Sia pace sulle tue mura. In collegamento con testimoni di pace a Gerusalemme

Nella Chiesa della Natività a Betlemme vi è una lampada ad olio che arde perennemente da moltissimi secoli, alimentata dall’olio donato a turno da tutte le Nazioni cristiane della Terra. A Dicembre ogni anno da quella fiamma ne vengono accese altre e vengono diffuse su tutto il pianeta come simbolo di pace e fratellanza fra i popoli.  L’iniziativa è partita dall’Austria, ma ormai, la luce di Betlemme raggiunge ogni anno molte Nazioni europee, grazie anche all’impegno dei gruppi Scout che si sono fatti promotori di questa iniziativa simbolica a favore della pace. L’arrivo della luce, infatti, è sempre accompagnata da preghiere e canti. Da alcuni anni questa luce arriva anche a Trapani per l’impegno assunto dal Masci. Quest’anno la luce di Betlemme arriverà a Trapani  il 17 dicembre e darà vita ad una veglia presieduta dal vescovo Pietro Maria Fragnelli alle ore 19.00 nella chiesa “SS. Salvatore” (Fontanelle sud): la veglia sarà animata e si concluderà con i canti della corale di ragazzi “Le sentinelle” di Alcamo.

Prima che arrivi la luce da Betlemme (che sarà poi distribuita nelle parrocchie, nei gruppi, ma anche nelle famiglie che la vorranno come segno di pace), quest’anno il gruppo MASCI ( Movimento adulti scout cattolici italiani) della Diocesi in collaborazione con la Fondazione Pasqua2000 e il Museo San Rocco vuole proporre un momento di riflessione sulla pace, partendo proprio dai luoghi santi e in particolare da Gerusalemme, città della pace per eccellenza, ma, per il suo ruolo e la sua posizione, luogo in cui la pace è sempre in pericolo. Sabato prossimo, 9 dicembre 2017,con inizio alle ore 18, nella chiesa degli artisti (Sant’Alberto) in via Garibaldi a Trapani, Gerusalemme farà sentire la sua voce attraverso le riflessioni di alcune persone che vi abitano collegate in diretta via Skype.

Chiara Camarda, studiosa trapanese di lingua e cultura ebraica, vissuta anche lei per alcuni mesi a Gerusalemme, dialogherà con Benedetto di Bitonto, unico seminarista della comunità cattolica di lingua ebraica che cura la formazione degli immigrati soprattutto dalle Filippine e mantiene stretti rapporti con la comunità ebraica locale; quindi con Claudio Maina, responsabile del Movimento dei Focolari che opera da anni a Gerusalemme e conosce molto bene la situazione generale non solo di Gerusalemme, ma anche di altre zone calde come la striscia di Gaza; infine, suor Ibtissam Kassis, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, vicaria salesiana per il Medio oriente.  A queste si aggiungeranno anche altre testimonianze di operatori di pace in Terra Santa, in particolare di Desi Durbano, che per diversi anni ha lavorato negli Uffici amministrativi della custodia di Terra Santa, e quella dei volontari che operano nella casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Cremisan, frazione di Betlemme, la cui missione è quella di costruire pace tra cristiani e musulmani nel territorio palestinese, a partire da bambini e giovani, che giocano e pregano nello stesso oratorio.

Un momento sicuramente intenso, a cui potranno partecipare con domande anche le persone del pubblico, che sarà stemperato dalle musiche ebraiche eseguite al violoncello dal maestro Vincenzo Toscano e che vedrà le conclusioni del vescovo Pietro Maria Fragnelli.

“E’ notizia di questi giorni, la tensione che si è creata per la decisione del presidente americano Donald Trump di spostare l’ambasciata degli Stati Uniti dalla capitale politica di Israele, Tel Aviv, alla città santa di Gerusalemme. Ma Gerusalemme è città di tutti e solo la pace può garantire questa convivenza delle diverse religioni e dei diversi popoli  – spiega don Liborio Palmeri, direttore del Museo “San Rocco” e assistente del Masci – Lo ha espresso bene papa Francesco, allarmato dalle notizie che arrivano dai Luoghi santi, con queste parole: «Gerusalemme è una città unica, sacra per gli ebrei, i cristiani e i musulmani, che in essa venerano i Luoghi Santi delle rispettive religioni, ed ha una vocazione speciale alla pace Preghiamo il Signore che tale identità di pace  sia preservata e rafforzata a beneficio della Terra Santa, del Medio Oriente e del mondo intero e che prevalgano saggezza e prudenza, per evitare di aggiungere nuovi elementi di tensione in un panorama mondiale già convulso e segnato da tanti e crudeli conflitti» E a quest’appello che uniamo il nostro dando voce ad alcuni testimoni di pace che a Gerusalemme e in quella Terra Santa vivono ed operano quotidianamente”

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