Intitolata all’agente Pietro Cerulli la Casa Circondariale di Trapani

La Casa Circondariale di Trapani è ufficialmente intitolata a Pietro Cerulli, agente di custodia in servizio al carcere palermitano dell’Ucciardone, ucciso in un agguato mafioso il 13 luglio 1980.
Campano di origine, Cerulli venne freddato nei pressi della sua abitazione a colpi di lupara e di pistola calibro 38.

L’agente operava nell’ottava sezione dove erano reclusi i condannati per mafia e, fin da subito, fu chiaro che la sua esecuzione era una punizione per qualche “sgarro” nei confronti di qualche detenuto. Insomma, come accaduto in altri casi, tra cui quello dell’agente trapanese Giuseppe Montalto, Cerulli non si piegò ai voleri di qualcuno o venne a conoscenza di circostanze che dovevano restare nascosto, rispettando così in pieno le regole del suo lavoro.
Presenti alla cerimonia, stamane, le massime autorità cittadine civili e militari, il vescovo Pietro Maria Fragnelli,  rappresentanti dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria e Gianfranco De Gesu, provveditore per la Sicilia dell’Amministrazione Penitenziaria.

Sia lui sia il direttore della Casa Circondariale, Renato Persico, hanno sottolineato il valore della intitolazione ad un – oggi si direbbe – poliziotto penitenziario caduto nell’adempimento del dovere. Un riconoscimento tributato ufficialmente a Pietro Cerulli ai sensi della legge 466/1980 e che, in qualche modo, pose rimedio all’indifferenza della società civile e dei rappresentanti delle Istituzioni in occasione della sua morte e dei suoi funerali. Erano anni in cui si respirava un clima diverso da quello attuale. “In quel periodo terribile – scrive il comandante di reparto della Polizia Penitenziaria Giuseppe Romano in un opuscolo realizzato e distribuito stamane ai presenti – che va dalla fine degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta, l’Ucciardone fu teatro di numerosi fatti di sangue: nel dicembre 1977 fu ucciso il brigadiere Attilio Bonincontro, nel 1979 l’agente Antonio Angiulli subì un pestaggio come mai ne erano accaduti in quel carcere”. Sempre nel 1979 venne rapito e mai più ritrovato il vice comandante del Corpo degli Agenti di custodia, il maresciallo Calogero Di Bona e accoltellato l’agente Giuseppe Scozzarello.

La Casa Circondariale di Trapani, che occupa un’area di oltre 90mila metri quadrati, fu inaugurata nel 1965 alla presenza dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Oronzo Reale che, già in quell’occasione sottolineò come l’atteggiamento dello Stato verso i detenuti sia quello della loro redenzione e non solo quello della punizione. Un principio questo, e vale la pena ricordarlo con maggior forza in questi tempi, che non nasce daldi qualche “anima pietosa” che non ha di meglio da fare nella vita (e per chi crede, comunque, la misericordia è un valore fondamentale) ma che è incardinato nel dettato della nostra Carta Costituzionale.

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