Infermiere minacciato

Trapani: la Procura e la Polizia bloccano una vera e propria caccia all’uomo partita via Facebook. Una donna indagata

Un vero e proprio “branco”, un infermiere inseguito e minacciato, e però i poliziotti della Squadra Volante sono risaliti al capo. Una donna, che a quell’infermiere per alcuni giorni dalla fine dello scorso mese di luglio ha reso la vita impossibile. Un “branco” che si muoveva anche attraverso i social network, Facebook, e che nel giro di poco tempo ha raccolto centinaia di adesioni e consensi, tutti d’accordo a far passare vere e proprie tribolazioni a quell’uomo, trovatosi al centro di un presunto caso di malasanità. L’ispiratrice del “branco” è stata adesso raggiunta da una misura cautelare. La Procura di Trapani, a coordinare le indagini è stata la pm Francesca Urbani, aveva chiesto gli arresti domiciliari per Fortunata Di Bella, classe ’77, il gip Caterina Brignone ha applicato la misura cautelare del divieto ad avvicinarsi ai luoghi frequentati dall’infermiere, Giovanni Cammarata, e a non utilizzare qualsiasi mezzo per contattarlo. La Di Bella sulla sua pagina Facebook, intestata a Andrea Angela Caltagirone, ha riferito di un episodio di presunta malasanità accaduto alla madre, nel frattempo deceduta, attribuendone la responsabilità al Cammarata, con diversi post dove veniva pubblicata la foto di un braccio della madre mal ridotto dopo alcuni interventi invasivi, ma anche la foto dell’infermiere, diffidando tutti a stare attenti a quell’infermiere. Incapace è stata la parola meno offensiva utilizzata nei suoi post, sui social si è scatenata una vera e propria caccia all’uomo, con tanti che addirittura hanno scritto di soluzioni proprie della “giustizia  sommaria”. Non è stata una ricerca virtuale dell’infermiere, considerato che quasi alla maniera del far west, alcuni per più giorni , ripetutamente, si sono presentati in ospedale a chiedere di lui e in una occasione hanno cercato di bloccarlo per strada. L’infermiere, costretto a vivere chiuso in casa, evidentemente scosso e sotto choc, ha presentato denuncia alla Polizia, riuscendo ad ottenere la misura cautelare per la donna. Una vicenda incredibile che purtroppo ha avuto anche l’appoggio, involontario di alcuni organi di stampa che hanno dato notizia del presunto caso di malasanità, così come raccontato su Facebook, evitando ovviamente di proporre anche la foto dell’infermiere,ma sottraendosi al dovere della verifica. Non è la prima volta che accade. Spesso i frequentatori dei social network sono indotti a prendere per buono e vero tutto quello che si legge, se poi la cosa finisce anche sui giornali il pasticcio è fatto, e stavolta la “vittima” non ha rischiato la diffamazione, ma qualcosa di più grave, per fortuna evitata dall’intervento della magistratura. Sul caso dopo la denuncia comparsa su Facebook, l’Asp ha avviato una indagine interna, ma sembra proprio che quell’infermiere non c’entra per nulla e che nessun infermiere che si è occupato di quell’anziana poi deceduta ha sbagliato le procedure sanitarie. Convincere però i parenti è stata cosa difficile quanto quasi impossibile, viste le loro reazioni. La misura cautelare si spera possa ricondurre alla ragione la donna e il “branco” che l’ha seguita, per il resto l’avvertenza a tutti è quello a stare attenti a ciò che si legge su Facebook e sopratutto a stare attenti a cosa si scrive. La Di Bella è indagata per atti persecutori, minacce e diffamazione aggravata.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.