Rimozione dei fregi Liberty non poteva passare inosservata

La rimozione dei fregi Liberty, con la sostituzione con materiale in resine polimeriche (polistirolo resinato), dal palazzo delle Poste di Trapani non poteva passare inosservata. Questa la posizione dell’Associazione Erytros. Per questa la decisione rappresenta “l’ennesimo vulnus alla storia, al paesaggio urbano e architettonico, al sentimento di appartenenza, al senso estetico, alla cura di questa nostra città”.

“Prima di intervenire con ulteriore comunicazione alla stampa, abbiamo voluto capire meglio cosa fosse accaduto. Senza l’ansia di trovare necessariamente colpevoli e responsabili. Funzioni e attività che non attengono ad una associazione di cittadini ma alle preposte autorità giudiziarie, ai vertici amministrativi degli enti coinvolti.

Abbiamo chiesto e ottenuto il prezioso aiuto e sostegno dell’On. Valentina Palmeri che insieme a noi ha esercitato le sue prerogative di parlamentare consentendoci l’accesso agli atti. Abbiamo chiesto, sempre tramite lei, alla Sovrintendenza per i beni culturali ed ambientali di Trapani, la verifica dell’esecuzione dei lavori in relazione all’autorizzazione concessa a gennaio 2018.

A nostro avviso osservando la relazione tecnica ed i particolari in essa riportati appare evidente che vi siano più elementi di difformità tra la proposta progettuale e l’esecuzione e tra lo spirito conservativo del progetto e la rimozione di elementi lapidei, di sicuro pregio, e certamente di interesse storico architettonico costruttivo, non solo per la foggia e il disegno tipicamente liberty, ma soprattutto per la tecnica costruttiva e di realizzazione frutto delle maestranze locali dell’epoca e quindi signum distintivo di quella generazione di artigiani e carpentieri. Sostituiti da elementi fatti in polistirolo resinato, che niente hanno di manifattura artistica, fatti al computer e poi ottenuti al laser (almeno questo ci spiegano gli addetti ai lavori). Una operazione facilmente replicabile, che toglie la bellezza di chi si è cimentato in un’opera artistica”.

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