Equipaggio in sciopero della fame

Sequestro “Anna Madre”: i dieci componenti l’equipaggio di Mazara lo hanno deciso dopo aver saputo che per il loro rientro, deve essere pagata un’ammenda di 69 mila euro

Appresa la notizia che non possono rientrare a Mazara del Vallo se prima non verrà pagata l’ammenda, fissata a 69 mila euro, i dieci componenti l’equipaggio del peschereccio mazarese Anna Madre hanno iniziato lo sciopero della fame.

L’equipaggio (quattro mazaresi e sei tunisini residenti da anni a Mazara del Vallo) erano nel peschereccio sequestrato nella notte tra il 15 e il 16 settembre scorsi in acque internazionali da militari tunisini che hanno condotto l’imbarcazione a Sfax. A confermarlo, telefonicamente, è il comandante dell’Anna Madre, Giacomo Giacalone.

«Siamo estremamente amareggiati e preoccupati – dice -. Sapevamo che una volta fissata l’ammenda noi marittimi potevamo partire, invece, rimaniamo bloccati qui a Sfax. In pratica non potremo rientrare in Italia finchè non sarà pagata l’ammenda, una somma talmente alta che ci vuole del tempo per trovarla tutta. Quindi non sappiamo per quanto dovremo rimanere in Tunisia». Giacalone aggiunge: «Dello sciopero della fame abbiamo avvertito l’Ambasciata italiana in Tunisia. Dall’Ambasciata italiana continuano a dirci che è tutto a posto, ma noi continuiamo a rimanere bloccati qui in Tunisia, anche se liberi di scendere e salire dal peschereccio». Il comandante dell’Anna Madre conferma che il sequestro è avvenuto in acque internazionali e di essere stato rinchiuso in una cabina per non meno di tre ore dopo che i militari tunisini sono saliti a bordo del peschereccio e ne hanno preso il comando.

fonte lasicilia.it

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteCrocci, muore un bambino
Articolo successivoMobilità Sostenibile, si alle regole, ma con il contributo del cittadino