Una partita inopportuna annullata, e un sindaco che, al solito, se la prende con i giornalisti

Felice ErranteL’amichevole di calcio era programmata a Castelvetrano, dedicata a Paolo Forte, soggetto arrestato e condannato per la latitanza del boss Messina Denaro. Il primo cittadino di Castelvetrano però preferisce sorvolare sull’iniziativa e semmai criticare l’informazione

Il sindaco di Castelvetrano Felice Errante ha deciso di annullare l’evento sportivo organizzato presso il campo di calcio comunale per il pomeriggio del 13 agosto. Doveva disputarsi una amichevole di calcio tra la squadra castelvetranese della Folgore e la compagine del Marsala. Una partita dedicata al ricordo di un dirigente della Folgore, prematuramente scomparso nel 2012, Paolo Forte, il cui nome però riecheggia in diverse indagini antimafia. Forte fu anche arrestato e condannato, e si scoprì che la sua carta d’identità veniva usata dal boss latitante Matteo Messina Denaro.

Se non fosse scomparso, per lui era pronto un nuovo ordine di arresto a seguito di una indagine dei carabinieri a proposito di affari della mafia nel settore dell’eolico. Con un colpo di spugna al solito, come spesso accade, le vicende giudiziarie spariscono sempre e resta quanto per i vivi, quanto per i morti, quasi un alone di perbenismo concesso nonostante tutto a questi soggetti risultati invischiati con Cosa nostra, atteggiamento offerto spesso da ampi settori della società civile, che preferisce restare cieca e sorda rispetto al contenuto di inchieste giudiziarie quanto queste toccano i cosidetti “colletti bianchi” e i professionisti. E così per ricordare Paolo Forte c’era pronta una bella amichevole di calcio con tanto anche di patrocinio della Lega nazionale dilettanti, campionato nel quale giocano le due squadre che avevano deciso la sfida amichevole.

La decisione del sindaco Errante ha stoppato la partuta, il sindaco è intervenuto perché il campo di calcio, dove si doveva disputare l’amichevole con tanto di ingombrante dedica, è di proprietà comunale. La decisione del sindaco pare abbia anticipato ciò che il questore di Trapani Maurizio Agricola si apprestava a fare, disponendo il divieto di svolgimento della manifestazione. Le parole del sindaco Errante però, al solito, ripetendo un antico esercizio di attacco alla stampa, non sono state certo felici nei riguardi degli organi di informazione. Appena due parole sono state riservate alla dirigenza della Folgore che ha organizzato l’iniziativa con tanto di dedica a Paolo Forte.

Per il sindaco Errante si tratta di una “infelice scelta”. Due parole secche, punto e basta. Il resto del comunicato diffuso dal sindaco è dedicato alla stampa, rea, a sua detta, di calpestare l’onore della città di Castelvetrano. Eppure se non fosse stato per gli organi di informazione, e per primi a segnalare l’iniziativa sono stati i giornalisti di Tp24.it e il collega Giacomo Di Girolamo su Ilmattinodisicilia.it, un accenno è anche giunto dalla finestra del Tg1 Uno Mattina Estate, la cui puntata del 10 agosto scorso è stata dedicata alle malefatte sanguinose del boss Matteo Messina Denaro, la manifestazione non avrebbe assunto il carattere di notizia come meritava e come per fortuna è stato. Sappiamo benissimo senza che Errante venga a farci la lezione, che Castelvetrano non è una città di mafiosi, sappiamo che Castelvetrano è la città di Matteo Messina Denaro e di una ristretta cerchia di familiari e amici super fidati del boss che durante la latitanza lo hanno e lo stanno aiutando.

Sappiamo bene che a Castelvetrano ci sono tanti cittadini che ogni giorno operano perché mafia e mafiosi vengano cacciati via dal tessuto urbano, cittadini che si espongono e rischiano; sappiamo anche che a Castelvetrano ci sono cittadini che a prescindere non vogliono sentir parlare di mafia. Sappiamo che esponenti politici, che sedevano nelle sedie del potere amministrativo sono stati arrestati per le combutte con Cosa nostra e più volte si è detto che probabilmente la politica, non solo a Castelvetrano, utilizza i giusti vaccini per allontanare simili soggetti. Sappiano bene che a Castelvetrano chi osa parlar male di Messina Denaro corre il rischio di vedersi bruciata la casa, come accaduto al consigliere comunale Pasquale Calamia, sappiamo bene che chi pensa di organizzare una impresa diversa da quella voluta da Messina Denaro rischia di morire come è successo all’insegnante Nicola Clemenza. Dunque, nessun attacco a tutta la città, in questi anni, fino al caso Forte, abbiamo scritto delle malefatte di alcuni castelvetranesi, quando si è trattato di soggetti originari di Castelvetrano, talvolta mettendo in evidenza che spesso il comune sentire raccolto in città su Messina Denaro non era quello giusto, come accadde quando una giornalista de La 7 venne ad intervistare delle persone e si sentì dire al microfono che Matteo Messina denaro era una persona perbene, un perseguitato.

