CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Chiesta ufficialmente la rimozione della piazza Giorgio Almirante, al centro di una polemica che si trascina da anni. Nei mesi scorsi la piazza è stata oggetto di alcuni attacchi di “guerriglia odonomastica” da parte del collettivo “Fare Ala”. Oggi invece è il circolo Metropolis di Castellammare del Golfo a chiedere al Sindaco e alla Commissione Toponomastica di valutare la rimozione dell’intitolazione avvenuta nel 2013. “Da anni esiste nel nostro paese una piazza intitolata a Giorgio Almirante. Riteniamo – si legge nella lettera del Circolo Metropolis – che l’intitolazione di una strada o di una piazza a un personaggio sia il riconoscimento di meriti particolari, o al limite del sacrificio della propria persona, rivolti al bene della comunità locale o nazionale, o anche il riconoscimento di meriti che travalicano l’ambito locale o nazionale. Spesso si tratta di personaggi storici, o esponenti della cultura, o grandi esploratori e navigatori, artisti e religiosi, vittime della mafia o del nazifascismo, persone che hanno dedicato la loro vita alla solidarietà, alla fratellanza, all’altruismo, al progresso, in una parola: al Bene. Niente di tutto questo si può intravedere nella figura di Giorgio Almirante. La scelta di intestargli una piazza nel nostro paese – scrivono nella missiva – è deplorevole sotto vari aspetti. In primo luogo è un oltraggio alla nostra Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista e antinazista. Almirante è stato infatti un fascista della prima ora, che non ha mai mostrato un atteggiamento anche minimamente autocritico. Al contrario, ha sempre rivendicato e messo in atto la sua ideologia fascista, a onta del giudizio della Storia e delle verità che sul ventennio fascista venivano consolidandosi nel tempo. Egli si è posto fin dal dopoguerra in continuità con l’ideologia del regime fascista, è stato protagonista negativo degli scontri politici degli anni sessanta e settanta, dando copertura politica ai gruppi neonazisti responsabili delle stragi più efferate, e così rendendosi responsabile della strategia della tensione di quegli anni.
Per tutto questo, a metà degli anni ‘70 sono state raccolte centinaia di migliaia di firme, sostenute anche da centinaia di consigli di fabbrica e da numerosissimi uomini di cultura, per lo scioglimento del Movimento Sociale Italiano, il partito da lui diretto. Durante il regime fascista Almirante è stato un razzista attivo. Infatti è stato:
- Segretario di redazione de “La difesa della razza”, rivista razzista quindicinale diretta da Telesio Interlandi, assieme al quale egli si fece portavoce del razzismo biologico o del “razzismo della carne e del sangue” (parole sue), aprendo in tal modo la strada ai rastrellamenti e alle deportazioni degli ebrei italiani nei campi di sterminio.
- Collaboratore del quotidiano fascista “Il Tevere”, diretto sempre da Telesio Interlandi, che condusse campagne ferocemente antisemite dal 1934 al 1937.
- Capo di Gabinetto del Ministro della Cultura Popolare Ferdinando Mezzasoma nella Repubblica di Salò dal maggio 1944 all’aprile 1945, dove diresse tutta l’attività di propaganda repubblichina, sostenendo consapevolmente le azioni terroristiche e i massacri dei nazisti e dei repubblichini. In questa veste firmò il comunicato con il quale si dichiarava che sarebbero stati fucilati alla schiena “gli sbandati e appartenenti a bande” che non si fossero presentati ai posti militari e di polizia. Per questo successivamente fu giudicata legittima da vari Tribunali l’accusa di essere stato “massacratore e torturatore di italiani”.
Per tutti questi motivi – sottolineano – riteniamo sia stata vergognosa la scelta di intitolare una piazza a siffatto personaggio. E’ una scelta che premia chi non può essere premiato, che offende coloro che dal nazifascismo sono stati perseguitati e coloro che sono caduti combattendo per la Libertà. Tanto più grave tale scelta ci sembra oggi, in una fase in cui si assiste all’insorgere di rigurgiti fascisti e razzisti e in cui è messo addirittura in discussione il ruolo della memoria in nome di un incredibile negazionismo. In conclusione: l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante è stata una scelta di natura faziosa e per questo divisiva, il contrario di quello che dovrebbe essere qualsiasi intitolazione a un personaggio noto. La scelta di un uomo politico per una strada o una piazza ha sempre una valenza politica, come dimostra il recente caso di Verona. Lì è stata dedicata una via ad Almirante dopo che era stata data la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, già deportata dai nazi-fascisti ad Auschwitz e miracolosamente sopravvissuta. La senatrice ha rifiutato l’onorificenza, ritenendo giustamente incompatibili tra loro i due provvedimenti. Anche alla luce di questo episodio, ci sembra estremamente incoerente, contraddittoria e grave la coesistenza nel nostro paese della intitolazione di una piazza ad Almirante e la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Castellammare del Golfo l’11 dicembre 2019. Quale sarà la reazione di Liliana Segre quando apprenderà ciò? Per questo, – concludono – ritenendo con ciò di interpretare i sentimenti umani e politici dei democratici castellammaresi e non solo, facciamo richiesta a Lei Sindaco e alla Commissione Toponomastica di recedere da tale intitolazione, annullandola e sostituendola, lavando così l’oltraggio agli offesi ed evitando la condanna dei posteri”.
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