Quel solito, perenne, “convitato di pietra”

Veduta Alcamo ALQAMAHMassoneria: ad Alcamo scoppia l’ultimo caso, ma il ruolo delle “logge” emerge in molte amministrazioni pubbliche. Invitiamo gli amministratori pubblici a dichiarare le loro eventuali appartenenze. Intanto Fundarò, Massimo, riesce a far parlare Bonventre

 Ha fatto bene l’on. Massimo Fundarò. Ha ricordato al sindaco di Alcamo Sebastiano Bonventre che le sue dimissioni da primo cittadino sono un fatto non più rinviabile. E la provocazione ha avuto successo…perché finalmente Bonventre ha parlato. Non lo aveva fatto nemmeno dopo la denuncia che il suo concorrente alle ultime elezioni amministrative, l’avv. Niclo Solina, ha fatto in un’aula di Tribunale: accusa pesante, cioè l’iscrizione, tenuta nascosta, alla massoneria da parte di Bonventre, e altri. Bonventre dapprima si è affidato alla voce di due suoi assessori per dire che si tratta di una “bufala”, oggi intanto ha chiesto udienza al prefetto di Trapani Leopoldo Falco, si dice più che altro per discutere di una nuova indagine penale che piomba sulla sua amministrazione, circa licenziamento e riassunzione di due lavoratrici precarie. Ma è difficile credere che il discorso che il sindaco Bonventre farà al prefetto non toccherà l’argomento massoneria. A Massimo Fundarò che solo in ultimo ad un suo intervento gli ha ricordato che la cosa se vera rappresenta l’ennesimo scandalo, il sindaco Bonventre ha deciso di non mandarle a dire ma di rispondere direttamente: “Per quanto riguarda l’accostamento alla massoneria che il Fundarò dà per scontato lo invito a leggersi l’elenco ufficiale dei massoni italiani che è pubblico per legge dove non troverà affatto il mio nome. Aggiungerò pertanto il suo nome tra coloro che risponderanno nelle sedi opportune”.

Insomma da queste parole non si vede il sindaco remissivo che già da più parti veniva descritto e in procinto di dimettersi. E sull’elenco di cose dolenti che l’on. Fundarò ha fatto ponendo già queste come elementi di prova per indurlo alle dimissioni, il sindaco ha replicato:”I l Comune è senza ombra di dubbio in questo momento la fonte primaria di occupazione in città non solo per il numero  impressionante di dipendenti comunali anche dal sig. Fundaro determinato ma anche perché 20 milioni di euro di lavori pubblici appaltati danno lavoro ad almeno 50 famiglie ulteriori”. Bonventre chissà se è vero sia pronto a dimettersi, intanto sfida Fundarò: “Dovrebbe spiegare alla città i motivi della sua acredine verso di me o lo farò io. Disarmante l’idea che l’efficienza amministrativa sia direttamente proporzionale alla presenza; è probabilmente vero che la presenza sia invece direttamente proporzionale alla capacità clientelare”. Ce n’è quanto basta perché rispetto alla voce “capacità clientelare” sicuramente non sarà solo la politica a porre domande. Ora prendiamo atto della risposta di Bonventre, ripetiamo attribuiamo il merito all’on. Massimo Fundarò che ha probabilmente pizzicato le corde giuste per farlo finalmente parlare. Affermazioni di riscossa a parte, non può sfuggire ad alcuno il declino politico sofferto da Bonventre, cominciato non appena lo schieramento che si era creato attorno alla sua elezione ha cominciato a subire duri colpi da parte della magistratura. Sono venute fuori vicende morali affianco a quelle di rilevanza penale che hanno tolto il velo a una serie di pochezze.

La maggioranza che ha sostenuto Bonventre è riuscita a nascere perchè al minimo sono state abbassate le protezioni sulle condotte etiche e morali, anzi ogni barriera è stata tolta e tutto anche l’illecito è diventato cosa lecita. I processi in corso per voto di scambio sono lì ad offrire al pubblico che segue le immagini di una politica che ha raccolto consensi a colpi di…pacchi di pasta, promesse di assunzioni, Aimeri ed altro. Stia tranquillo il sindaco Bonventre però…non ha lui il primato assoluto di trovarsi, “a sua insaputa”, a capo di una congrega del malaffare. In giro per la provincia di Trapani i casi non mancano. E laddove si insinuano dubbi sull’operato degli amministratori dobbiamo dire spunta sempre l’ombra della massoneria. Un vero e proprio convitato di pietra. Anzi il solito “convitato di pietra”. Perchè la massoneria non ha mai finito di cercare di dettare legge in questo territorio, dai tempi della Iside 2, prima e dopo quel 1986 che segnò la sua scoperta. Tempo addietro, quando abbiamo scritto di vicende politiche che riguardavano il Comune di Trapani, non esitammo a lanciare un preciso appello e cioè che tutti i politici di Palazzo D’Alì dichiarassero in modo chiaro e tondo l’eventuale appartenenza alle logge. Eravamo pronti a scommettere che nessuno avrebbe risposto, e avremmo vinto la scommessa.

Solo il sindaco Damiano, intervistato da noi, a precisa domanda rispondeva che non era iscritto ad alcuna massoneria. Oggi la domanda ufficialmente la poniamo anche al concesso civico di Alcamo. A sindaco, assessori e consiglieri comunali. Ieri abbiamo festeggiato il 2 giugno, Festa della Repubblica. Dobbiamo riconoscere di essere distanti da quel giorno in cui si svolse il referendum, da quelle donne e da quegli uomini che con grande slancio ideale, “pronti alla morte” come il nostro Inno ci ricorda dover essere ogni giorno, hanno ricostruito l’Unità d’Italia che la dittatura fascista aveva distrutto. Ieri a noi è sovvenuto un ricordo. Quello del prefetto Fulvio Sodano, e di quella Festa della Repubblica con la quale lui riuscì ad accendere nei cuori e negli animi di tutti noi i sentimenti di Patria, democrazia e libertà. Non è un caso che quel prefetto fu cacciato via forse anche per quei suoi ideali che la massoneria per prima contrasta pretendendo di mantenere il segreto sulle sue attività. Non mettiamo in dubbio come alcuni credono in fondo alla filosofia esoterica e che di questo si discute nelle adunanze delle logge. Ma conoscendo alcuni massoni di terra nostra viene davvero difficile vederli interessati a discutere di filosofia esoterica…meglio, per loro, viene mettersi d’accordo su come spendere i piccioli…anche quei pochi che sono rimasti.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.