Indagato l’on. Stefano Pellegrino

Operazione “Mafia-Bet”: il deputato sotto inchiesta per corruzione elettorale, convocato dai pm di Palermo

Stefano Pellegrino

Centri scommesse, locali attrezzati con le classiche macchinette per i giochi on Line, ma anche politica, sport, gestione business dei migranti. C’è tutto questo nell’operazione antimafia condotta stanotte dai Carabinieri. E spunta anche il nome di un politico eccellente. Un invito a comparire per rendere interrogatorio dinanzi ai pm della Procura distrettuale antimafia di Palermo, è stato notificato al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, marsalese, 61 anni, peraltro uno dei più affermati penalisti siciliani. Pellegrino è indagato per corruzione elettorale, ma non gli è stata contestata l’aggravante mafiosa. Pellegrino siede all’Assemblea Regionale Siciliana dal maggio 2017 quando subentrò all’on. Girolamo Fazio, nel frattempo arrestato per corruzione, ed è stato rieletto alle ultime elezioni regionali nel collegio elettorale della provincia di Trapani, nella lista di Forza Italia, con oltre 7 mila preferenze. Nel Parlamento regionale presiede la prima commissione ed è anche componente della commissione regionale antimafia. Ancora una volta la “caccia” al latitante Matteo Messina Denaro viene condotta dai magistrati della Dda di Palermo seguendo la “pista dei soldi”. Quello adesso scoperto era un affare ricco e lucroso per la mafia trapanese. Tanto che assieme agli arresti sono stati sequestrati beni per 5 milioni di euro. Sotto il controllo delle cosche di Castelvetrano e Campobello di Mazara, da queste attività le famiglie mafiose della provincia di Trapani hanno tratto linfa vitale. Ma sopratutto “soldi facili” da fare arrivare al boss latitante Matteo Messina Denaro. Incalcolabile quanto denaro la mafia trapanese in questo modo è riuscita a gestire , certamente quei centri scommesse sparsi nel Belice erano per Cosa nostra una sorta di “bancomat”, hanno così spiegato in queste prime ore dal blitz di stanotte i carabinieri del Comando provinciale di Trapani, guidati dal tenente colonnello Antonio Merola. Gli arresti sono stati eseguiti all’alba, in campo sono scesi con i carabinieri del comando di Trapani anche quelli del Ros, l’operazione è stata denominata “Mafia-Bet” (Bet dal suffisso che contraddistingue il mondo internazionale delle scommesse), in manette sono finiti gli imprenditori Calogero Jonn Luppino, campobellese di 39 anni, suo zio Salvatore Giorgi, 60 enne, anch’egli di Campobello di Mazara e Francesco Catalanotto, castelvetranese gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara. Sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, Luppino risponde anche del reato di corruzione elettorale, lui sarebbe stato l’alter ego dell’on. Pellegrino e l’ordine di sostenere il penalista marsalese alle regionali sarebbe arrivato dal carcere. Contro di loro un ordine di fermo spiccato dalla Procura antimafia di Palermo, provvedimento firmato dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Una indagine che è ruotata attorno a John Luppino che in poco tempo è diventato un super manager nel mondo delle scommesse e giochi on Line , aiutato dalle famiglie mafiose che obbligavano i vari esercizi commerciali ad istallare i device  delle società di Luppino e Giorgi pena pesanti ritorsioni. Luppino poi si interessava della gestione della cassaforte mafiosa, occupandosi del sostentamento, relativo alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino, uomo di fiducia di Messina Denaro, nonché del finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Molteplici i contatti registrati tra John Luppino e Catalanotto, nonché con Rosario Allegra, il cognato del latitante. Uomo dalla vita vorticosa, fondatore di una squadra di calcio, impegnato nel business dei migranti e prestato anche alla politica, questo emerge ancora sul conto di Luppino: nel 2011 è stato consigliere comunale nelle file dell’Udeur a Campobello di Mazara dove nel 2014 ha fondato il movimento “Io amo Campobello”, che ha sostenuto il candidato a sindaco poi eletto, Giuseppe Castiglione.

Questa la dichiarazione rilasciata agli organi di stampa dall’on. Stefano Pellegrino: “Si tratta di soggetti che ho conosciuto tramite la mia attività pluridecennale di avvocato penalista – ci ha detto Stefano Pellegrino -. E’ possibile che soggetti da me assistiti abbiano parlato di me nel corso di telefonate intercorse tra di loro. Nulla però a che vedere con la mia campagna elettorale. Io non ho chiesto voti per me  a questi soggetti. Inoltre da quando occupo il ruolo di deputato regionale sto provvedendo a “lasciare” il patrocinio legale di tutti quei soggetti che hanno accuse che sono in qualche modo “incompatibili” con il ruolo istituzionale che ricopro. Per quanto attiene a questa vicenda ho chiesto immediatamente al Pubblico Ministero di essere ascoltato. Oggi alle 12 avrò l’ incontro in  Procura”.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.