Mafia, l’asse Castellammare-Bagheria nell’operazione “Legame”

I nomi degli arrestati dell’operazione “Legame”, tra loro anche il castellammarese Salvatore Farina

Salvatore Farina e Paolo Liga

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Sono castellammaresi due dei sei arrestati ieri a Bagheria durante l’operazione  antimafia “Legame” condotta dai Carabinieri di Palermo e di Bagheria, che hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo. Si tratta di Salvatore Farina e Rosaria Maria Liga, marito e moglie.

Gli arrestati sono tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata ai danni di imprese e commercianti.

Quella di ieri a Palermo è un’operazione che ci mostra anche un altro quadro delle dinamiche mafiose locali, ovvero “l’asse” tra la mafia di Castellammare del Golfo e quella palermitana, in particolare di Bagheria.

L’operazione è stata rivolta allo smantellamento del mandamento mafioso di Bagheria, che si stava riorganizzando dopo gli arresti degli ultimi mesi. Tra questi figura Paolo Liga, nipote del Capo Mandamento di Bagheria Giuseppe Scaduto, quest’ultimo arrestato lo scorso mese di ottobre nell’ambio dell’operazione “Nuova Alba” condotta sempre dai carabinieri di Bagheria.

Paolo Liga non è certamente un volto nuovo a Castellammare. Infatti venne già arrestato in passato proprio a Castellammare del Golfo quando, da latitante, si rifugiò in città per scappare alla cattura durante l’operazione “Reset 2” della Dda di Palermo dello scorso 2 novembre 2015. Liga aveva trovato rifugio in una casa del centro di Castellammare a pochi passi dal mare, resa disponibile dal fratello di suo cognato Natale Farina arrestato in quell’occasione con l’accusa di favoreggiamento, fratello appunto di Salvatore Farina, quest’ultimo arrestato proprio ieri insieme a Liga.

Paolo Liga, quindi, è stato nuovamente arrestato ieri insieme al cognato Salvatore Farina. Entrambi, secondo gli inquirenti che indagano, “custodivano e gestivano l’arsenale composto da pistole, fucili e mitragliette con matricola abrasa, nonché avevano la funzione di agevolare i contatti con Cosa nostra palermitana e trapanese, compreso il boss latitante Matteo Messina Denaro”. Paolo Liga, quindi, è considerato un uomo “cerniera” tra la mafia palermitana e il boss latitante Messina Denaro.

Ma c’è dell’altro. Salvatore Farina, figlio del defunto boss Ambrogio Farina, ucciso tanti anni fa, venne arrestato l’ultima volta nel 2014 insieme ad altri otto soggetti nell’operazione condotta da Sco e Polizia tra Milano, Matera, Castellammare del Golfo e New York. In quel caso l’accusa era di associazione per delinquere transnazionale, finalizzata alla tentata estorsione ed aggravata dalle modalità mafiose. Salvatore Farina è stato arrestato nella sua casa di Castellammare del Golfo nel 2014 dagli uomini dalla Squadra Mobile di Trapani che già in altre occasioni investigative aveva messo in rilievo i contatti tra la famiglia mafiosa di Castellammare del Golfo e le famiglie mafiose statunitensi. Legami sempre attuali e,  a giudicare delle recenti inchieste, mai tramontati. Proprio come quelli tra la mafia castellammarese e quella bagherese.

Rosaria Maria Liga

I nomi di Ambrogio Farina e Salvatore Farina però sono stati negli anni al centro di diverse inchieste di mafia della zona. Il nome di Ambrogio è stato anche legato all’uccisione del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto. Per questa vicenda però è stato definitivamente assolto dalla Cassazione nel 1994.

Oltre a Salvatore Farina, Paolo Liga e Rosaria Maria Liga, questi ultimi due nipoti del Capo Mandamento di Begheria Giuseppe Scaduto, a finire in manette ieri anche i bagheresi Claudio De Lisi, Riccardo De Lisi e Giuseppe Sanzone.

Secondo gli inquirenti, la donna, da anni residente a Castellammare del Golfo, “partecipava attivamente alla raccolta illecita del denaro destinato, in quel momento, anche al sovvenzionamento della latitanza castellammarese del fratello Paolo” durata quattro mesi, sottrattosi, come dicevamo, nel novembre del 2015 alla cattura nell’ambito dell’indagine antimafia “Reset 2”.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.