Una lettera dall’Ungheria

100 articoli verso il 21 Marzo: la testimonianza di un professore sulle sensibilità che cambiano tra i giovani all’estero

Di Luca Balduccio

 Carissimi amici,

credo che quello che mi appresto a scrivere non sia un articolo molto illuminante per i tanti che vorrebbero conoscere punti di vista diversi da quelli che magari giá sanno riguardo il pensiero e l’opinione che hanno gli stranieri degli italiani e della Sicilia…anche in Ungheria stereotipo imperat!!!

Proveró semplicemente e senza presunzione alcuna a raccontarVi il mio percorso di professore italiano calato nella realtá ungherese che per certi versi, umanamente, molto avrebbe da imparare dal sistema Italia ma che a livello di rispetto del bene pubblico e di presenza dello Stato ha molto da insegnarci.

Iniziamo.

Sorvolo sulle motivazioni comuni a tanti miei coetanei che mi hanno spinto a tresferirmi in Ungheria…Vi dico solo che ci vivo  da circa 8 anni e insegno in un liceo bilingue italo-ungherese. Grazie a questo lavoro ho un osservatorio privilegiato e riesco ad entrare in contatto con le opinioni dei giovani ragazzi ungheresi prima di tutte le altre istituzioni italiane in loco che, come altrove, si dedicano ad attivitá culturali lodevoli ma lontane anni luce dalla realtá che vedono i ragazzi e molte volte fanno pesare la loro assenza. Per fortuna le istituzioni sono fatte da uomini e in questi anni ho collaborato insieme a dei giganti come il Console Roberto Sarciá e l’Ambasciatore d’Italia Maria Assunta Accili che mi hanno supportato con passione in tutte le nostre attivitá e che hanno funto da amplificatore perché c’é poco da fare, anche qua se sei da solo rischi di essere voce di uno che grida nel deserto!

Da quando vivo all’estero ho sempre visto il comportamento „double face” degli ungheresi con l’Italia e gli italiani. Gli ungheresi continuano a vedere l’Italia come la terra della dolce vita, del bel canto, della moda, della spensieratezza, del sole, dell’amore, del mare e altri stereotipi di questo genere, infatti, l’Italia é una delle mete preferite del turismo ungherese e uno dei partner principali del mondo economico ungherese.

Ma  quando si tratta di mettere i classici puntini sulle i” da popolo molto nazionalista, ahimé, cominciano ad elencare tutti i nostri difetti che visti da qua sono davvero clamorosi (ci mettiamo tanto del nostro) e che per pudore non elencheró…. Alla luce di questo si possono spiegare le critiche mosse dal premier Orbán Viktor all’ormai ex premier Renzi riguardo la stabilitá dei conti e agli impegni presi con FMI, Banca Europea e che l’Ungheria é riuscita a mantenere grazie ad una crescita economica maggiore dell’Italia e ad una spesa pubblica che viene contenuta. Chiaro che ci sarebbe un capitolo da aprire riguardo la situazione attuale economica ungherese e i comportamenti illiberali del governo Orbán ma non é questa la sede…

Comunque, diciamocela tutta,  noi siamo apprezzati anche per i mille difetti che abbiamo e tutto sommato se un italiano si trova a Röszke (frontiera con la Serbia) i soldati magiari lo fanno passare tranquillamente e non solo a causa di Schengen ma perché essere italiano in Ungheria é sempre meglio di essere siriano o somalo! A tal proposito per farVi capire ció che dico, a Debrecen due anni fa una ragazza italiana molto scura di carnagione, scambiata per una migrante (parlava in inglese con un ragazzo ungherese) é stata insultata e presa a schiaffi mentre in pieno centro sorseggiava una bibita fresca.

Passando all’argomento Sicilia praticamente assistiamo alla stessa cosa che accade con la visione dell’Italia: Sicilia terra meravigliosa, mare stupendo, gente allegra (Dio l’aiuta), clima confortevole, cibo divino…peró c’é la mafia!

