Attilio Bolzoni: “Il Padrino dell’Antimafia? Un libro per rompere il silenzio”

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. “Il delitto perfetto” secondo Attilio Bolzoni è chiaro: “un paladino dell’antimafia nel cuore di un boss mafioso.” Il protagonista di questa storia è Antonello Montante, al centro di una vicenda giudiziaria travagliata, definita dagli organi di stampa “Il sistema Montante”. Ma su questa definizione Bolzoni è più scettico: “Non esiste un sistema Montante, è un sistema ben conosciuto e consolidato.” Dossieraggio, spionaggio, intercettazioni abusive, pedinamenti, è questo, in sintesi, il cuore della vicenda. Sotto occhio magistrati, poliziotti, giornalisti.

Il giornalista di Repubblica Attilio Bolzoni martedì scorso a Castellammare del Golfo, in compagnia di Marco Marino, del Presidente della Camera Penale di Trapani Salvatore Alagna, dell’Assessore alla legalità Giacomo Frazzitta e del Sindaco Nicolò Rizzo, ha provato a spiegare in costa consiste questo “sistema”. “Semplice, la mafia che si è riappropriata della sua natura. Quella stragista dei corleonesi è stata un’anomalia. Oggi è tornata alla sua vera natura, all’origine: silenziosa, che tratta e stringe patti.”

“Nel libro – ha sottolineato – parlo di mafia incensurata: perché lo Stato non è un blocco compatto. C’è una parte che lotta per la verità, un’altra parte che invece non la vuole. È uno Stato che ha saputo tirare fuori i muscoli dopo le stragi. Con la mafia stracciona è forte, con quella “incensurata” è impreparata, non ha leggi adeguate. Quello che esce fuori da questa vicenda è un gruppo criminale che non ha precedenti. Abbiamo ereditato un pezzo di cuore nero dello Stato, i diversi depistaggi negli ultimi anni sono emblematici. La nostra, purtroppo, è una democrazia fragile”.

Infine Attilio Bolzoni, dialogando con gli altri relatori e rispondendo alle domande dal pubblico, si è soffermato sulla definizione usata da alcuni “mafia dell’Antimafia”. “Non mi piace questa definizione. Una cosa è la mafia, un’altra cosa è l’antimafia, semmai abbiamo un’antimafia diventata più docile, in cui non funziona più l’analisi dei fatti. Una parte dell’antimafia sociale, probabilmente, non ha capito ed è rimasta ferma a vent’anni fa. Ho scritto questo libro – ha concluso – per rompere il silenzio, per andare fuori dalle aule giudiziarie.” L’incontro è stato organizzato dall’Associazione 38° Parallelo di Marsala.

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