Aegades, le accuse contestate agli indagati

La frode scorreva con l’acqua. L’ex sindaco Ernandez dietro minaccia ottenne l’incarico per la figlia Kim quale presidente della commissione consiliare di controllo sull’area marina protetta. I guadagni illeciti della Marnavi. Le maxi indennità al direttore dell’Amp Donati. I ricatti politici

Giuseppe Pagoto
Filippo Oliveri

Un patto di sangue tra il sindaco Giuseppe Pagoto e il comandante della Polizia Municipale Filippo Oliveri. “Dopo Dio c’è il sindaco” andava dicendo il comandante Oliveri. E’ questo il primo capo di imputazione scritto in apertura delle oltre 700 pagine dell’ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal gip giudice Emanuele Cersosimo nell’ambito dell’operazione della Guardia di Finanza denominata “Aegades”. Un atto di accusa che riprende la richiesta avanzata dal Procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dai pm Matteo Delpini e Rossana Penna. Oliveri tra l’altro assicurò Pagoto che in caso di sua rielezione a sindaco, lui sarebbe rimasto a Favignana per altri cinque anni ( nel maggio 2017 assunse il comando dei Vigili Urbani delle Egadi provenendo in mobilità dal Comune di Palermo). Durante la campagna elettorale del 2018 Oliveri su direttiva di Pagoto allentò la presa dei controlli commerciali sul territorio, a proposito di suolo pubblico, somministrazione non autorizzata di alimenti e bevande nonché in materia di abusivismo edilizio e commerciale ad imprenditori ed esercenti. Per il periodo successivo alle elezioni i controlli invece venivano eseguiti ma a danno di quegli imprenditori ed esercenti che si erano schierati contro il ricandidato sindaco Pagoto. La contropartita l’affidamento di altri incarichi retribuiti come quello interinale di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, la promessa della stabilizzazione del posto occupato da Oliveri alla Polizia Municipale. Indagati sono poi i Vigili Urbani Giuseppe Libero Carbone, Giuseppe Giacalone, Giuseppe Noto, Francesco Lombardo, Giovanna Sercia, per avere eseguito i controlli sulle ditte indicate dal comandante Oliveri (gli avversari di Pagoto) consapevoli secondo il gip della illiceità di quegli ordini. Altro capitolo di indagine chiama in causa i vertici della Marnavi, la società che rifornisce di acqua potabile le Egadi tramite trasporto marittimo.

Vincenzo Bevilacqua
Domenico Ievoli

Indagati sono il sindaco Pagoto, l’ex vice sindaco Enzo Bevilacqua, i numeri uno della Marnavi e della Vemar, Domenico Ievoli e Alberto Vecchiarelli. Gli omessi controlli sui quantitativi di acqua forniti alle Egadi ha prodotto un vantaggio per Bevilacqua (che aveva la delega al servizio idrico delle isole) per la assunzione di un suo cognato e di un nipote, la Marnavi poi bonificava contributi (oltre 21 mila euro) al Comune di Favignana che il sindaco utilizzava per concedere fondi, con fini elettorali e di acquisizione del consenso, ad alcune associazioni. Coinvolti nella frode della fornitura dell’acqua sono anche Gaetano Surano, Giovanni Febbraio e Francesco Campo. E ancora un ruolo avrebbero avuto anche

