L’ultimo mistero della mafia castellammarese, si cercano le armi sotterrate: “Era un’armeria lì”

“… ci sono magari qualche decina di mitraglie.” Un vero e proprio arsenale sepolto chissà dove in Contrada Gagliardetta-Inici. È questo l’ultimo mistero della mafia castellammarese. I Carabinieri sono alla ricerca delle armi sepolte da don Francesco Tempesta, come emerge dall’operazione “Cutrara”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. La potente famiglia mafiosa castellammarese avrebbe nelle sue disponibilità delle armi. È quanto emerge nell’operazione antimafia di questa notte rinominata “Cutrara”. Al centro di tutto Francesco Tempesta Domingo, tornato libero di comandare la famiglia mafiosa, falcidiata nel frattempo da numerosi arresti. Venne arrestato nel novembre del 2001 per il reato di partecipazione all’associazione mafiosa commesso fino al 1997, con sentenza ormai definitiva. In quel procedimento al Domingo, venne contestato, nello specifico, la condotta di aver favorito la latitanza di associati mafiosi e di aver concorso alla commissione di estorsioni. Francesco Domingo è stato poi nuovamente processato e condannato alla pena complessiva di oltre 19 anni di reclusione per aver diretto la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo dal 1997 e fino al 13 luglio 2004, così come emerso dall’operazione “Tempesta”, appellativo con il quale Domingo era da sempre conosciuto. Operazione che portò nel 2006 allo scioglimento del Comune di Castellammare del Golfo per infiltrazioni mafiose.

Domingo in passato avrebbe organizzato anche un incontro fra Gaspare Spatuzza e Matteo Messina Denaro, all’epoca entrambi latitanti, nel corso del quale, scrivono gli inquirenti, erano state assunte le decisioni sulla custodia delle armi a disposizione delle famiglie mafiose del trapanese.

Nel corso delle attività investigative dell’operazione “Cutrara”, sono state intercettate alcune conversazioni dalle quali si evince che, in epoca non meglio specificata, Francesco Tempesta Domingo, per conto della famiglia mafiosa, aveva occultato delle armi seppellite nel proprio terreno di contrada Gagliardetta. Armi che sono state cercate per tutta la mattinata dalle unità cinofile specializzate nella ricerca di armi.

In un’intercettazione captata dagli inquirenti nel 2016, che nonostante le bonifiche del Domingo sono riusciti ad ascoltare le conversazioni, si sente Tempesta mentre parla con una persona della presenza di un camion che aveva per errore prelevato alcuni fusti dal suo terreno, in cui evidentemente erano occultate delle armi. Ad annunciarlo al suo interlocutore è lo stesso Domingo:“Lì era un’armeria lì”.

Nel 2017 si torna a parlare di queste armi, in particolare di una “fascedda piena di … ci sono magari qualche decina di mitraglié” […] “e cartucce … Però ferro non mifirai di truvarlo”. L’ennesimo mistero di mafia nella città di Castellammare del Golfo. Vicende nuove che si intrecciano con quelle vecchie che arrivano fino in America. Proprio gli emissari delle famiglie di New York andavano ad omaggiare Tempesta nella sua casa di campagna, la stessa su cui adesso si è acceso l’ultimo mistero sulle armi che sarebbero a disposizione della famiglia mafiosa di Castellammare, all’ombra del super latitante Matteo Messina Denaro.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.