Ancora polemiche dentro il Pd: lo sfogo di Claudia Lentini

20160703_002450Un mese dopo le elezioni comunali alcamesi, le polemiche nel PD, non sembrano attenuarsi.
Così, dopo la lettere dell’ex assessore Grimaudo “all’amico PD”, Claudia Lentini, componente della segreteria provinciale, moglie dell’ex assessore Gianluca Abbinanti, scrive una lettera agli amici di partito e fa un analisi, dura, puntando il dito su argomenti precisi. Evidente anche in questo caso, come per la Grimaudo, il ricorso alla critica per i più giovani, cui non viene riconosciuto carattere di cambiamento. Si prospetta  una fase congressuale densa e interessante dentro il PD.
Questo il testo del comunicato stampa:

All’indomani della sconfitta del PD di Alcamo mi ero riproposta di tacere in attesa di approdare al congresso cittadino, ma certe esternazioni rilasciate da chi pensa di incarnare il vero cambiamento, mi impongono di manifestare pubblicamente le mie personali reticenze su una politica che continua in maniera miope ad autoreferenziarsi. Premetto che i giovani in politica sono certamente un valore aggiunto, ma l’equazione giovane ugualerinnovamento mi lascia a tratti perplessa. E contestualizzo la riflessione riferendomi a quanto avvenuto alle scorse amministrative in casa PD. La candidatura di Cusumano, anzitempo annunciata e caldeggiata dai livelli di partito superiori al comunale, parte con 2 condizioni, poste dai giovani e accolte favorevolmente da una parte di partito, sintetizzabili in una sorta di slogan : “no a Scala, no a Turano”. Ma “Nel mezzo del cammin di nostra vita” in pochi ci trovammo “in una selva oscura che la dritta via era smarrita”. Già, perché poste le condizioni di partenza, dopo tanto dialogare, confrontarsi e ponderare la necessità di un percorso cittadino che restituisse credibilità a quel tanto sbandierato “cambiamento del PD”, cambiano in corso d’opera le regole del gioco, si confeziona un’alleanza non unanimemente condivisa e quei giovani che avevano posto le condizioni di gioco, anziché far sentire la loro voce, si siedono al tavolo ed iniziano a giocare.A questo punto, un gruppo di dirigenti, tra cui la sottoscritta, manifestano pubblicamente il proprio dissenso in merito ad una alleanza che registra un modus procedendi non condiviso in maniera democratica. (E sottolineo a proposito l’opportunità di ponderare, da parte di alcuni segretari di partito, certe alleanze nelle realtà locali, onde evitare , così come accaduto ad Alcamo, che guelfi e ghibellini, tra abbracci e sorrisini possano scenicamente animare , l’ultimo atto della campagna elettorale: il comizio finale!).Dinanzi a questo scenario, alcuni dirigenti lasciano il PD, altri prendiamo atto di una decisione “imposta” e ci mettiamo un po’ da parte a guardare coloro che, nel tentativo di ricostruirsi la verginità, rinnegano il passato, dimenticando come sono riusciti a conquistare certi posizionamenti, e addirittura qualcuno si spinge oltre, dichiarando ad un giornalista errante, che da segretario cittadino, non ha condiviso la scelta del sindaco Bonventre, per poi subito smentire. (Attendo di leggere la querela all’incauto giornalista).Ma tutto ci può stare, perché in campagna elettorale i camaleonti escono allo scoperto ed i lupi si confondono con gli agnelli. Ciò che mi fa indignare è la capacità di interpretare una sconfitta, come cambiamento, come metamorfosi. Appropriatissima la frase gattopardesca del “tutto cambi per non cambiare nulla” . E gia’, perche’ il PD-UDC, in termini percentuali si piazza al secondo posto , ma qualcosa non va, perché il suo candidato sindaco non entra nel podio. Le prime analisi di voto, rilevate statisticamente su un pacchetto dei primi 100 voti raccolti sezione per sezione, sembrerebbe rilevare la presenza di un voto disgiunto (sindaco-consigliere) che in termini percentuali si registra proprio in quei candidati “giovani” che si piazzano ai primi posti. Quegli stessi candidati che hanno goduto dell’appoggio di molti uomini di partito non di certo nuovi alla politica. E allora mi chiedo: in cosa consiste il cambiamento di cui alcuni si riempiono la bocca ? E’ onesto mascherare una realtà che di nuovo non ha nulla se non il volto di giovani, collettori di preferenze elargite dai “vecchi”? E dove sono andate a finire le condizioni poste (no Scala no Turano) , imprescindibili per la loro scesa in campo? E’ questa la coerenza, che traccia la strada al vero cambiamento ? No! E io a questa farsa non ci sto più ! Se i giovani pensano che basta essere under 40 per rinnovare il partito, e che le loro affermazioni siano “pure” a differenza di tutti gli altri scesi in campo, sbagliano l’approccio al cambiamento. Mi piacerebbe ricordare a tal proposito, che se qualcuno non fosse rientrato nel PD, mettendo 8 candidati in lista, oggi quei giovani, non sarebbero forse neanche in consiglio ! Non ho mai condiviso il principio della rottamazione a tutti i costi e guardo al futuro, con un occhio al passato, di cui conservo le tante esperienze maturate nella giovanile ed in seno al partito, e coltivo ancora la speranza di chi continua a sognare un partito non dilaniato da correnti interne, che sappia leggere con onestà il presente e gettare le basi di un vero rinnovamento che includa intelligenze e capacità a prescindere dall’anagrafica e dai numeri, perché il cambiamento autentico è prima di tutto culturale ed in quanto tale non quantifica l’onestà e le capacità di un individuo in base al successo ottenuto o indotto, ma lo qualifica in quanto uomo, in quanto portatore di idee contributi e progetti. Auspico pertanto un’apertura a quanti hanno condiviso o si riconoscono in un percorso democratico , che abbia come priorità il servizio alla collettività, nella consapevolezza che anche da una sana opposizione può nascere un nuovo futuro. E da cattolica democratica, mi auguro così come la carità è silente, che il vero cambiamento sia percepibile dalle azioni che mettiamo in campo, piuttosto che dalle reboanti parole artatamente profuse per seppellire il passato.”

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