Il caso Ciacio, Vullo lo difende, Crocetta da Bruxelles attacca

assemblea-sicilianaInterrogazioni parlamentari all’Ars, il manager dell’ospedale di Messina svela che l’ex agente, presunto 007, condannato per tentata concussione, doveva occuparsi di videosorveglianza

Oramai è scoppiato il caso. La notizia della nomina del poliziotto in pensione Vincenzo Ciacio a svolgere un ruolo nell’ambito dei servizi di sicurezza dell’ospedale Papardo di Messina, ha scatenato un putiferio. Ci sono le interrogazioni parlamentari piovute sul tavolo del presidente Crocetta e dell’assessore alla Sanità, Lucia Borsellino.

L’opposizione ha preso di mira il Governo regionale portando nell’aula parlamentare il contenuto delle notizia giornalistiche di ieri. Il presidente Crocetta dapprima ha rinviato a domani una risposta, trovandosi proprio con l’assessore Borsellino a Bruxelles, poi ha diffuso un comunicato stampa per dire che non concorda con la scelta del manager dell’ospedale Papardo. Ciacio alcuni anni addietro ha patteggiato dinanzi al gup di Trapani la condanna per il reato di tentata concussione. Episodio scoperto dai carabinieri che hanno intercettato dapprima l’imprenditore oggetto della tentata concussione, e poi i due agenti all’epoca in servizio presso il commissariato di Alcamo, la loro città. Dei due Ciacio è l’unico ad essere andato in pensione e con delibera numero 303 di fine ottobre l’amministrazione dell’ospedale messinese accogliendo la richiesta di Ciacio lo ha nominato come consulente gratuito “visti i titoli di studio e formativi nel settore della polizia giudiziaria”.

Fuori da quanto scritto nella delibera e per rispondere alle contestazioni che si sono determinate (mettere all’interno del gruppo anticorruzione un soggetto con precedenti per tentata concussione) oggi il manager dell’ospedale, Michele Vullo ha diffuso una nota spiegando il contenuto dell’incarico: “Il dottor Ciacio non è stato inserito in nessun gruppo anticorruzione; il sottoscritto era a conoscenza dell’episodio accaduto durante una operazione “coperta” e Ciacio è stato reintegrato in polizia, dove ha finito la sua carriera come comandante della stazione Sant’Agata di Militello, ricevendo un encomio per la sua attività dal capo della Polizia. Il collega coinvolto insieme a Ciacio nella vicenda del patteggiamento attualmente è impegnato nella lotta contro la mafia a Reggio Calabria. Infine mi assumo l’intera responsabilità di aver richiesto a Ciacio di definirmi, a titolo gratuito, un piano di video-sorveglianza dopo gli oltre 40 furti subiti dall’azienda”. Ma nella delibera non si trova nessun riferimento alle ragioni dell’incarico, vista però la rilevanza forse il manager avrebbe fatto bene a inserire nella deliberazione l’oggetto dell’incarico. Nè viene fatto riferimento alla circostanza che si tratti di un ex 007. Peraltro questo ruolo che Ciacio col collega arrestato e condannato avrebbe svolto nei “servizi” non c’è riscontro né negli atti giudiziari dell’indagine a suo tempo, nel 2005, coordinata dalla Procura di Trapani, pm Franco Belvisi, nè negli atti della Corte dei Conti che ha condannato Ciacio e il suo collega a pagare 5 mila euro all’amministrazione della Polizia come danno di immagine. La risposta di Crocetta non è a sostegno dell’azione del dott. Vullo: “In merito alla vicenda della nomina di Vincenzo Ciacio quale membro del nucleo anticorruzione dell’azienda Papardo-Piemonte di Messina – si legge nella nota diffusa dal presidente del Governo Crocetta –, il presidente, nel comunicare che tale nomina non è stata né concordata né comunicata al governo, stigmatizza il fatto che il manager della stessa azienda, dottor Michele Vullo, non abbia verificato o abbia ignorato precedenti condanne penali subite dallo stesso Ciacio e proceduto con disinvoltura a tale nomina”. Il tentativo poi – ha proseguito Crocetta rivolto all’opposizione – di coinvolgere politicamente il governo su tali scelte è totalmente privo di motivazioni. Il presidente ha infine comunicato che l’assessore alla Salute, Lucia Borsellino, ha fatto una richiesta di acquisizione atti relativi a tale nomina e che se ci dovessero essere responsabilità procedurali nella nomina, riconducibili ai vertici dell’azienda, si procederà in modo tempestivo e rigoroso nei confronti di coloro che nel nominare un responsabile anticorruzione non abbiano rispettato le stesse normative anticorruzione”.

Vincenzo Ciacio pare che stamane abbia presentato dimissioni dall’incarico di consulente a titolo gratuito, dimissioni che il direttore generale dell’ospedale Papardo-Piemonte di Messina avrebbe respinto.

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Rino Giacalone
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.