“Orme di donne”, a Castellammare racconti di donne vittime di violenze

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. Si è svolto questa mattina presso l’istituto “Mattarella-Dolci” di Castellammare del Golfo l’evento dal titolo “orme di donne”, il progetto delle rete comunale antiviolenza e dello sportello donna. Presenti molti studenti delle scuole medie e superiori che, dopo gli interventi della dirigente Loana Giacalone, dell’Assessore Antonino Mercadante e di Patrizia Gioia, hanno ascoltato le letture dei brani dal testo “Ferite a morte” di Serena Dandini. Il progetto “Orme di donne” è stato curato delle associazioni “Castello Libero Onlus” e “Le Pleiadi” rispettivamente sui temi “Testimoni di giustizia, testimoni di vita” e “Dal lavoro di sensibilizzazione sulla violenza di genere alla riflessione creativa”.

Gli studenti hanno rivolto delle domande all’imprenditrice castellammarese Silvia Bongiorno, testimonianza diretta del dire no alla mafia e alla violenza. Molto apprezzato anche l’intermezzo musicale con Laura Sabella al violino.

Le letture hanno toccato diversi temi legali alle donne e alla violenza di genere, in particolare sulle violenze domestiche e sui cosiddetti femminicidi che negli ultimi anni sono aumentati vertiginosamente.  Un modo per dare voce a chi da viva ha non ha parlato, i brani della Dandini  infatti danno voce alle vittime, a chi purtroppo si è accorta del mostro troppo tardi. Sono le storie di mogli, ex mogli, sorelle, figlie, fidanzate, ex fidanzate che hanno pagato con la vita.

Un momento di riflessione ma soprattutto un modo per diffondere cultura. “Perché prima di tutto è una battaglia culturale” – ha sottolineato l’assessore Mercadante.

La presidentessa della commissione pari opportunità Patrizia Gioia fa presente che lo sportello Donna “dal 2013 ad oggi trattato alcuni casi, dei quali il 50% riguardano la consulenza, il 40% violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, 10% stalking. Abbiamo fornito anche consulenza legale e procedurale. In alcuni casi è stato esteso un sostegno psico-sociale all’intero sistema familiare. L’attività di sensibilizzazione dello sportello è senz’altro positiva per l’efficacia ed i risultati ottenuti poiché riscontriamo anche una mentalità distorta rispetto ai ruoli maschili e femminili con la presenza, sin dall’adolescenza, di stereotipi di genere e strumentalizzazione del corpo delle donne”.

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