Morace sr prosciolto dalla “tangentopoli del mare”

Palermo, il gup riconosce l’incapacità a potere partecipare al processo

Non è in grado di partecipare coscientemente al processo Vittorio Morace, capostipite della famiglia di armatori proprietaria della Liberty Lines, finito sotto accusa per corruzione insieme, tra gli altri, al figlio Ettore, a una serie di politici tra cui l’ex governatore siciliano Rosario Crocetta e l’ex sottosegretario Simona Vicari, e ad alcuni funzionari regionali. Il gup di Palermo, sulla base di una perizia medica chiesta dal suo legale, l’avvocato Sergio Monaco, ha dichiarato nei suoi confronti il non luogo a procedere in relazione alla malattia che lo ha colpito. Sono stati inoltre dissequestrati beni per 10 milioni di euro sequestrati nei mesi scorsi dalla Dia. Il patrimonio resta però nella disponibilità dello Stato in quanto è pendente il procedimento di prevenzione davanti alla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo

Il provvedimento di sequestro era stato emesso su richiesta congiunta del procuratore di Palermo e del direttore della Dia. Nello specifico si trattava di quote della Liberty per 5,5 milioni di euro, conti correnti per 2,3 milioni di euro e immobili per 2,4 milioni di euro, tutti riconducibili all’imputato. Una piccola parte era invece riconducibile al figlio Ettore.

Nel 2017 e 2018 i due Morace erano stati coinvolti nell‘inchiesta della procura di Palermo che aveva ipotizzato come, avvalendosi di pubblici ufficiali corrotti e attraverso l’articolata predisposizione di bandi di gara ad hoc nel settore dei collegamenti marittimi con navi veloci con le isole Eolie ed Egadi, avrebbero ottenuto numerosi vantaggi amministrativi indebiti, beneficiando tra l’altro indebitamente di finanziamenti pubblici regionali per importi milionari, che gli consentivano di conseguire eccezionali utili d’impresa.

*fonte Fattoquotidiano.it

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