Tra i disturbi psicologici, la fobia è uno dei malesseri più fastidiosi ed intolleranti per l’individuo. Essa si manifesta tramite una smisurata paura ed avversione verso un determinato elemento, di solito, un animale, ovvero verso una determinata situazione sociale o di vita; un po’ più rare sono le fobie verso determinati alimenti. Sono diffuse le fobie verso i ragni (aracnofobia), i topi (musofobia), i serpenti (ofidiofobia), i cani (cinofobia), ma anche le fobie per le altezze (acrofobia), fino alla fobia di volare (aerofobia). Altre fobie diffuse sono quella di parlare in pubblico (glossofobia), piuttosto che la paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali (sociofobia), quella dei piccoli spazi (claustrofobia) o degli spazi aperti (claustrofobia), e ancora, quella del buio (nictofobia) o delle punture da siringa o degli aghi od oggetti appuntiti in genere (balenofobia). Quando l’individuo sta a contatto con l’elemento fobico, entra immediatamente in allarme, provando una terribile voglia di scappare per allontanarsi da quella situazione che percepisce come altamente minacciosa. Se non trova una via di fuga, le reazioni possono essere sconcertanti per lo stesso individuo e per chi lo osserva: terrore, panico, forte tremore e tachicardia, sudorazione, mancanza di respiro, piuttosto che urla incondizionate, aggressività, fino a situazioni di paralisi. Allo scopo di non entrare a contatto con l’elemento fobico, l’individuo spesso attua dei comportamenti di evitamento delle situazioni a rischio. Tuttavia, tali comportamenti possono risultare invalidanti nella misura in cui determinano dei “tagli” ad una parte dell’esistenza della persona e di chi sta con essa. Anche se la cura delle fobie è alquanto complessa, chi ne è portatore potrebbe seguire un consiglio pratico, di tipo comportamentale. Provate a stabilire un contatto graduale con l’elemento fobico, secondo tale metodo: disegnate su un foglio un termometro con dieci tacche: vedere delle immagini raffiguranti l’elemento fobico e segnate sul termometro il livello di ansia provato. All’inizio, il livello sarà alto, poi, con l’abitudine all’immagine, comincerà a scendere. Nel momento in cui il termometro raggiungerà dei parametri accettabili, continuate con esercizi sempre più concreti, fino allo stabilire un contatto sempre più ravvicinato con l’elemento fobico, prendendo sempre nota del livello di ansia, facendo così in modo di favorire l’abitudine all’elemento fobico. Nei vari step, dopo una solida esercitazione, il termometro dell’ansia dovrebbe pian piano cominciare a scendere. Una seconda via per combattere le fobie è quella dell’analisi della loro natura inconscia. Infatti, una fobia tende spesso a nascondere delle insicurezze della personalità molto profonde, che vanno esplorate ed elaborate con un ausilio psicoterapico adeguato.
Fabio Settipani
Psicologo – Psicoterapeuta