L’Ars ricorda Mattarella. Lupo: “Protagonista stagione rinnovamento”. Fava: “Piersanti ha saputo dire dei no, pagando con la vita”

Pasqua del M5S: “Per combattere la mafia bisogna migliorare le condizioni di vita dei siciliani”

PALERMO. Questa mattina seduta solenne a Palazzo dei Normanni in memoria di Piersanti Mattarella alla presenza del fratello Sergio Mattarella. Durante la seduta, aperta dal Presidente Gianfranco Miccichè, gli interventi, tra gli altri, del Capogruppo del PD On. Giuseppe Lupo e del Presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava e del Capogruppo del M5S Giorgio Pasqua.

“Commemorare oggi Piersanti Mattarella è un dovere ma soprattutto l’occasione per considerare l’attualità dei valori e delle idee che ispirarono la sua vita, ricca di insegnamenti che superano i confini di quegli anni e della Sicilia. – ha affermato nel suo intervento l’On. Lupo – È dunque dovere delle istituzioni far conoscere, soprattutto alle giovani generazioni,  l’esaltante stagione di rinnovamento della Sicilia di cui Piersanti Mattarella fu protagonista, opponendosi con intransigenza ad ogni forma di malaffare e dimostrando straordinaria capacità riformatrice, eccelse doti politiche e di dialogo, quel dialogo che porterà nel 1978 al coinvolgimento del Partito Comunista, il partito di Pio La Torre, nella maggioranza del suo primo governo, anticipando l’esperienza nazionale di Aldo Moro. Lavorò incessantemente per una Regione siciliana che avesse “le carte in regola” per confrontarsi con autorevolezza con le istituzioni nazionali ed europee, divenendo punto di riferimento delle Regioni meridionali. La sua azione legislativa e di governo realizzò importanti riforme per il rinnovamento ed il riscatto economico e sociale della Sicilia, modernizzando il sistema politico e assestando un duro colpo agli interessi della mafia, con atti che ne ostacolarono la penetrazione nelle istituzioni.Il pensiero meridionalista di Piersanti Mattarella – ha sottolineato Lupo – affonda le radici nei principi costituzionali e negli insegnamenti di don Luigi Sturzo, di Ezio Vanoni, di Giulio Pastore e di Pasquale Saraceno.

Era infatti convinto che la crescita economica e sociale della Sicilia dovesse realizzarsi grazie a un programma di sviluppo produttivo, e ad una politica nazionale ed europea orientata alla redistribuzione delle risorse per garantire uguaglianza, coesione e giustizia sociale.I colpi esplosi il 6 gennaio 1980 non fermeranno i suoi insegnamenti che continueranno a vivere animando l’impegno dei siciliani per costruire la Sicilia e l’Italia “dalle carte in regola”, di cui Lei signor Presidente della Repubblica è l’espressione più alta!” – ha concluso rivolgendosi al Capo dello Stato Sergio Mattarella, fratello di Piersanti.

Ricordare oggi, in quest’aula, il sacrificio di Piersanti Mattarella rappresenta, per chi le parla, un privilegio e al tempo stesso una fatica. – ha dichiarato l’On. Claudio Fava, Presidente della Commissione Regionale Antimafia –  La fatica di chi sa bene che la misura del tempo trascorso, per quanto ampia, non potrà mai compensare il vuoto delle assenze. E di queste assenze, di quanto mordano ancora oggi la nostra esistenza, abbiamo tutti dolorosa consapevolezza. Certamente io e lei. – ha sottolineato Fava, figlio del giornalista Pippo Fava assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984 – Ricordare Piersanti Mattarella vuol dire soprattutto ripercorrere l’eredità che ci ha lasciato: il rigore civile, la forza morale, la generosità del suo ottimismo. E mi piace, qui ed oggi, citare un’altra sua qualità, una risorsa umana di cui spesso la politica è orfana: la capacità di saper dire dei no. Piersanti Mattarella, da Presidente di questa regione, quei no li disse. E forse ne pagò il prezzo con la vita. Sono trascorsi 40 anni eppure la limpidezza della sua scelta, la forza di quei no, la coerenza con cui interpretò il ruolo di presidente della Regione Siciliana ci arrivano intatti. Questo è un tempo difficile. Oggi qui evochiamo la violenza omicida delle mafie, ma dobbiamo farci carico anche di una violenza culturale prepotente: il tentativo di riabilitare fascismo, razzismo, antisemitismo, di trasformarli in una cifra indelebile, un livido sulla coscienza di questo paese. In questo senso le sue parole, signor Presidente, sono state sempre un monito chiaro, netto, prezioso per tutti noi. Anche la vicenda umana e politica di suo fratello Piersanti – ha concluso Fava – si muove nella medesima direzione: il rigetto di ogni mafia e la difesa della verità suonerebbero oggi come la condanna più alta per chi tenta di inquinare lo spirito di questa nazione riabilitando quelle offese e umiliando la nostra memoria. Anche per questo siamo grati a Piersanti Mattarella e a tutti color che, cadendo sotto la violenza delle mafie, ci hanno insegnato che non furono eroi ma solo donne e uomini giusti, appassionati difensori della verità. E la verità è la più alta delle nostre risorse per combattere ogni mafia.

“Una delle finalità che deve caratterizzare l’impegno politico dei gruppi parlamentari, del Governo e delle Istituzioni in generale, credo sia quella di dare un contributo decisivo per l’isolamento nella società del fenomeno mafioso. Questo risultato può essere conseguito aiutando a costruire una coscienza antimafia. Piersanti Mattarella aveva chiara quale fosse la strada da seguire per il contrasto al fenomeno mafioso, e ne parlava come di una ‘battaglia – per citare le sue stesse parole – che esige la più larga unità di intenti, alla quale tutti dobbiamo sentirci richiamati’”. Così ha affermato Giorgio Pasqua, deputato regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, ha rivolto un caloroso bentornato a Palermo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, richiamando le parole del fratello Piersanti, presidente della Regione Siciliana assassinato quarant’anni fa per mano mafiosa e oggi commemorato in Aula. “Le parole di Mattarella sono attualissime – ha aggiunto Pasqua – nel richiamare alla massima operatività possibile gli organi chiamati alla tutela dell’ordine pubblico, dalle forze di polizia alla Magistratura. Parallelamente egli indicava quella che, anche a parer nostro, è la strada maestra da seguire nella lotta alla mafia: migliorare le condizioni di vita dei siciliani. Presidente Mattarella, la  invito – ha aggiunto Pasqua – a farsi promotore di una ampia discussione, che coinvolga lo Stato nella sua interezza, affinché per la Sicilia si avvii una stagione di riforme ed interventi che possano influire decisamente sulle condizioni socio-economiche, al fine di liberare i siciliani dalla oppressione di tutte le forme di criminalità organizzata e dalla mafia”.

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