Caso Diciotti, Agrigento indaga

La Procura ha aperto due fascicoli, il procuratore Patronaggio sale a bordo

Questo è lo Stato che non vogliamo. Lo diciamo chiaro chiaro e prendiamo posizione. Tenere da giorni a bordo di una nave italiana, la Diciotti della Guardia Costiera, 177 migranti, tra cui parecchi bambini, è un comportamento che non ci è proprio, la storia del nostro paese, e della Sicilia in particolare, è fatta di accoglienza. Guardate a Mazara, il porto peschereccio tra i più importanti del Mediterraneo, ma anche terra di cultura e di integrazioni, dove da decenni convivono due diverse comunità, che presto hanno saputo mettere da parte tensioni e diversità, riuscendo a trovare punti comuni, il lavoro in mare ma non solo. Stiamo assistendo a bracci di ferro dove alla fine sicuramente qualcuno primeggerà, ma intanto c’è chi soffre o muore in mare, o anche nei lager libici, dove spietati uomini continuano a violentare e uccidere. L’Italia non stia ferma ad attendere l’Europa, l’Europa la smetta di girare la faccia dall’altra parte: “Continuiamo a lavorare – ha detto da Bruxelles Tove Ernst, portavoce della Commissione europea per la Migrazione – in modo tale che le persone a bordo possano essere sbarcate il prima possibile. Per la Commissione europea questa è prima di tutto un imperativo umanitario”. Per fortuna c’è chi in Italia non sta a guardare. La Procura di Agrigento indaga per individuare gli scafisti che hanno condotto l’imbarcazione soccorsa da nave Diciotti con 190 migranti a bordo, ferma da lunedì sera nel porto di Catania, ha aperto anche un secondo fascicolo di inchiesta sull’illecito trattenimento degli extracomunitari che ancora non sono stati fatti scendere a terra. Sulla vicenda della nave della Guardia costiera sta facendo accertamenti anche la Procura di Catania che ha aperto un fascicolo di atti relativi finalizzato a comprendere se ci siano ipotesi di reato. L’inchiesta, che potrebbe ipotizzare anche il sequestro di persona, è ancora a carico di ignoti: qualora fossero individuate responsabilità da parte di esponenti del Governo la palla passerebbe al Tribunale dei ministri. Il caso, di per sé già complesso, pone intricate questioni di competenza tra le varie Procure interessate dagli spostamenti della Diciotti di questi giorni. La nave, infatti, prima di arrivare a Catania ha sostato per giorni alla rada a Lampedusa – da qui l’interesse dei pm di Agrigento coordinati da Luigi Patronaggio – per far sbarcare 13 migranti in cattive condizioni di salute.Il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio è salito sulla “Diciotti” per una ispezione della nave. Patronaggio ha indossato guanti e mascherina, non essendo stata ancora stata effettuata una indagine epidemiologica sulla nave. Vengo anche fatte riprese video per documentare la situazione della “Diciotti”. Patronaggio, al termine della ispezione, ha dichiarato: “La situazione a bordo è critica. Ci sono diversi casi di scabbia. E comunque, in base alle convenzioni internazionali e alla legge italiana, i 29 minori non accompagnati hanno il diritto di sbarcare”. “Consentite a tutti i minori di sbarcare immediatamente perché sia possibile l’apertura di procedimenti giudiziali a loro tutela e l’inserimento in strutture di accoglienza adeguate”. L’appello è diretto al governo e a lanciarlo sono i magistrati per i minori. Il procuratore della Repubblica dei minori di Catania Caterina Ajello ha scritto al ministro dell’Interno Salvini e chiede l’immediato sbarco dei 29 minori a bordo della nave Diciotti. L’iniziativa del magistrato arriva dopo il deposito di un esposto firmato dall’associazione Intersos che lavora a bordo della nave. Il magistrato, ricordando che le convenzioni internazionali e le leggi italiane, riconoscono ai minori il diritto ad ottenere il permesso per minore età e ad essere accolti in strutture idonee e ad aver nominato un tutore, scrive: “E’ evidente che, nel caso in specie questi diritti sono stati elusi. Per altro si tratta di soggetti eritrei che possono essere ricollocati in altri paesi membri”. Anche la Comunità di Sant’Egidio esprime forte “perplessità e preoccupazione per la situazione delle 177 persone attualmente bloccate sopra la nave Diciotti della Guardia Costiera”.”In questi giorni – aggiunge – si è parlato di sequestro di Stato. La provocazione di questa espressione crediamo renda bene l’idea di ciò che sta succedendo. Troviamo indecoroso e disumano il modo in cui vengono trattenute 177 persone che già hanno sofferto attraversando il Sahara, la Libia e la traversata in mare. Forti – osserva la Comunità di Sant’Egidio – sono le perplessità sulla legittimità delle decisioni prese dal ministro dell’Interno Salvini, così come sollevato dall’Associazione nazionale magistrati. Ha preso posizione anche il presidente della Camera Roberto Fico: “La giusta contrattazione con i Paesi dell’Unione europea può continuare senza alcun problema, adesso però le 177 persone – tra cui alcuni minori non accompagnati – devono poter sbarcare. Non possono essere più trattenute a bordo, poi si procederà alla loro ricollocazione nella Ue”. Pesa il silenzio del Governo su questi interventi, della magistratura e da parte di autorità istituzionali, mentre al porto di Catania si sono svolte manifestazioni di protesta e solidarietà.

 

dichiarazioni prese da ansa.itrepubblica.it
E in serata il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dato il consenso per far scendere dalla nave i minori non accompagnati, pur ribadendo quasi con tono roboante “il ministro sono io”, come a dire nessuno si intrometta!
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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.