ALCAMO. Sono stati arrestati stamattina i fratelli Coppola, Nicolò e Leonardo, e il signor Antonino Bonura. I tre si trovano già ai domiciliari e con loro sono sottoposti a misura cautelare Gaetano Manno e Giordano Salvatore, indagati a vario titolo per intestazione fittizia di beni.
Il valore stimato dei beni sequestrati è circa 3 milioni di euro, ovvero l’intero capitale della società “TRASPORT. SCAVI S.r.l.”, con sede a Alcamo (TP) e la “CALIX WINE S.r.l.”, con sede a Palermo (PA) attribuibili rispettivamente a Nicolò Coppola e Antonino BONURA.
Una fitta indagine ha permesso di arrivare a tali imprese apparentemente pulite ma di fatto riconducibili a persone con sentenze passate in giudicato per associazione di tipo mafioso.
Le accuse sono proprio realitive alle intestazioni fittizie a compiacenti prestanome per evitare le leggi che prevedono la prevenzione patrimoniale per i soggetti condannati.
I fratelli Coppola gestivano una attiva società di edilizia e del movimento da terra “Trasport Scavi” intestata formalmente a Gaetano Manno, che si era aggiudicata l’appalto di sistemazione della strada provinciale 47 che collega Alcamo a Castellammare del Golfo, per un valore di 200 mila euro
Tra gli indagati anche un dipendente dell’ufficio tecnico di Alcamo, D.A., che era a conoscenza della riconducibilità dell’impresa a Coppola, tanto da invitarlo presso il suo ufficio a formalizzare proprio tale contratto. Manno, infatti si recava il pomeriggio stesso di questa telefonata con Coppola al comune di Alcamo per apporre la firma, mentre il tutto veniva registrato dai carabinieri.
Allo stesso modo incastrato Bonura, anche lui pregiudicato per mafia e attualmente detenuto, l’uomo è il reale proprietario della Calix Wine che commercializza vino all’ingrosso e che aveva formalmente intestato quote societarie a Salvatore Giordano. Antonino Bonura è indicato dagli inquirenti il nuovo reggente della mafia di Alcamo durante il processo scaturito dall’operazione antimafia “Crimiso” nel giugno 2012. Giordano, tuttavia, nel tempo aveva perso la fiducia di Bonura come testimoniano le interecettazioni dei Carabinieri che hanno registrato una telefonata furibonda tra i due perchè Giordano non voleva assurmersi la responsabilità di una gestione imposta dal Bonura.
Tra le intercettazioni si sente Bonura dire a Giordano, che considerava un privilegiato: “lei non paga a nessuno … lei prima che piglia una lira, lei ci deve avvisare e non faccia di testa sua… lei deve fare quello che dice la direzione … lei faccia quello che le viene detto di fare come eravamo rimasti”.
Il bilancio delle misura cautelari è di 5 indagati con ulteriori 5 avvisi di garanzia più numerose perquisizioni.