Il trenino rosso multato nel 2016 pur avendo tutto in regola vince ricorso dopo oltre un anno e mezzo. Ma intanto sono scadute le autorizzazioni per continuare a circolare.
CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Che fine ha fatto il trenino che percorreva le stradine di Castellammare del Golfo nel periodo estivo? Inghiottito da lungaggini burocratiche, pur avendo tutto in regola. Infatti, da circa un anno e mezzo, il trenino turistico rosso che percorreva la zona pedonale della cala marina fino alla spiaggia plaia, ha sospeso le sue corse per una serie di cavilli burocratici. La questione è finita davanti al giudice di Pace di Alcamo che ha dato ragione lo scorso novembre al proprietario del mezzo, condannando il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Capitaneria di porto di Trapani.
La sentenza del Giudice di Pace di Alcamo ha dato ragione al proprietario del trenino che, nonostante in possesso di tutte le autorizzazioni alla circolazione rilasciate dagli Enti preposti, si trova fermo da circa un anno e mezzo. Secondo la Guardia Costiera di Castellammare del Golfo, però, l’autorità marittima non aveva espresso parere, così ha imposto, nel 2016, il divieto assoluto di accesso alla cala marina nelle ore di chiusura al traffico nel periodo estivo, ovvero nelle ore in cui la zona diventa a traffico limitato (dalle ore 20:00 alle ore 02:00). La Capitaneria ha inoltre chiesto al Suap (Sportello Unico per le Attività Produttive) di revocare l’autorizzazione al passaggio del treno poiché “mancava il parere dell’autorità marittima”, richiesta però respinta dagli uffici comunali in quanto il mezzo era in possesso delle dovute autorizzazioni.
Infatti il Comune di Castellammare del Golfo, prima di rilasciare l’autorizzazione, aveva acquisito tutti i pareri favorevoli degli enti competenti, quali Anas, polizia stradale, polizia municipale di Castellammare e assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità.
Il 18 luglio del 2016 al proprietario del trenino è stata contestata una violazione del codice della navigazione per il passaggio “in ambito portuale, in zona ztl, contravvenendo alla disposizione di divieto di transito e violando l’ordinanza della capitaneria di Porto di Trapani per inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall’Autorità Marittima”. Così, lo scorso 17 novembre, il giudice di Pace ha accolto il ricorso presentato dal proprietario del trenino ritenendo, quindi, illegittima la sanzione in quanto il mezzo “è in possesso di tutte le autorizzazioni per espletare il servizio di linea nelle zone indicate ed individuate dall’assessorato alle Infrastrutture, compresa la via Zangara, autorizzazione rilasciata dal Comune di Castellammare del Golfo, ufficio Suap” – ha scritto il giudice. Percorso, infatti, quello effettuato dal 2011 dal trenino turistico, determinato e tracciato precedentemente dall’Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità. Anche se ha vinto il ricorso davanti al giudice di Pace, non potrà riprendere il servizio in quanto a fine 2016 sono scadute le autorizzazioni rilasciate dal Suap.
Il discorso abbraccia anche il tema della sicurezza. Infatti il trenino che transitava in passato dentro l’area pedonale di Cala Marina, passando tra le persone, in prossimità dei locali, preoccupa alcuni cittadini e la stessa Amministrazione. Proprio in merito siamo andati a sentire l’Assessore Maurizio Paradiso: “Durante una conferenza dei servizi abbiamo proposto ai proprietari del trenino di proporre un altro percorso alternativo per evitare l’accesso all’area pedonale di Cala Marina. – ha spiegato ad Alqamah.it l’Assessore Paradiso – Ma ad oggi nessuna proposta alternativa è stata avanzata in tal senso. A fine 2016 sono scadute le autorizzazioni, quindi ad oggi nessuna novità. Noi procediamo sempre nel rispetto della legge, quindi non possiamo, ad oggi, consentire al trenino di accedere alla ztl della Marina per questioni di sicurezza. L’afflusso di persone nel periodo estivo – conclude – in questi anni è aumentato notevolmente, quindi non ci sono più le condizioni per consentire l’accesso del mezzo in piena sicurezza. Per il resto siamo disposti eventualmente a ragionare su un percorso alternativo”.