La cultura nutre la mente

culturaLa cultura può definirsi in generale come quell’insieme di conoscenze e di pratiche acquisite dall’uomo, che vengono trasmesse da generazione in generazione. Visto che le conoscenze dell’uomo riguardano disparati ambiti, possiamo poi declinare la cultura in ambito sociale, politico, economico, religioso, etnico, ecc. All’interno di un gruppo sociale, la cultura può definirsi come il complesso dei valori, simboli, concezioni, credenze, modelli di comportamento e anche di attività materiali che caratterizzano il modo di vita del gruppo sociale stesso. Cultura è quindi il modo in cui un gruppo sociale interpreta il mondo, agisce su di esso, lo pensa e lo trasforma e, al contempo, educa i suoi membri alle modalità acquisite di gestire il mondo ed il gruppo medesimo. Perché l’uomo ha da sempre il bisogno di trasformare il mondo? Semplice. In natura, l’uomo non possiede alcuna specializzazione per sopravvivere nel mondo; se non fosse dotato della capacità di pensare il mondo e di trasformare l’ambiente, l’uomo soccomberebbe. Tuttavia, una volta trasformato l’ambiente per la sua sopravvivenza, l’uomo continua ad esercitare questa intrinseca voglia di conoscenza e di trasformazione, talvolta mettendo anche a rischio la sua stessa sopravvivenza! In buona sostanza, senza la cultura l’uomo non potrebbe sopravvivere, pertanto, come affermato da diversi studiosi, la cultura è la seconda natura dell’uomo. Da sempre, l’uomo tende a rappresentare la sua cultura attraverso l’arte nelle sue diverse espressioni e, attraverso l’arte, legge la cultura, la interpreta, ne acquisisce una coscienza sia fotografica che critica. La cultura di un gruppo sociale è identità di quel gruppo, quindi rappresenta le radici antropologiche e psichiche delle persone che ne fanno parte; è il passato che ha generato il presente e che a sua volta genera il futuro. Alcuni studiosi ritengono che, come il patrimonio biologico si trasmette tramite i geni, il patrimonio culturale si trasmette tramite i “memi”, questi ultimi definiti come le idee più forti che resistono e che si vanno imprimendo in un tessuto sociale. Se, però, i geni sono di difficile modificazione, la cultura può essere soggetta a cambiamenti in funzione di quanto l’uomo ne sia cosciente, quindi di quanto la cultura venga studiata nella sua storia e nel presente, nei valori, sia positivi che negativi, nei suoi usi e costumi, nelle sue resistenze ai cambiamenti piuttosto che nelle sue potenzialità di benessere. Volenti o nolenti, tutti noi siamo attraversati, influenzati e nutriti dalla cultura, ma c’è una notevole differenza tra subirla inconsapevolmente piuttosto che conoscerla in maniera chiara e cosciente. Conoscere la cultura, conoscere le culture, ci rende critici, creativi, ci apre le strade alla valorizzazione delle nostre radici, ma al contempo ci consente di individuare gli aspetti patogeni del gruppo sociale in cui viviamo. Di conseguenza, la cultura può aiutarci anche all’incremento delle conoscenze per un sano sviluppo del nostro territorio, ci dà degli strumenti utili per una sana convivenza e per fare delle scelte consapevoli; la cultura è generativa per lo sviluppo del benessere sociale ed individuale, può divenire anche fonte di sviluppo economico per un’intera cittadinanza. Come si può intuire, incrementare la cultura, rappresenta un grande nutrimento sia per gli individui che per la collettività.

Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta

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