Il presunto capo della cosca di Favignana era tra gli scarcerati dopo l’emergenza Covid 19
Per la seconda volta nel giro di poco tempo aveva riacquistato la libertà. Adesso Vito D’Angelo, il presunto capo della cosca mafiosa di Favignana, coinvolto nel blitz antimafia “Scrigno”, è tornato in carcere, arrestato ancora una volta dai Carabinieri del Reparto Operativo di Trapani. Una prima volta era finito ai domiciliari, ma poi la Procura distrettuale di Palermo aveva ordinato il suo arresto, dopo che i Carabinieri avevano denunciato che dai domiciliari D’Angelo teneva una serie di contatti. L’emergenza Covid nelle carceri lo aveva rivisto tornare libero, compreso in quell’elenco di detenuti che erano riusciti ad ottenere, in maniera scandalosa, la libertà. Nelle scorse ore per D’Angelo è stata ripristinata la detenzione, in attesa che si definisca il procedimento penale che lo riguarda, assieme ai fratelli Virga, Pietro e Francesco, conclamati mafiosi e figli dell’ergastolano Vincenzo, che sarebbero stati i suoi punti di riferimento dentro la famiglia mafiosa trapanese, specializzata in controllo degli appalti e compravendita di voti.