Può il benessere dipendere dall’ambiente circostante?

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“Io sono me più il mio ambiente e se non

preservo quest’ultimo non preservo me stesso.”

Josè Ortega y Gasset

La riflessione di oggi parte da un’osservazione: pochissimi anni fa il collegio dei Gesuiti è stato arricchito di un murales che oggi versa in condizioni di degrado e disinteresse, scritte, bestemmie e disegni campeggiano sul rinoceronte/nave. Ricordo che quando venne fatto non furono poche le critiche che lo vedevano troppo moderno per il contesto urbano in cui è sorto, anche se questo nulla ha a che vedere con la situazione di oggi, il dato di fatto è che comunque è stato realizzato e adesso è patrimonio della cittadinanza.

Un luogo in pieno centro storico, in una cornice assolutamente invidiabile e restituita al pubblico restaurata e rinnovata, ma in alcuni momenti della settimana e della giornata forse troppo in preda ad anarchia ed incuria, probabilmente sia per disinteresse di chi vi bivacca, sia per scarsi controlli da parte di chi dovrebbe vigilare.

Dalla visione di questo scempio ho riflettuto su quanto l’ambiente circostante possa essere fonte di benessere e piacevolezza per chi lo vive, abita e transita anche solo per pochi minuti. Di certo non una riflessione originale perchè fior di studi uniscono architettura, ingegneria e psicologia, ma comunque un pensiero collocato e distinto che riguarda anche Alcamo, dove la necessità di rivedere le regole e il rispetto delle stesse, ma anche una maggiore attenzione alle persone che vivono i luoghi, sembra proprio il passo da compiere per restituire piacere a chi vi vive. L’ambiente è il verde e tutto il patrimonio naturale, ma nondimeno è ambiente il contesto urbano in cui probabilmente la maggior parte di noi vive buona parte delle sue giornate. Perchè non difenderlo al pari di quanto si fa con gli habitat? Non è una questione di priorità, attenzione, ma una riflessione di quanto questa incuria racconti il nostro degrado sociale, la nostra deriva verso un sempre maggiore disinteresse per ciò che ci circonda, come se noi stessi non fossimo parte di questo stesso luogo.  Se le case, gli arredi e i colori degli stessi sono pensati per fare degli ambienti quotidiani luoghi in cui sia piacevole dimorare perchè la stessa cosa non deve valere con la città?

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Simona De Simone
Simona De Simone, psicologa e psicoterapeuta. Divoratrice instancabile di libri e del buon cibo. Appassionata di scrittura e mamma di Alqamah sin dal principio.