Inaugurato il centro per disabili psichici nel nome di “Francesca Morvillo”. Il Fratello: “Segnale che legislazione su confisca e riutilizzo sociale funziona”

Un centro per disabili psichici e autistici in una villetta confiscata alla mafia in cui si svolgeranno attività di ogni genere: dal giardinaggio alla pet therapy, dal teatro alla cucina. Una struttura per “il dopo di noi” rivolta all’inclusione sociale e lavorativa di chi è uscito dal circuito scolastico. GUARDA LE FOTO

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. “Il trionfo della legalità, il miglior modo per riutilizzare un bene strappato alla criminalità organizzata”. Così il Prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi ha definito il nuovo centro per disabili psichici e autistici inaugurato questa mattina in Contrada Bocca della Carrubba a Castellammare del Golfo. Un centro che sarà polo del distretto sanitario della città di Castellammare, Alcamo e Calatafimi. Il progetto dell’Associazione “SoS Autismo”, presieduta da Giuseppe Caleca, è partito dall’Amministrazione guidata dall’ex Sindaco Nicolò Coppola (iter partito nel 2016) e oggi diventato realtà con l’ Amministrazione guidata dal Sindaco Rizzo. “È diventata la casa dei nostri ragazzi” – ha sottolineato la volontaria Mariella Marraccino.

Presenti le massime autorità locali e provinciali, le forze dell’ordine della città e della provincia. Ad prendere la parola per primo il Sindaco Nicola Rizzo: “Oggi ci troviamo in una villetta confiscata alla mafia perché vogliamo portare la cultura della legalità dove veniva negata con iniziative sociali. Questa villetta, come quella accanto, è diventata patrimonio comune, di tutti. Un bene che era possedimento e arricchimento di un ristretta cerchia criminale, restituito ai cittadini castellammaresi. È la più grande lezione di educazione alla legalità che si possa fare. Oggi l’associazione apporrà una targa intitolata al magistrato Francesca Morvillo. Intitolare a un magistrato morto per mano mafiosa un bene sottratto alla criminalità organizzata utilizzandolo per fini sociali, è un segnale per indicare che occorre trasmettere alla nuove generazioni e non solo, chiare indicazioni su quello che bisogna fare ogni giorni contro la mafia”.

Il centro nasce dove prima c’era un rudere, appartenuto all’ingegnere Salvatore Palazzolo, ritenuto in affari con la mafia nelle speculazioni edilizie negli anni ’80°, e grazie a un lavoro sinergico tra Enti Locali e associazioni di volontariato è stato ristrutturato, grazie ai fondi regionali dell’Assessorato alla Politiche Sociali, e restituito alla collettività. L’immobile, confiscato prima di essere ultimato, era rimasto un rudere, stessa sorte toccata a un secondo immobile adiacente, anch’esso confiscato, e dal 2013 diventato un centro di aggregazione giovanile gestito dall’Associazione Castello Libero Onlus in partnership con Libera e gli scout. Quella nei confronti di Palazzolo è stata una delle prime confische nel territorio in seguito all’approvazione della legge Rognoni- La Torre del 1982. I due immobili però vennero assegnati al Comune soltanto nel 2010.

“Per noi rappresenta molto, un obiettivo raggiunto dopo tanti anni di richieste e sacrifici. – spiega ad Alqamah.it Giuseppe Caleca, presidente dell’Associazione “Sos Autismo” che gestirà il bene per 15 anni – All’interno verrà favorito un percorso di inserimento lavorativo per questi ragazzi che altrimenti non avrebbero altre possibilità, imparando un mestiere e coltivando passioni. Abbiamo convenzioni con istituti scolastici, con il Corpo Forestale dello Stato e tante associazioni locali per le attività da svolgere nel centro. Il nostro sarà il primo centro diurno, aperto tutti i giorni della settimana, in provincia di Trapani.  Il nome del progetto è “dopo di noi”, una vera conquista di civiltà per il nostro Paese. Il nostro obiettivo è proprio quello di alleggerire il carico familiare nelle ore diurne e stimolando le capacità di chi ha perso o è prossimo a perdere i riferimenti familiari”.

“Gli ospiti del centro – ha aggiunto Mariella Marraccino – avranno la possibilità di cucinare, di svolgere laboratori di musica, teatro, giardinaggio. Partiranno subito con un progetto ortoterapia e teatroterapia, ed è in cantiere anche la pet therapy”. Il centro prenderà il nome del magistrato Francesca Morvillo, morta nella strage di Capaci il 23 magigo 1992 insieme al marito Giovanni Falcone ed i tre agenti della scorta Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro.

“Oggi celebriamo un successo, ma soprattutto un trionfo della legalità. – ha affermato il Prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi – La memoria è un momento importantissimo, ma oggi a questa memoria noi diamo un significato concreto. Utilizzare un bene confiscato per dei ragazzi con disabilità è qualcosa di davvero importante per il territorio. La Prefettura sarà al loro fianco ogni giorno.”

“Grazie per aver intitolato questo bene confiscato a mia sorella. – ha affermato il Procuratore di Trapani Alfredo Morvillo, fratello del magistrato Francesca – La giornata di oggi ci sta dimostrando che la strada imboccata negli anni per contrastare la mafia è quella giusta. Un bene illecitamente acquisito è stato trasformato e restituito ai cittadini. È un esempio concreto – ha sottolineato Morvillo –  che la nostra legislazione, che risale a Pio La Torre, funziona ancora e si rivela sempre utile: colpire la mafia nel patrimonio è ancora fondamentale. L’aspetto repressivo, quindi, va avanti e funziona. Resta da fare tutto il resto, e spetta a ogni cittadino fare la propria parte.”

In questi giorni sono partite le prime attività rivolte all’inaugurazione di questa mattina. In cucina i ragazzi hanno preparato i biscotti, sistemato gli arredi e il giardino. Inoltre hanno portato in scena un piccolo spettacolo teatrale, coordinato da Franca Barone, in memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo.

A ricordare l’importante della dedica alla dottoressa Morvillo ci ha pensato anche la Giudice Daniela Troja, presidente della sez. penale del Tribunale di Trapani. “L’intitolazione a Francesca Morvillo ha un significato profondo per i destinatari di questo bene. Francesca Morvillo era un magistrato per i minorenni, ha dedicato la sua vita alle cosiddette fasce deboli. Il suo era un modo di lavorare intelligente e sensibile, iniziative di questo genere ci aiutano a valorizzare queste fasce deboli che hanno una ricchezza enorme.”

In conclusione il consueto taglio del nastro riservato alle autorità presenti. Una massiccia partecipazione, in un bene che da oggi sarà “la seconda casa” di tutti quei soggetto che altrimenti rischierebbero l’isolamento. Un luogo fisico in cui poter vivere sereni e poter dare spazio alle proprie passioni, sotto la guida di operatori qualificati, ma soprattutto con la presenza delle proprie famiglie che saranno il valore aggiunto della struttura. “Il nostro sogno si è avverato. Avere un centro diurno in cui i nostri figli possano stare in armonia è sempre stato un sogno lontano, oggi è stato possibile dopo anni di lavoro e sacrifici. Grazie a tutti per l’enorme aiuto e supporto che ci avete dato in questi anni” – ha concluso il Presidente Giuseppe Caleca.

Foto Alqamah.it

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.