D’Angelo dal carcere ai domiciliari. Libera Egadi “Fulvio Sodano” critica la decisione

Dopo pochi mesi di detenzione al Pagliarelli di Palermo il presunto boss di Favignana va ai domiciliali, per ragioni di salute. “Insorge” Libera Egadi “Fulvio Sodano”.

Libera Egadi “Fulvio Sodano” critica la decisione del giudice di mettere ai domiciliari il presunto Boss di Favignana, Vito D’Angelo, che da poco era ospite del carcere palermitano “Pagliarelli”. Con un comunicato Libera Egadi esprime la propria contrarietà, prima di tutto sottolineando che D’Angelo ha una storia che non parla certo a suo favore, cioé ha “fatto parte al gruppo di fuoco della famosa faida di Ravanusa negli anni 70, che insanguinò quella provincia, fu incarcerato per aver commesso più omicidi nelle carceri di Favignana. Dopo un percorso virtuoso, il D’angelo si è riconquistato la libertà insediando a Favignana una attività agricola insieme alla famiglia.

In questa sua abitazione diventa persona di riferimento delle famiglie mafiose trapanesi, controlla e detta legge sulle attività imprenditoriali che lavorano sull’isola.

Attraverso i suoi sodali ha il controllo di quanto accade sull’isola. Da quella casa si impartivano ordini intimidatori verso la gente che “non voleva abbassare il capo”.

Per tutto questo l’opinione di Libera Egadi “Fulvio Sodano” che “ci potevano essere soluzioni alternative a nostro avviso”.

Inoltre aggiunge: “Ovviamente non c’è bisogno di rimarcare che noi siamo dalla parte della legge e della giustizia, non capiamo però il senso di questa decisione, visto che da fonti sicure ci confermano che qualche ambasciata al sig. D’angelo è già arrivata. Magari solo per un “bentornato” o forse no. Oppure dovremmo pensare che lui ha imparato la lezione?

Ovviamente daremo queste informazioni agli inquirenti”.

Sulla questione reinserimento Libera Egadi sottolinea che è possibile e porta ad esempio l’esperienza di Casa Macondo, dove segue da anni detenuti “che hanno deciso di intraprendere percorsi che piano piano costruiamo grazie anche al lavoro degli educatori del carcere di Favignana.

Una posizione netta così ulteriormente espressa: “In queste terre, in questa provincia di Trapani non si transige sui reati di mafia. Riguardo a ciò vi è una legge che difendiamo in tutte le sedi che è quella scritta con il sangue dell’On. Pio La Torre. Questa detenzione alternativa è un brutto segnale”.

“Noi, non essendo magistrati o inquirenti – continua Libera Egadi – dobbiamo leggere e capire il nostro territorio. Quello che oggi vediamo è un arcipelago che è sotto i riflettori di una organizzazione mafiosa che in passato ha fatto affari con i cantieri pubblici e realizzando speculazioni edilizie. Oggi c’è stata una evoluzione, la mafia su Favignana è riuscita a articolare una struttura che ha al suo vertice i boss Virga e Orlando. Gente legate a doppio filo a quella stagione di stragi che per noi siciliani mai potrà essere dimenticata. Gente legate a quella “mafia roccaforte” come descriveva Falcone quando parlava di Trapani, legata da sempre ai colletti bianchi, agli imprenditori, alle sfere più alte dello stato, utilizzando alle volte mezzi come la massoneria per veicolare interessi e avvicinare tutti i settori della società.

NON POSSIAMO NEGARE CHE Oggi sull’isola si siano aperte le porte ad ampi traffici di droghe pesanti probabilmente portate tramite mezzi privati via mare.

Questi traffici portano un vorticoso giro di soldi che tanto piacciono alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.

Riteniamo che questi due fattori mafia e droga non sono disarticolati tra di loro, perché per comprare grosse partite di droga servono tanti soldi.

Come servono parecchi soldi per insediare attività produttive nuove, che ogni anno sorgono e magari dopo poco tempo muoiono, come accade nella gestione commerciale del demanio marittimo, diventato vero e proprio business, magari insediando nuovi lidi balneari che servono solo come testa di ponte per mettere piede sull’isola con famiglie chiacchierate di Palermo legate da sante alleanze con famiglie ben più famose trapanesi.

Questo accade e la gente sa leggere i segnali, speriamo che le forze dell’ordine, le forze politiche e la magistratura sappia accendere i giusti fari e porre in essere le giuste contromisure.

A noi di Libera spetta denunciare ad alta voce il malaffare e aiutare la gente per bene a ribellarsi a tutto ciò.

Diciamo e continueremo a dire queste cose per aiutare il nostro territorio, per fare emergere quella società sana che esiste nella nostra comunità, aiutare la parte onesta, la gente per bene ad essere rappresentata e ribellarsi a questo stato di cose”.