Palme nane infestate dal punteruolo rosso alla riserva dello Zingaro, il M5S lancia l’allarme

La deputata All’Ars del M5S Valentina Palmeri: “Subito il principio di Precauzione, il ddl presentato oltre un anno fa ancora bloccato in III commissione Ars”.

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. E’ ancora allarme “punteruolo rosso” in Sicilia, questa volta a rischio moltissime palme nane della riserva dello Zingaro, colpite da un probabile parassita infestante. A lanciare l’allarme la deputata del M5S alcamese Valentina Palmeri che ha informato tutti gli organi competenti, tra questi l’Ente gestore della riserva naturale dello Zingaro, e quindi il dirigente generale del dipartimento dello Sviluppo rurale, l’ingegnere Dorotea Di Trapani, l’assessorato Ambiente e quello all’Agricoltura. La deputata pentastellata, già lo scorso ottobre, aveva denunciato una situazione similare nel parco archeologico di Segesta.

Le palme, da qualche anno a questa parte, sono vittime di una vera e propria ecatombe. Pensare che prima dell’avvento del punteruolo rosso, proprio le palme ponevano la Sicilia, nel settore vivaistico, in testa alla classifica nazionale, con un fatturato annuo di circa 100 milioni di euro. “Il danno economico stimato dai vivaisti – afferma Palmeri – ammontava già nel 2009 a circa 12 milioni di euro, sia per la mancata vendita che per le enormi spese sostenute nel vano tentativo di contrastare le infestazioni con miscele di prodotti fitosanitari”.

Nel caso del punteruolo e di tante altre specie, sarebbe stato importante bloccare l’ingresso o l’importazione di specie o di materiali rischiosi per la biodiversità naturale e agricola nella nostra Regione, appellandoci a tempo debito al principio di Precauzione.

A tal riguardo, il Movimento 5 Stelle in Sicilia ha cercato di sensibilizzare il governo anche attraverso un convegno all’Ars, mentre a prima firma della parlamentare Palmeri è stato presentato, oltre un anno fa, un ddl che giace ancora in III commissione. I 5Stelle chiedono una urgente calendarizzazione e discussione.

Oggi le introduzioni di specie aliene patogene sono vera e propria emergenza, provocata dai continui scambi di materiali e merci da un Paese all’altro. Nel 2008, ad esempio, il costo sostenuto per il controllo delle specie aliene invasive e per rimediare ai danni da queste causati in tutta l’Unione europea, ha raggiunto un valore stimato compreso tra i 9,6 e i 12,7 miliardi di euro. Ma si tratta senza dubbio di un valore sottostimato considerando che molti Paesi hanno appena iniziato a calcolarne i costi (EC, 2009) e che spesso non si riescono a conteggiare le spese sostenute dai privati cittadini e i danni indiretti.

“Il punteruolo rosso – continua Palmeri – non è che la punta dell’iceberg di questo problema. Ogni anno infatti si verificano introduzioni di specie aliene che infestano, per esempio, il pomodoro, il nocciolo, le castagne, l’olivo ecc. Il problema sta a monte, e nonostante i protocolli per evitare l’introduzione di specie aliene ed i controlli, appare chiaro che ci troviamo di fronte ad un problema molto difficile da risolvere e gestire con i mezzi legislativi e di controllo attualmente messi a disposizione”. In conclusione, la deputata: “Bisogna porre rimedio con urgenza a questa propagazione indiscriminata di parassiti  e/o patogeni alieni nel nostro territorio; fino ad oggi, – conclude – in genere, per la risoluzione di questi problemi, ai costi si sono aggiunti altri costi che non hanno risolto nulla, perché da un lato si distrugge, si inquina e si spende allo scopo di uccidere i patogeni o di rimediare ai danni da loro provocati, dall’altro ne entrano continuamente altri attraverso varie modalità di ingresso”.

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