La lettera di Tranchida

Il presidente del Consiglio comunale di Erice scrive al presidente Musumeci

Sul suo tavolo a Palazzo d’Orleans a Palermo, il neo presidente della Regione ha una lettera che gli è stata inviata dall’ex sindaco di Erice e oggi presidente del Consiglio comunale, Giacomo Tranchida. Un atto che nel rappresentare le problematiche del territorio vuole aprire una finestra di dialogo diretta con il nuovo capo della Giunta regionale dell’isola.

“In primo luogo gli Auguri di un buon lavoro – esordisce Tranchida – intanto per ridare speranza di futuro a questa terra, bellissima di suo, ma spesso penalizzata da mancate e coraggiose scelte politiche oltre che martoriata da asfissianti tecnicismi burocratico-amministrativi che, in nome di una pseudo legalità formale (!), sostanzialmente sovente la imprigionano al destino del mancato cambiamento”. Tranchida, che da sindaco ha avuto più contrasto che dialogo con il precedente presidente Crocetta, oggi prova a ottenere da Musumeci maggiore attenzione: “Converrà che necessariamente occorre pertanto cambiare verso ed accorciare le distanze, iniziando col delegare nei territori le opportunità insieme alle politiche di sviluppo d’ambito ottimale (..mi permetto oltremodo di aggiungere, unitamente ai patrimoni demaniali da valorizzare!) e non solamente il fardello dell’incapacità gestionale regionale”. Ecco l’elenco dei “guai” e dei “mali” del territorio sottoposto al presidente Musumeci: “Dalle nostre parti, mi auguro Le sia stato reso noto che, oltre al generale danno dei mancati e generali benefici scaturenti dalla puntuale spesa dei fondi europei (per i quali sottolineo ancora una volta la necessità della delega gestionale in capo ai territori!), si registrano difficoltà conseguenti alle fallimentari politiche regionali nella gestione del sistema dei rifiuti così come quello del servizio idrico ex EAS (ben 14 i Comuni del trapanese penalizzati, oltremodo bastonati dalle bandite leggine, estiva l’ultima e prima ancora primaverile, che scaricano sui Comuni inermi costi gestionali impossibili oltre ad azzerare i crediti dagli stessi vantati per interventi sostitutivi nella mala gestione dello stesso EAS)”. E non poteva mancare accenno alla “telenovela” delle province regionali: “Ma v’è di più, purtroppo ed in conseguenza della pirandelliana vicenda interessante la soppressione delle ex Province, i Comuni del trapanese in via sostitutiva sono stati chiamati a fare colletta milionaria per assicurare azioni di comarketing tendenti a far volare il turismo che, ad oggi, rappresenta la prima e naturale industria socio-economica del trapanese. Se poi aggiungiamo che le commissariate città di Trapani e Castelvetrano si tirano fuori da tanto, hai voglia di ben sperare. Vero è che la stessa Regione ad oggi non ha garantito ai Comuni i trasferimenti ordinari, ma non ci sta più tempo per stare a pensare e indugiare anche nel compulsare i Commissari nominati (il 30/11, come Lei ben sa, è il termine ultimo per le variazioni di bilancio annuale e triennale 2017/2019)”. Fin qui Tranchida che conclude: “Confido pertanto in un primo tempestivo intervento al riguardo, nelle more d’incontrarLa in visita ad Erice, magari per fare anche il punto con gli altri Comuni del trapanese circa le complessive problematiche succintamente qui esposte”. Adesso si attende risposta da Palermo.

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