La Trapani del XVII secolo

Il giornalista Peppe Occhipinti ha curato la riedizione di uno scritto di Carlo Guida, sindaco tra il 1920 e il 1923

È stato pubblicato in questi giorni il volume numero 6 della collana Cristalli di sale (Màrgana edizioni). Il libro, introdotto e curato da Peppe Occhipinti, ripropone, a ottanta anni di distanza, l’opera di Carlo Guida dal titolo Le insurrezioni della fame in Trapani nel XVII secolo, pubblicata nel 1940, nella quale l’autore, ricorrendo a documenti d’archivio, lettere, citazioni e cronache di testimoni diretti, racconta in che modo la città, straziata dalla carestia, insorse contro gli affamatori.

   Si tratta di un lavoro di grande interesse storico e sociale rimasto confinato negli archivi della Biblioteca Fardelliana che riletto oggi consente di comprendere, come lo storico Salvatore Costanza ha evidenziato, la diversità dei moti insurrezionali trapanesi per la fame rispetto al resto dell’Italia, una diversità che fu dovuta al ruolo svolto nel Seicento dalle corporazioni artigiane, soprattutto a quella, all’epoca potente, dei Corallari. La difesa dei diritti violati dalle autorità cittadine fu affidata all’avvocato Girolamo Fardella che apparteneva ad una famiglia nobile legata al potere vicereale. Ma quando si ruppe questo precario equilibrio e la città fu occupata dall’esercito contro i rivoltosi, la repressione fu violenta: nove condannati a morte, tra cui lo stesso Fardella e alcuni capi delle maestranze. Il terrore delle punizioni, sancite da un tribunale militare per il delitto di disobbedienza, fece fuggire quattromila artigiani, un numero enorme se si pensa che Trapani contava allora solo ventimila abitanti.

Carlo Guida (Trapani 1879-1949) fu medico, cultore di storia locale e sindaco della città dal 1920 al 1923; durante la sua sindacatura, l’Amministrazione comunale deliberò la concessione di aree pubbliche per scopi sanitari e ricreativo-culturali quali l’edificazione del dispensario Serraino Vulpitta, in via Spalti e della Casina delle Palme con teatro all’aperto. Furono anche appaltati i lavori per l’elettrificazione dell’illuminazione stradale e l’apertura del Prolungamento Fardella che avrebbe collegato la città con le falde del Monte Erice.

L’immagine di copertina Historia è tratta da Iconologia di Cesare Ripa, edizione 1603. L’autore così la descrive: «Donna alata e vestita di bianco che guarda indietro, tiene con la mano sinistra un libro, sopra il quale mostra di scrivere mentre si appoggia con il piede sinistro sopra un sasso quadrato. Le è accanto Saturno che regge sulle spalle il libro sul quale lei sta scrivendo».

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