldo. Lui gratis fece bella Favignana in ogni dove.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.