Sono intollerante o allergico? Qual è la differenza?

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Spesso le intolleranze alimentari e le allergie alimentari vengono erroneamente confuse le une per le altre, ma i due concetti sono molto diversi fra loro nonostante la sintomatologia sia a volte sovrapponibile.

L’allergia alimentare è una reazione immediata del nostro sistema immunitario nei confronti di una molecola, chiamata “allergene”, contenuta in un particolare cibo e riconosciuta come estranea dal nostro organismo.

L’intolleranza alimentare è una reazione avversa al cibo che non necessariamente prevede l’intervento del sistema immunitario. Inoltre, mentre le allergie alimentari sono immediate, gli effetti indesiderati delle intolleranze alimentari possono manifestarsi ore o giorni dopo l’assunzione del cibo incriminato. In più, a differenza della allergie alimentari, le intolleranze alimentari sono dose-dipendente, ossia legate alla quantità di cibo ingerito. Se, ad esempio, un soggetto è allergico al pomodoro basteranno piccolissime quantità dello stesso per provocare una reazione allergica; se invece il soggetto è intollerante al pomodoro allora dovrà ingerire una quantità di pomodoro più abbondante perché gli effetti dell’intolleranza si manifestino.

In parte però la sintomatologia delle allergie e delle intolleranze alimentare è comune: gonfiore addominale, dolore allo stomaco, nausea, vomito, prurito e rossore alla cute, stitichezza, aumento del peso corporeo. Va detto però che i sintomi di un’allergia possono essere molto più acuti (si può addirittura arrivare allo shock anafilattico) di quelli che si verificano nel caso di un’intolleranza alimentare. Fortunatamente le allergie alimentari immediatamente pericolose per la vita sono estremamente ridotte (riguardano 6 persone su 100), ma i disturbi connessi con le intolleranze alimentari sono parecchio diffusi e possono provocare disagi fisici importanti.
Basta riflettere sul termine “intolleranza” per capirne il significato: il corpo risulta sofferente nei confronti di un dato alimento e “insorge” perché non riesce a digerirlo.

Le intolleranze alimentari possono essere enzimatiche (come l’intolleranza al lattosio o al glutine), farmacologiche (come l’intolleranza al pomodoro scatenata dalla presenza di istamina), da additivi (causate dalla presenza di coloranti, conservanti, addensanti, emulsionanti…presenti nel cibo) o immunoglobuline-mediate (dovute allo sviluppo di particolari molecole del sistema immunitario).

Una volta stabilita la causa della reazione avversa al cibo si può intraprendere lo specifico percorso terapeutico, che consiste essenzialmente nell’eliminazione dell’alimento che la provoca, oltre che a trattamenti di tipo farmacologico nel caso di allergie. A seconda della natura dell’alimento il trattamento dietetico deve essere tale da bilanciare eventuali carenze alimentari. Occorre però ricordare che, a differenza delle allergie alimentari, alcune intolleranze alimentari non sono “per sempre”! Ciò vuol dire che, se tempestivamente e opportunamente trattate, si può ristabilire un equilibrio tale nel corpo da ripristinare la tolleranze nei confronti di quel particolare cibo.

Di recente sono stati pubblicati molti studi a riguardo e tanti altri passi avanti, anche molto rapidi come succede in questi casi, sta facendo la scienza. Di fronte ai sintomi di un’allergia o di un’intolleranza l’obiettivo primario deve essere quello di aiutare l’organismo a recuperare nel miglior modo possibile il suo stato di salute ottimale. Pertanto, la nuova sfida per gli operatori del settore e quindi anche per noi nutrizionisti è quella di essere sempre più pronti a gestire queste problematiche, delle quali spesso si ha una conoscenza ancora troppo limitata.

Adriana Cilia – Biologo Nutrizionista
Gianfranco Pipitone – Biologo Nutrizionista