“Nessuna divisione e nessuna strumentalizzazione: il 23 maggio sia solo il giorno della memoria e dell’impegno contro tutte le mafie”

23 maggio, 27esimo anniversario Strage di Capaci la Cisl Palermo Trapani in corteo con il suo Coordinamento Giovani e con i rappresentanti delle Federazioni

“Il prossimo 23 maggio, vogliamo essere presenti per dire ancora una volta No ad ogni forma di oppressione e sopraffazione mafiosa, e lo faremo con i nostri giovani e con tutte le nostre federazioni”. Queste le parole della CISL Palermo in occasione dellanniversario dell Strage di Capaci, dove trovarono la  morte il giudice Falcone, la moglie e gli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonino Montinaro. Il comunicato continua espremendo preoccupazione per “il clima di divisione che sta maturando in queste ore e che non farebbe altro che porre un accento negativo a una giornata che deve svolgersi solo all’insegna della memoria per ricordare, come facciamo ogni giorno, uomini e donne che hanno sacrificato tutto nel nome della lotta alla mafia. E’ solo questo il messaggio che dobbiamo lanciare alle giovani generazioni”. In particolare ad esprimersi è Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani, che ha annunciato la partecipazione del sindacato alla giornata commemorativa del prossimo 23 maggio.

“Su questi temi devono esistere solo il dialogo e la sinergia tra tutte le istituzioni e le realtà sociali. Il 23 maggio sia solo il giorno della memoria e dell’impegno contro tutte le mafie”.

La mattina il sindacato sarà presente in aula bunker all’Ucciardone, mentre il pomeriggio alle ore 15 in via D’Amelio per il corteo saranno presenti tutti i componenti del Coordinamento Giovani della Cisl Palermo Trapani con il loro striscione identificativo e i rappresentanti delle Federazioni della Cisl. Indosseranno tutti le pettorine commemorative dedicate ai giudici Falcone e Borsellino e a tutte le vittime della mafia. In corteo raggiungeranno l’albero Falcone per il minuto di silenzio delle 17,58, ora della strage in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonino Montinaro.  “La memoria è la base per la costruzione di un futuro diverso e senza legalità non può esserci sviluppo. Per questo oggi più che mai bisogna ricordare soprattutto ai nostri giovani, che la vera antimafia è quella che si costruisce con le azioni di ogni giorno, ribellandosi alle sopraffazioni, costruendo un percorso di crescita economica, culturale a sociale, che sia basato sul valore dell’onestà e del rispetto per il prossimo”.

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