Venti consiglieri comunali decidono di far sospendere l’attività del Consiglio comunale e delle commissioni, così cercano di convincere Giambalvo a dimettersi
Cosa è successo tra la seduta consiliare dello scorso 29 febbraio e la riunione di oggi dei capigruppo a Castelvetrano? E cosa è successo sopratutto all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco Felice Errante? Lunedì sera il “coro” per gran parte carico di ipocrisia arrivato dai banchi della maggioranza fu sostanzialmente questo: chiediamo scusa per la gazzarra della seduta in cui c’erano le telecamere de Le Iene, e invitiamo Giambalvo (assente però alla seduta) a dimettersi. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, è sembrata una classica partita di “tressette col morto” fatta da segni, ammiccamenti e altro. Se non fosse altro che d’improvviso il Pd con Pasquale Calamia ha cambiato gioco, e a quel punto si è giocato a “sconsaioco”. Calamia senza mai abbassare lo sguardo, come invece avevano fatto altri, ricordò al Consiglio che nessuno poteva dire di non sapere, le parole di Giambalvo, prima di essere diffuse in tv, ne la puntata de Le Iene, erano finite intercettate e trascritte nelle ordinanze e stampate da mesi sui giornali, erano a tutti ben note, gli inni “pro Messina Denaro” erano fatti perfettamente conosciuti, e questo fino alla seduta del 25 gennaio, quando Giambalvo era tornato a sedere in aula dopo l’assoluzione dai fatti penali: nella seduta del 25 gennaio per la maggioranza tutto andava bene, Giambalvo era stato rimesso in aula dal prefetto Falco che revocò la sospensione, e quindi, per la maggioranza si trattava di prendere atto, e basta, di un provvedimento sicuramente legittimo, scivolando invece sulle responsabilità etiche e morali che appartenevano e appartengono non al prefetto ma alla “politica”. Ma ancora lunedì scorso i consiglieri di maggioranza hanno recitato, siamo indignati ma a dimettersi deve essere Giambalvo. Punto e basta. Ora una nuova decisione che poteva già essere presa lunedì sera, qualcuno l’aveva accennata fuori dall’aula, ma il Consiglio comunale preferì non raccogliere. Scenario che è cambiato improvvisamente. Oggi la maggioranza dei consiglieri comunali di Castelvetrano ha scelto l'”aventino”. In sostanza, si sospendono le attività consiliari e delle commissioni, e questo per indurre Giambalvo a dimettersi. Ma cosa è successo torniamo a dire? Cosa è successo di tanto grave che ha indotto il sindaco Errante a invitare il presidente del Consiglio Vincenzo Cafiso a riunire di gran corsa i capigruppo? L’unica cosa che abbiamo appreso riguarda una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza indetta pochi giorni addietro dal prefetto Leopoldo Falco. Si è parlato di castelvetrano e presente per parte della riunione è stato lo stesso sindaco Errante. Indiscrezioni dicono che le parole di investigatori e magistrati hanno fatto scoprire che a Castelvetrano a proposito di politici fin troppo amici o sostenitori dei mafiosi , non ci sarebbe solo Giambalvo. E se le cose stanno così anche l'”Aventino” sembra poca cosa. Tant’è che nell’elenco dei consiglieri che hanno deciso l'”Aventino” non ci sono per esempio lo stesso presidente Cafiso ed i consiglieri del Pd. E non è escluso che il Pd torni presto a fare da “sconsaioco”, scegliendo la via delle dimissioni o di qualcos’altro di maggior clamore rispetto all'”Aventino”. I gruppi che hanno scelto la sospensione dell’attività consiliare sono: NCD-Area Popolare, UDC Area Popolare, Indipendenti, PSI, Castelvetrano Futura, Noi per Castelvetrano, Liberi e indipendenti, tradotti Enrico Adamo, Giuseppe Berlino, Piero D’Angelo, Nicolò Giurintano, Giacomo Saladino, Salvatore Vaccarino, Gaspare Varvaro, Piero Barresi, Salvatore Ingrasciotta, Pietro Sciacia, Tommaso Bertolino, Gianpiero Lo Piano Rametta, Maria Sillitto, Giuseppe Di Maio, Giusy Etiopia, Francesco Giannilivigni, Antonino Vaccara, Gaetano Accardo, Giuseppe Curiale, Luciano Perricone. La commissione nazionale antimafia intanto ha deciso di venire a Trapani anche per il caso Giambalvo. Ma il caso Giambalvo oggi sembra essere nelle mani del leader che ha sostenuto sempre Giambalvo, il movimento articolo 4 dell’on. Paolo Ruggirello. Sembra che tocca a Ruggirello convincere Giambalvo a dimettersi. Ma anche qui c’è un giallo. Intervenendo nell’ultima seduta consiliare il sindaco Errante è andato giù pesante, “se qualcuno pensa in questi momenti di fare ricatti, sappia che non siamo ricattabili”. Con chi parlava il sindaco Errante?