Trapani…nell’ultimo anno anche grazie ad un volo Debrecen-Milano Bg (Wizzair) e dal lí poi Milano Bg-Trapani Birgi, é raggiungibile quasi facilmente e sento sempre piú gente che sapendo di essere siciliano, dopo avermi dato del mafioso mi dicono che Trapani e il trapanese sono dei posti incantevoli…io rispondo „ a cu lu dici” ma non riesco mai a tradurlo!!!

L’anno scorso sono anche riuscito a far appassionare dei miei alunni alla cavalcata del Trapani calcio e mannagia che poi sia finita cosí amaramente!!!

Ma ritorniamo all’argomento Sicilia-mafia che attira decine e decine di giovani alle conferenze che facciamo in universitá o altrove, segno che é un tema per il quale si nutre molta curiositá.

Molte volte mi é capitato di ricevere genitori a scuola che quasi mi supplicavano di non organizzare viaggi di istruzione o gemellaggi in Sicilia a causa della mafia!

La mafia qua peró viene vista da un lato con paura e preoccupazione se si devono raggiungere i siculi lidi ma dall’altro con quasi ammirazione e interesse antropologico come fenomeno di folklore se la mafiositá viene circoscritta in Ungheria.

Anni fa addirittura a Budapest fu organizzata una rassegna di bellezza intitolata „Miss Mafia” nella quale potevano partecipare belle ragazze ma con la fedina penale sporca. Il tutto nel silenzio generale delle istituzioni italiane.

Naturalmente, come non parlare di tutta quella selva di ristoranti e pizze che associano il proprio nome a qualcosa che ricorda la mafia: pizza mafia, pizza camorra, ristorante Al Capone, Pizzeria Mafia) e i periodici party che si organizzano per giovani studenti (Il Padrino party). La cosa triste e stupida allo stesso tempo é che i promotori di questi party o chi battezza con i soliti nomi che richiamano alla mafia sono gli stessi italiani che vivono qua e che a volte si atteggiano a piccoli boss in quanto siciliani…mischini!!!

Alla luce di tutto ció, da subito, dai primi giorni della mia temporanea esperienza di insegnante sia al liceo sia in universitá, ho capito che qualcosa si doveva fare per estirpare questo luogo comune di sentirsi associato a quei tanti pezzi di merda di mafiosi in quanto siciliano. Quindi, essendo convintissimo che i giovani sono giovani ovunque e tutto ció che si fa con loro e per loro porterá presto o tardi dei frutti da condivedere con tutta la collettivitá ho provato insieme ai miei validissimi colleghi ad infondere in loro l’impegno civile senza se e senza ma proponendo attivitá, conferenze, incontri, progetti per poterli e potermi arricchire strada facendo. In tutto questo impegno ho avuto la fortuna di ricevere l’aiuto di amici come Margherita Asta, Laura Spanó, Salvatore Inguí e Rino Giacalone che hanno portato qui in terra magiara il loro vissuto e cosí  piano piano, camminando per Debrecen o insegnando a scuola o in universitá, ci sono sempre piú ragazzi che mi chiedono di Barbara Rizzo e di Giuseppe e Salvatore Asta, dei campi scuola di Libera, della prossima manifestazione da organizzare (non ci fermiamo), insomma ci sono sempre piú ragazzi che capiscono che la Sicilia é soprattutto antimafia…che dirVi…siamo davvero contenti di raccogliere i primi frutti di questo grande amore per la propria terra. Lasciatemi ringraziare anche l’Istituto Mattarella-Dolci con il quale abbiamo lavorato ad un progetto COMENIUS e il Saetta –Livatino di Ravanusa…i docenti, i non docenti, i ragazzi e le loro famiglie, i rispettivi Comuni hanno fatto toccare con mano ai nostri alunni la ricchezza del dono dell’accoglienza che in epoca di muri e fili spinati é un gran regalo!

Oggi ci accorgiamo con i colleghi che, grazie a utto ció, nella scuola dove insegniamo gli alunni che frequentano la sezione di italiano (circa 150) hanno una sensibilitá diversa rispetto ai circa 800 delle altre sezioni.

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