Si deve dire che tanti atteggiamenti e tante considerazioni di ieri oggi non ci sono più, ma dal sindaco Errante ci aspettavamo una spiegazione del fatto come mai un impianto comunale, a sua insaputa, viene da dire, stava per essere usato per ricordare un soggetto arrestato per avere aiutato Matteo Messina Denaro. E invece, al solito, le accuse ai giornalisti. Errante ha preferito sorvolare sulle uniche responsabilità che sono in capo alla dirigenza della Squadra di Calcio. I giornalisti hanno raccontato quello che doveva accadere tra le mura dello stadio comunale di Castelvetrano.

E’ gratuito poi ciò che il sindaco Errante ha detto in proposito del collega giornalista Saverio Lodato, che ci spiace non sia conosciuto coì bene dal sindaco Errante che lo appella come “tale”. Lodato peraltro ha scritto di Castelvetrano in un articolo che nulla aveva a che fare con la vicenda della partita dedicata a Paolo Forte. Il sindaco dunque avrebbe potuto impiegare quel foglio dove ha scritto la sua seccata replica alle notizie giornalistiche meglio rispetto a quanto ha fatto. Avrebbe potuto in altra occasione rispondere a Lodato e intanto spiegarci un po’ di cose su quella partita organizzata nell’impianto comunale, dicendosi indignato per quello che stava accadendo e non dichiarandosi indignato contro la stampa. Prendiamo atto che ha preferito far altro, e offriamo alla vostra lettura le sue dichiarazioni.

“Come castelvetranese prima, e come primo cittadino dopo, sono fortemente indignato per la campagna mediatica che si è scatenata per una infelice scelta operata dalla società rossonera di intestare, mi si dice su richiesta del fratello (ex arbitro di serie C e tesserato FIGC), un memorial a Paolo Forte deceduto qualche anno addietro… Nessuno vuole mettere la testa sotto la sabbia, o fingere di vivere nel nuovo paradiso terrestre, ma non è nemmeno accettabile che, come ha scritto tale Saverio Lodato, “a Castelvetrano viene statisticamente da chiedersi se vi abiti anche qualche persona per bene”. Evidentemente questi non conosce la nostra terra per giungere a simili affrettate valutazioni. La verità è che è esercizio assai facile mortificare territori ed offendere l’altrui reputazione, a questo purtroppo siamo tristemente abituati. Ho sempre ribadito che Castelvetrano Selinunte, per la quasi totalità della sua popolazione, è composta da persone perbene… Mi sento di poter affermare con certezza e con cognizione di causa che i castelvetranesi per bene, che ribadisco sono la stragrande maggioranza, sono i primi a non vedere l’ora di affrancarsi da questa cappa che molti giornalisti con superficialità hanno calato sulla nostra città. Ho grande rispetto e stima per la professione del giornalista, molti di loro hanno sacrificato la propria vita per poter garantire l’affermazione delle libertà individuali, per poter raccontare al mondo le situazioni più difficili dai peggiori luoghi del mondo, ma non posso accettare descrizioni semplicistiche che tendono ad attribuire patenti ad un’intera comunità per colpa di pochi mascalzoni…In ordine alla partita di calcio che la società Folgore avrebbe dovuto disputare giovedì con il Marsala, ho chiesto ed ottenuto dal presidente Gaspare Raineri l’annullamento dell’incontro. Ma di fronte al nostro impegno quotidiano ed alla battaglia in favore dell’affermazione della legalità che la mia comunità, continua a portare avanti con sacrificio, pretendo un maggiore rispetto da parte degli organi di informazione. A quei giornalisti che con troppa sufficienza attribuiscono patenti di mafiosità chiedo di trascorrere qualche giorno nel nostro territorio, di parlare con la gente, di conoscere i fatti, e sono certo che la loro opinione muterà radicalmente.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.