Mobility Manager e viabilità centro storico, scontro in consiglio comunale ad Alcamo

consiglio comunale alcamo 4-3-15

Di Emanuel Butticè e Angelo Rocca

ALCAMO. Riprende il consiglio comunale ad Alcamo e torna sulla questione della viabilità del centro storico e sul Mobility Manager. Il consiglio su quest’ultima questione sembra spaccato. Sono in molti a scagliarsi contro il collaboratore civico del Sindaco Bonventre.

Il consigliere Di Bona spiega, con molto rammarico, la sua posizione in merito alla mozione di indirizzo  presentata dalla stessa Di Bona e a firma di altri 7 consiglieri avente ad oggetto “ampliamento isola pedonale e viabilità centro storico”. Di Bona spiega: “sono fortemente rammaricata per l’assenza del Sindaco. Molti commercianti attendevano il Sindaco per discutere questo problema. Proprio per questo invito a rinviare il punto all’ordine del giorno, per poterne discutere alla presenza del Sindaco e magari organizzare un consiglio comunale aperto. Inoltre – precisa Di Bona – trovo offensive le parole dell’Ingegnere Amodeo utilizzate in una nota, pretendo quindi le scuse”, conclude definendo le sue parole “vergognose”.

Calvaruso rimarca e accusa il Sindaco: “Questa di oggi è una mancanza di rispetto per la cittadinanza, visto che la mozione è stata presentata da più di un mese (9 febbraio). Qui in quest’aula ci sono molti commercianti che attendono risposte e la sua assenza è una grave mancanza di rispetto”.  In aula nel frattempo è arrivato il Vice Sindaco Cusumano (oltre agli assessori Coppola e Manno in rappresentanza dell’amministrazione, ndr) ma gli animi non si placano, anzi, i toni si fanno sempre più accesi, tanto che il presidente del consiglio Scibilia perde per pochi minuti il controllo dell’aula. “I cittadini aspettano da gennaio, -continua Calvaruso – e nessuno ha ancora capito che intenzione ha questa amministrazione. Questa amministrazione deve decidere insieme al consiglio, cosa mai fatta, – sottolinea Calvaruso – perché non è possibile che si facciano solo dei provvedimenti a caso; io mi sono stancato. Voi state creando dei disagi che la città non può più permettersi”. In conclusione, il consigliere Calvaruso accusa l’amministrazione guidata da Sebastiano Bonventre di decidere in maniere autonoma e non in armonia con il consiglio comunale. Le lamentele sulla frequente assenza del Sindaco si susseguono da più parti.

Ignazio Caldarella condivide l’atto presentato dalla collega Di Bona e propone anche lui di rinviare il punto all’ordine del giorno. Poi gli animi si surriscaldano e Caldarella con decisione si rivolge ai colleghi: “Se questo consiglio comunale vuole mandare a casa l’amministrazione, andiamo tutti a casa! In caso di dimissioni io sono il primo firmatario, ma dobbiamo andare via tutti!” anche Sciblia, nel riprendere il consigliere, si trova d’accordo e anche lui minaccia le dimissioni, ma sottolinea che “però mi viene qualche dubbio, se non ci fosse stato nessuno tra il pubblico – sottolinea Scibilia – non ci sarebbe stato tutto questo teatrino”. Il dibattito prosegue con un acceso scontro verbale tra Caldarella e Longo.

Caldarella conclude aggiungendo che “l’amministrazione non deve andare a casa, non è così che si risolvono i problemi della città. Sono d’accordo a ritirare e rinviare il documento di Area Democratica”.

Vesco invece si sofferma sul Mobility Manager:”si tratta di un consulente del Sindaco ma le sue decisioni hanno effetti sull’intera città. Sarebbe corretto condividere queste due decisioni con noi. Questa amministrazione ha avuto tutto il tempo per prepararsi e attrezzarsi, ma invece è arrivata a questo consiglio totalmente impreparata”.

Alessandro Longo spiega che “il momento difficile, di crisi, ci impone di stare tra la gente, per questo dobbiamo tornare in giro e parlare con la gente” proprio in relazione al Mobility Mangare, Longo spiega che abitando nel centro storico ogni giorno raccoglie le lamentele e le opinioni dei cittadini.

Fundarò invece sottolinea che “il centro storico è un argomento chiave e rappresenta la nostra identità. Condivido l’atto ma ritengo che la figura del Vice Sindaco Cusumano sia sufficiente per poter trattare l’argomento”. In conclusione Fundarò propone un referendum popolare come strumento di democrazia diretta per far decidere ai cittadini una scelta così importante.

Il consigliere Vario conclude: “i commercianti non hanno grosse pretese, chiedono solo l’apertura dal lunedì al giovedì. Anche io – conclude – mi sono sentita offesa dalle dichiarazioni del Mobility Manager”.

Il consigliere Intravaia: “il comune di Alcamo mi sembra un comune commissariato”, Gina Caldarella invece ribadisce “smettiamola di prenderci in giro, smettiamola di giocare e prendiamo delle decisioni”.

Il Vice Sindaco Salvatore Cusumano, in merito prende la parola e spiega: “Il comune sta già facendo un calendario degli eventi (chiesto anche dal consigliere Fundarò, ndr). Sono stati effettuati in passato tanti studi da parte dei collaboratori civici e sono tutti agli atti. Noi oggi dobbiamo decidere insieme, il problema non è chiudere o aprire il corso stretto, noi dobbiamo decidere e vincere insieme. Dobbiamo cercare di unire la città, non dividerla”. Sottolinea il Vice Sindaco a conclusione del suo intervento.

In conclusione, dopo tre ore dibattimento, il punto all’ordine del giorno è stato ritirato con le firme dei consiglieri che hanno presentato l’atto. È chiaro che la questione della ztl nel corso “stretto” continua, anche a distanza di mesi, a creare polemiche e accese discussioni in consiglio comunale e non solo. Toni duri e pareri contrastanti si susseguono da una parte all’altra, anche contro il Mobility Manager, ma non sembrano esserci spiragli per una soluzione condivisa. Una soluzione chiesta a gran voce dai commercianti, anzi, dai cittadini che su questo tema sembrano divisi.

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Emanuel Butticè
Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.