Ancora confusione sulle emittenti siciliane sul digitale terrestre

tv-digitale_terrestre_30PALERMO. Con data  2 Febbraio 2016 si ripresenta il sempre presente  provvedimento di revoca delle frequenze televisive  nella Regione siciliana ed interferenti, sulla carta, con quelle maltesi. Tali frequenze erano state assegnate e vendute a piccole emittenti locali che, a seguito del passaggio al digitale terrestre, avevano dovuto sopportare anche i costi di adeguamento degli impianti senza ricevere alcun ristoro economico. Si parlò di questo qualche mese fa quando si diceva che l’emittente di Pino Maniaci, a Partinico,  disturbasse appunto le trasmissioni maltesi , quando non è vista  in tutta la Sicilia.  “A nome di tutto il gruppo parlamentare del M5S all’ARS, massima solidarietà a tutte le 20 emittenti locali coinvolte dalla determina del MISE di qualche giorno fa, ha dichiarato Matteo Mangiacavallo, deputato regionale,  chiedendo loro di non mollare, soprattutto di fronte alle scelte di un governo che vorrebbe scambiare professionalità, passione e libertà di informazione con un piatto di lenticchie. Dal canto nostro rinnoviamo l’impegno di fare la nostra parte. Il diritto ad una informazione libera passa principalmente per tutte quelle piccole realtà che riescono a sopravvivere senza piegarsi ad un potere che abbiamo visto, in questo caso più che in altri, è gestito da un governo incapace di trovare soluzioni alternative”. “Soluzioni che potevano e dovevano essere trovate, aggiunge  Mangiacavallo, ancor prima di questa determina. Bastava e basterebbe rivedere tutti quegli spazi sovradimensionati assegnati, ad esempio, a tutte le aziende di portata nazionale che attualmente non vengono utilizzati. Ma ancor prima, a nostro modesto avviso, andavano contestate e verificate le presunte “interferenze” denunciate dai Paesi limitrofi. Malta, giusto per citare la diretta “concorrente” delle frequenze siciliane, è raggiunta soltanto da emittenti che utilizzano il ripetitore di Monte Lauro – Buccheri, nel siracusano, per cui è incomprensibile il taglio orizzontale della “linea spezzata” 2014 del MISE che coinvolge anche il trapanese e l’agrigentino. Le tre emittenti in provincia di Agrigento che si sono viste soffiare le frequenze sotto il naso, RMK, Studio 98 e AG-TV, difficilmente potrebbero portare il loro segnale fino a Malta”.“Ma questi sono aspetti secondari di una vicenda paradossale  in cui lo Stato commette l’errore di vendere frequenze televisive che in breve tempo sono diventate inutilizzabili e, invece che metterci una pezza, fa pagare questo errore ai cittadini. Ci auguriamo che il paventato “bavaglio” a TeleJato, poi fortunatamente scongiurato, non debba concretizzarsi altrove, in una Sicilia in cui scarseggia il lavoro e dove il governo taglia quello che rimane” Così conclude il parlamentare del M5 stelle. Se tutto ciò andasse in porto si tratterebbe , come al solito, della beffa dopo l’inganno: frequenze pagate dalle emittenti ed ora rivelatesi inutilizzabili; soliti pasticci all’italiana ma soprattutto la perdita di libera informazione.

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