Interrotto il fermo dovuto a controversie giudiziarie
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L’azienda, confiscata ai boss Rosario e Vitino Cascio e sotto la competenza dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, era stata riaperta con la riassunzione degli 11 lavoratori dopo la sentenza della Corte di appello di Palermo che ha revocato il fallimento della società disposto in precedenza dal Tribunale di Sciacca per un debito con l’Eni di 30.000 euro.
“Sinora – ha detto Luigi Castiglione, portavoce dei dipendenti – non avevamo potuto accettare commesse di un certo rilievo perché mancavano le scorte”. Adesso si ricomincia: “Cercheremo di riconquistare gli spazi di mercato persi – ha aggiunto – e tornare agli standard di vendita di almeno un milione di euro l’anno”.
fonte comunicalo.it