“Il teatrino palermitano”

Tra le pagine dell’ordinanza “Sorella Sanità” raccontate le mire del direttore asp Trapani Damiani, le mazzette e gli sponsor politici: spuntano i nomi di Miccichè e Turano

Fabio Damiani arrivò all’Asp di Trapani dopo la nomina ottenuta dal Governo regionale nel novembre 2018. La sua preoccupazione quella di riuscire a mantenere la presidenza della commissione di gara

“per la stipula di convenzioni per l’affidamento dei servizi di pulizia, servizi integrati e servizi accessori in ambito sanitario per gli enti del servizio sanitario regionale” ,

una gara per oltre 227 milioni di euro, definita, nelle intercettazioni, “la gara delle gare”. E ne parlava con uno degli indagati, l’agrigentino Salvatore Manganaro, disvelando anche la manovre per ottenere sponsor politici per la sua futura carriera. Il nome venuto fuori quello dell’attuale presidente del Parlamento regionale Gianfranco Miccichè. Ma secondo una strategia politica che faceva comparire sulla scena anche l’attuale assessore regionale Mimmo Turano.

Manganaro parlando con Damiani rivela i suoi propositi, cioè quelli di passare a Trapani per i loro “affari”: “dobbiamo approfittare da un lato e prepararci per le nuove sfide anche su Trapani”.

Il manager della sanità trapanese è stato ascoltato dai finanzieri mentre elaborava i suoi progetti, restare tre anni all’asp di Trapani per poi tornare a Palermo come direttore generale dell’Asp del capoluogo dell’isola:

DAMIANI: … io per me come ho detto anche oggi in un’altra situazione tra una settimana me ne posso andare domani o tra otto giorni e per me è finita… tornerò all’ASP tra tre anni

MANGANARO: Perché dici tra tre anni?

DAMIANI: Perché tre anni… e passo e torno come direttore generale dell’ASP di Palermo dico… spero di tornare ad avvicinarmi tra tre anni a Palermo…

MANGANARO: Certo

DAMIANI: Però io il mio risultato con soddisfazione l’ho ottenuto, sono uno dei diciotto direttori generali della regione siciliana e non è stato facile arrivarci…

DAMIANI: Andando a Trapani comunque discuterete con me.

In un’altra intercettazione è ancora Manganaro a parlare con Normal Li Sacchi:

…la Siram vuole lavorare pure a Trapani a Trapani abbiamo possibilità pure di andare c’è un futuro, insomma il clan affaristico si autoprospetta la possibilità di seguire Damiani e “lucrarne” la nomina a Trapani.

E poi ancora una volta Manganaro parlando con una persona che le fiamme gialle non hanno identificato si dimostra bene informato sulle strategie per dare sostegno politico a Fabio Damiani, descrivendo con nomi e cognomi quello che lui chiama “il teatrino palermitano”:

… a me a prescindere del resto se l’operazione mi deve riuscire è quella lì ok? ma siccome siamo in tre a saperlo tu si u quarto che a Trapani dietro Turano e Lumia ce l’ha messo Miccichè con un teatrino palermitano…

Tra le pagine dell’ordinanza sono anche raccontati e descritti gli incontri del clan in una nota trattoria del centro storico di Trapani. Ad uno dei tavoli sedevano Damiani e i suoi “amici”, in un altro anche i finanzieri. In una di queste occasioni il passaggio di una bustarella da 20 mila euro. Una delle tante.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.