Condannato, simulò incidente per attuare un suicidio-omicidio

Sette anni a Roberto Carpentieri, lo scorso maggio provocò un incidente stradale col proposito di uccidersi e uccidere con lui anche i figli

Carpentieri RobertoE’ stato condannato dal Tribunale di Trapani a conclusione del processo svoltosi col rito abbreviato, Roberto Carpentieri, 36 anni. Una condanna a sette anni, quanti ne aveva chiesti il pm Andrea Tarondo, per avere tentato di uccidere i suoi figli, di 10 e 8 anni, simulando un incidente automobilistico, quale conseguenza sopratutto di una crisi sentimentale, era stato appena abbandonato dalla sua convivente. Più per una delusione d’amore che per altro secondo Procura e Tribunale, ha provocato l’impatto dell’auto da lui guidata contro la facciata di un palazzo in centro città a Trapani, un incidente con il quale pensava di morire lui con i suoi figli. I fatti risalgono al 15 maggio scorso, alla guida di una Fiat Panda con a bordo i figli minori, si era schiantato contro un muro in via dei Mille, tanto violento da provocare il crollo parziale di un muro e da causare problemi di stabilità all’edificio. Un incidente, perchè così era apparso al primo momento, anche perchè Carpinteri disse di avere perduto il controllo della vettura, che aveva attirato parecchia attenzione, per quell’auto che aveva financo sfondato una saracinesca di una agenzia immobiliare. Fu uno scontro violento, ma gli occupanti della vettura erano rimasti miracolosamente illesi. Le indagini dei carabinieri però presto hanno fatto scoprire che quello era stato un tentativo di suicidio-omicidio messo in atto dal guidatore dell’auto, Roberto Carpentieri, che stava viaggiando con i suoi figlioletti. La delusione d’amore e l’assenza di un’attività lavorativa stabile, l’impossibilità di vedere un futuro florido, degno di essere vissuto, una tragica visione della realtà culminata in quel gesto disperato e violento. Carpentieri è stato arrestato ed ha subito il processo. Nel corso del dibattimento è emersa la testimonianza di familiari del Carpentieri che hanno riferito del proposito suicida e omicidiario dell’uomo, durante un colloquio con la madre, il Carpentieri ha detto, “sono i figli miei devono morire con me”. Proposito suicida ed omicidiario confermato durante il ricovero in ospedale conseguenza di quell’incidente, ripetuto anche ad altri familiari, “fammi uscire da qua, che so io cosa debbo fare, sono figli miei e moriranno con me”. Sul telefonino di Carpinteri poi sono stati trovati sms diretti all’ex convivente, sostanzialmente erano l’annuncio di ciò che stava compiendo, “comunque volevo dirti addio ti proteggerò e ti vorrò bene da lassù, (omettiamo il nome della donna ndr) addio”; “volevo dirti che sono in macchina con i piccoli e questo è l’ultimo messaggio che ti manderò. Volevo sapere perchè questa bugia tu e mio cugino c’è stata qualcosa tra voi, comunque addio vorrò bene e ti proteggerò da lassù amore mio”. Proseguendo nel suo disegno criminale, Carpentieri decideva di fare schiantare l’auto condotta a forte velocità, proprio in prossimità del luogo dove sapeva trovarsi l’ex convivente. Dopo l’arresto, Carpentieri ha deciso di ammettere agli inquirenti ed investigatori dell’arma dei Carabinieri le proprie responsabilità.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.