Sequestro di beni ad imprenditori edili considerati contigui a Matteo Messina Denaro

Nella giornata di ieri i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Trapani hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro finalizzato alla confisca di prevenzione ai sensi della normativa antimafia, emessi dal Tribunale di Trapani su proposta della Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei fratelli FIRENZE Rosario e Giovanni nonché dei rispettivi nuclei familiari. Sono stati sequestrati, nel dettaglio, un fabbricato rurale e un appezzamento di terreno agricolo – tutti ubicati nel territorio del comune di Castelvetrano – nonché due autoveicoli, per un valore complessivo di circa 800 mila euro. Il sequestro in rassegna scaturisce da accertamenti patrimoniali avviati nel 2017 a seguito di apposita delega della Procura Distrettuale di Palermo che hanno riguardato soggetti nei cui confronti erano state svolte pregnanti attività investigative da parte dei Carabinieri di Trapani nell’ambito dell’operazione “EBANO”, sulla cui base è stato possibile dimostrare la contiguità della famiglia FIRENZE a quella di Matteo MESSINA DENARO, desumibile dai rapporti di amicizia già esistenti tra il boss superlatitante ed il defunto Vincenzo FIRENZE (padre di Rosario e Giovanni) e dal rapporto di ”comparaggio” tra Rosario FIRENZE e PANICOLA Vincenzo, marito di Anna Patrizia MESSINA DENARO. In tale ambito era emersa anche la pervasiva capacità dell’impresa “Vincenzo FIRENZE S.r.l.” di ottenere l’indebita aggiudicazione di svariati lavori di manutenzione della rete viaria e fognaria del comune di Castelvetrano. Quest’ultima società era stata già destinataria di interdittiva antimafia nel 2013 e successivamente, proprio allo scopo di eludere il provvedimento interdittivo che si basava sulla constatazione della contiguità del suo titolare FIRENZE Rosario a “cosa nostra”, parte dei suoi beni patrimoniali ancora redditizi furono fraudolentemente trasferiti ad una nuova società, la F.G. S.r.l.s., di cui è divenuto amministratore e proprietario il fratello Giovanni. L’operazione in rassegna conferma il fondamentale ruolo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, costantemente impegnata nell’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati, allo scopo di tutelare cittadini e imprese che operano nel pieno e consapevole rispetto delle norme.

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