Il denaro in testa

denaroQuanta parte della nostra esistenza è influenzata dal denaro? “Il denaro in testa” è un celebre libro scritto dallo psichiatra Vittorino Andreoli, il quale ci fa notare che nella nostra società il denaro pervade le nostre vite in maniera trasversale e talvolta in maniera eccessivamente pregnante. Tutto ha un prezzo, ma forse diamo per scontato che troppe cose debbano essere necessariamente acquistate. Quante volte ci accade di avere la testa a qualcosa che dobbiamo acquistare e ci facciamo prendere un po’ troppo da tali pensieri? Forse tale vissuto, nell’acquisto delle piccole e grandi cose, ci appartiene così tanto che ormai tende a far parte della nostra quotidianità e della nostra “normalità”. Tuttavia, dobbiamo fare chiarezza sul perché sia diventato così “normale” il concetto di acquisto, a tal punto da riempire una buona capacità della nostra mente, magari a discapito di altre forme di pensiero. L’acquisto dell’oggetto tende ad essere percepito nella nostra società, ormai da decenni, come un mezzo per ottenere una maggiore felicità, una maggiore realizzazione di noi stessi, una maggiore sicurezza, addirittura un modo migliore per stare con gli altri. È questo il messaggio che passa costantemente da tutte le pubblicità che ci vengono costantemente propinate da tutti i mezzi di comunicazione di massa e che è riuscito a generare la creazione della cultura dell’oggetto, ma anche la cultura dell’immagine. “Più possiedo, più ottengo, più appaio, più sto bene” sembra essere lo slogan sotterraneo che attraversa il nostro mondo occidentale. Peccato che poche volte ci accorgiamo che gli oggetti ci danno soltanto una gratificazione transeunte, che dura molto poco, così come non ci accorgiamo che gli oggetti mal ci abituano alla nutrizione delle relazioni autentiche . Troppo facilmente tendiamo a pensare che l’oggetto rappresenti un mezzo indispensabile per potere stare in relazione con gli altri. Il cellulare all’ultimo grido, il vestito firmato, gli occhiali luccicanti, l’auto nuova e chi più ne ha più ne metta, molto spesso ci danno l’illusione che, se posseduti, quindi acquistati, ci consentono di acquisire un tono maggiore con noi stessi e con la società. Tuttavia, poco siamo consapevoli che gli oggetti acquistati al fine di riempire il nostro mondo interiore e sociale sortiscono un effetto contrario, ovvero ci allontanano dalla nostra interiorità, dal contatto col nostro mondo intrapsichico ed emotivo, dalle nostre reali difficoltà relazioneli e sociali. È più semplice mantenere l’illusione che tutto possa essere magicamente facile con l’acquisto di un oggetto, peccato che tale illusione dura poco e falsifica sempre di più la nostra personalità. Che fare allora? Avere una vita da antichi cinici? Ovviamente no, non possiamo esimerci dalla realtà sociale in cui viviamo, ma certamente possiamo avvicinarci alla cultura del denaro e dell’oggetto in manera consapevole, magari mettendo al primo posto il nostro lato umano e relazionale, depurandolo il più possibile da inutili illusioni.

Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta

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