Bambini e donne incinte alla deriva salvati dalla Mare Jonio: “Alcuni hanno segni evidenti di torture”

Coperte termiche, donne con lo sguardo perso nel vuoto. Bambini che finalmente giocano, anche se soltanto sul ponte di una nave. Sono piccolissimi e spaventati, in mare da diversi giorni. Sono i migranti salvati questa mattina dalla Mare Jonio, nave della ong “Mediterranea” partita dal porto di Licata lo scorso 23 agosto. Questa mattina alle 8.35 ha completato il salvataggio di circa cento persone tra cui 26 donne di cui almeno 8 incinte, 22 bambini di meno di 10 anni e almeno altri 6 minori nella zona SAR Libica, a 70 miglia da Misurata.

“Abbiamo individuato il loro gommone, sovraffollato, alla deriva e con un tubolare già sgonfio con il nostro radar, e per fortuna siamo arrivati in tempo per portare soccorso. Le persone – affermano dalla Mare Jonio – sono tutte al sicuro a bordo con noi, ci sono casi di ipotermia e alcune di loro hanno segni evidenti dei maltrattamenti e delle torture subite in Libia. Fuggono tutte dall’inferno. Restiamo ora in attesa di istruzioni dal Centro di Coordinamento Marittimo Italiano, cui ci siamo riferiti mentre ancora il salvataggio era in corso, in quanto nostro MRCC di bandiera”.

Intanto il Centro di Coordinamento Marittimo Italiano ha risposto alla Mare Jonio di fare riferimento alle autorità libiche. “Abbiamo replicato – affermano – che sarebbe impossibile per noi riferirci alla forza di un paese in guerra civile dove si consumano tutti i giorni torture e trattamenti inumani e degradanti, rispetto alla sorte delle persone soccorse, ora a bordo di una nave battente bandiera italiana, e la cui sicurezza e incolumità ricadono sotto la nostra responsabilità. Abbiamo reiterato pertanto all’Italia la richiesta di istruzioni compatibili col diritto internazionale del mare e dei diritti umani”.

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