Giovanni Sammartano

l’assessore Giovanni Sammartano, subentrato a Bevilacqua, la dipendente della Marnavi Antonia Vittozzi, assieme ai comandanti delle motonavi Naxos e Valais della Marnavi, Francesco Martorana, Angelo Ribaudo e Emiliano Vitiello, circa la certificazione dei quantitativi di acqua forniti, ma non solo, alla Regione Sicilia veniva rappresentata una situazione di continue forniture idriche senza che queste avevano rispondenza ai reali bisogni della comunità egadina (fatti contestati tra il 2013 e il 2018). La Marnavi con questi sotterfugi illegali avrebbe ottenuto guadagni per oltre 1 milione e mezzo di euro. Voti in cambio di assunzione è il reato contestato a Pagoto e a Francesco Campo, assunto quale manovratore dell’acqua a Levanzo, attraverso la ditta Edilevanzo. Quest’ultima ditta favorita poi attraverso un accordo tra Pagoto, Sammartano e Giuseppe Alcamo, quest’ultimo dirigente del Comune di Favignana. Giovanni Febbraio, addetto al servizio idrico a Marettimo è poi indagato per avere artificiosamente influito su un controllo del carico batterico all’interno del cisternone dell’isola, attraverso l’immissione di ipoclorito di sodio utile ad abbattere il carico batterico. Circostanza per la quale sono indagati anche l’assessore Giovanni

Ernandez

Sammartano e il dipendente Eas Gaetano Surano. L’ex sindaco Gaspare Ernandez è invece indagato per avere ottenuto con minacce rivolte al sindaco Pagoto, l’elezione della figlia, Kim Ernandez, a presidente della commissione consiliare di controllo sull’area marina protetta. E’ finito intercettato il colloquio tra Ernandez e il sindaco: ” io vi ho detto vi fate male… non ho detto tu ti fai male ma vi fate male..vedi che ci sono carte imbarazzanti che abbiamo in possesso….abbiamo in mano carte molto scottanti! ma questa non è una minaccia…è chiaro che ci dobbiamo rivedere perché come ti ho detto l’amministrazione deve cedere qualcosa, mi sembra normale!”. Analogo al “patto” tra Pagoto e il comandante Oliveri, c’è un altro accordo quello tra Pagoto e il direttore dell’Amp

Stefano Donati

delle Egadi Stefano Donati, quest’ultimo ricompensato dal sindaco attraverso cospicui benefit economici per essersi messo a sua disposizione. Donati così ottenne maxi rimborsi spese, per 15 mila euro, indennità per 10 mila euro, stipendio maggiorato di 1200 euro, 20 mila euro di indennità ad personam, e successivamente altra indennità ad personam per circa 30 mila euro. Tra le indennità anche 3400 euro per il progetto osservatorio della Foca Monaca, che puntualmente ad ogni estate veniva segnalata dall’Amp come presente nell’isola di Marettimo. Donati dal canto suo favoriva le coop indicate dal sindaco, Galea e Coris, per la gestione estiva dell’Amp. Contro Donati anche l’accusa di uso personale di un autovettura dell’Amp, anche per andare al mare. altro capitolo dell’indagine interessante è quello che vede indagati ancora Pagoto e Oliveri assieme all’assessore Sammartano e al vigile urbano Giuseppe Giacalone, per utilizzare immagini catturate dalle telecamere di video sorveglianza, poste nelle aree di raccolta dei rifiuti, per porre in essere azioni di discredito nei confronti di avversari politici del sindaco. Tra le “vittime” l’ex consigliere comunale Michele Rallo, sorpreso ad abbandonare rifiuti, circostanza usata per pubblicizzare la sua cattiva condotta, così da renderlo inviso alla cittadinanza presso la quale Rallo svolgeva attività politica in contrapposizione al sindaco, anche nella fase elettorale del 2018. Il gip Cersosimo ha deciso l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari per Pagoto, Oliveri, Bevilacqua e Vittozzi. L’obbligo di dimora a Roma per Donati. Divieto di dimora a Favignana per Sammartano e Febbraio. Obbligo di dimora a Palermo per Surano. Interdizione dai pubblici uffici per Martorana, Ribaudo e Vitiello. Misura interdittiva dai pubblici uffici anche per Oliveri, Donati (che in atto è direttore del parco nazionale del Vesuvio), Sammartano, Febbraio e Surano.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedente“Ermes 2”, confermate le condanne
Articolo successivo“Ergastolo per le stragi”
Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.